F.1 CARLOS TAVARES Dai GP tecnologia da travasare per le Alfa Romeo del futuro

DI PAOLO CICCARONE

Spesso lo si incontra in circuito con una tuta indossata, ma stavolta Carlos Tavares si è presentato a Imola nelle vesti di CEO di Stellantis e non come pilota, cosa che gli succede spesso negli autodromi internazionali. Infatti corre con le F.3 storiche, ma anche con le turismo e a Le Mans si è esibito al volante della Peugeot che ha vinto la 24 ore. Ci manca solo un test in F.1, magari con Alfa Romeo, e poi il quadro è completo: “No, grazie. L’anno scorso ho provato una F.2 e ho scoperto quanto sia difficile e impegnativa, specialmente con la frenata col piede sinistro, difficile da modulare. Immagino cosa possa essere una F.1 per cui meglio lasciare perdere, anche se la curiosità ovviamente è tanta”.

In occasione del GP a Imola il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha incontrato un ristretto gruppo di giornalisti per fare il punto sull’impegno nello sport, in particolare F.1, di Alfa Romeo ma anche di Stellantis. Ecco i punti salienti della lunga chiacchierata.

ALFA ROMEO F.1, QUALE FUTURO?

“Il futuro della partnership tra Alfa Romeo e Sauber sarà comunicato nel mese di luglio”. A confermalo è stato l’amministratore delegato della casa italiana Jean Philippe Imparato, presente nel paddock di Imola insieme al CEO del gruppo Stellantis, Carlos Tavares.Non sarà un processo complicato – ha spiegato Imparato – ci sono due aspetti che valuteremo: risultati e ritorno economico”. L’annuncio ufficiale arriverà tra due o tre mesi, ma la partnership è in realtà già avviata a proseguire, come conferma la crescita dell’interazione tra Alfa Romeo e Sauber e i riscontri positivi che sono arrivati su entrambi i fronti citati da Imparato.

Carlos Tavares e Jean Philippe Imparato nell’incontro di Imola

Una conferma indiretta è arrivata anche dalle parole di Tavares, che ha spiegato la visione della collaborazione che ha riportato il nome Alfa Romeo in Formula 1 respingendo l’accusa di non essere realmente presenti nel Circus con un proprio programma.

Quando sono stato nominato CEO di Stellantis Alfa Romeo era già presente in F.1. Ho visto che ci sono possibilità di crescita della collaborazione con due dinamiche positive. La prima riguarda i risultati sportivi, la seconda noi vediamo una possibilità di sviluppare la conoscenza di Alfa Romeo nel mondo. Alfa è uno dei marchi premium presente nei principali tre mercati mondiali, USA, Europa e Cina. Alfa Romeo ha bisogno  di farsi conoscere e rinforzare la propria conoscenza nel mondo e la F.1 è un mercato globale con una vetrina mondiale e noi vogliamo sfruttare questa piattaforma per incrementare la conoscenza di Alfa Romeo nel mondo.

Da sinistra, Imparato, Vasseur e Tavares nel box Alfa Romeo

Abbiamo bisogno di incrementare i risultati commerciali, compito del CEO Jean Philippe Imparato, e di farlo in maniera significativa e c’è una relazione stretta fra il migliorare i risultati sportivi derivanti dal motorsport, quelli commerciali e aumentare nel contempo la conoscenza del marchio a livello mondiale“.

AUTOMOTIVE E CORSE, TUTTO PIU’ DIFFICILE

A Imola con la nuova Tonale, oggetto del desiderio degli alfisti

Il mondo è diventato molto più complicato, lo è diventato il nostro mondo dell’automotive e di conseguenza anche quello del motorsport. Esiste un rapporto valido fra un costruttore e il mondo delle corse? Dico di sì, specialmente in F.1 perché rappresenta il vertice delle categorie e tutti i costruttori vogliono fare il massimo e vincere ed è il caso di Stellantis, far vedere che siamo capaci di ottenere risultati sportivi e commerciali. Siamo presenti in altre categorie ma la F.1 deve essere libera dal concetto di BOP (balance of performance, ovvero pareggiare le prestazioni in maniera artificiale, ndr) l’unico intervento valido è agire sul cost cap, ovvero riduzione delle spese e imporre un tetto massimo ad esse. Ovvero dare un ritorno all’investimento fatto e questo è buono per lo sport e per chi investe tipo i costruttori, oltre alla sostenibilità e questo rende sostenibile anche la nostra presenza in F.1″.

ALFA ROMEO IN ALTRE CATEGORIE? NO GRAZIE

Stellantis è presente in altre categorie, Alfa Romeo in F.1, DS e prossimamente Maserati in F.E, Peugeot a Le Mans, abbiamo molti programmi. Non vogliamo diluire gli impegni e concentrarci su ogni progetto, lo faremo su un numero limitato di cose, F.1, turismo, il nostro obiettivo è non disperdere le forze. Siamo molto contenti di Alfa Romeo e le tecnologie che potrà condividere col gli altri marchi del gruppo Stellantis. Ci sono certe cose che da sola non potrebbe sviluppare perché troppo piccola per farlo, ma dalla F.1 e dalla collaborazione con le altre piattaforme possiamo utilizzare le esperienze maturate qui e condividerle sui mercati mondiali. Quando non corro di sicuro guardo la F.1

PILOTI ITALIANI IN F1 CON ALFA ROMEO IN FUTURO?

Il futuro degli italiani in F.1? Per Giovinazzi non sembrano esserci spazi…

Piloti italiani in F.1 con Alfa Romeo? Se è il migliore ovviamente, perché no. Deve avere la capacità di fare la differenza in griglia, è solo una questione di prestazioni. Nel gruppo Stellantis ci sono rappresentate 170 nazioni, è ovvio che non per tutti si può avere uno spazio dedicato alla nazionalità. Pensate che grande differenza rispetto ad altri costruttori che magari si limitano solo al proprio paese. Siamo una global company, amiamo queste diversità e inclusioni”.

ANCORA SPONSOR O ACQUISTARE IL TEAM SAUBER?

Comprare Sauber? Abbiamo un forte rapporto di collaborazione. Dividiamo il meglio delle proprie esperienze. Stiamo lavorando su questa collaborazione, su cosa succederà in futuro non lo so, nessuno può saperlo. Al momento posso dire che l’accordo funziona, non ci sono problemi e l’unico problema è che le prestazioni non debbano dipendere dai soldi. In Stellantis deve essere chiaro per tutti. F.1 compresa. Faccio l’esempio della DS in F.E. Abbiamo vinto due volte il campionato mondiale, ma non eravamo la squadra che spendeva di più. E questo deve valere anche per la F.1. Si devono ottenere le migliori prestazioni indipendentemente dai soldi investititi. Le spese e i budget devono essere accettabili e il budget cap va in questa direzione, razionalizzando le spese e creando interesse nei media, negli appassionati e dare il giusto ritorno a chi investe nel motorsport come fanno le Case. Se il ritorno è buono, le Case ci saranno sempre. Se vuoi proteggere lo sport, non basarlo sulle spese senza fine. Un buon spettacolo deve essere sostenibile”.

FUTURO ELETTRICO E SOSTENIBILE? NON E’ LA SOLUZIONE

La DS F.E un esempio di vittorie e costi ridotti ma elettrico non è la soluzione totale ai problemi

“Il mondo dell’automotive negli ultimi anni ha visto una grande crescita della componente elettrica, con un aumento del peso. La F.1 può aiutare nella corsa alla leggerezza e all’efficienza. Questo può aiutare nella ricerca e nell’abbattimento del peso e con soluzioni nuove da travasare sulle auto di tutti i giorni. La F.1 ha come obiettivo zero emissioni, ma se vai a vedere la maggior parte delle emissioni legate alla F.1 sono quelle della logistica, non certo il consumo o l’efficienza delle monoposto e dei biocarburanti del futuro. Non dobbiamo limitarci solo al consumo e alle prestazioni delle monoposto, pensate soltanto ai motorhome, al loro peso e al loro trasporto tre o quattro volte in giro per il mondo che impatto hanno sulle emissioni, che è un problema generale e non limitato al solo consumo di una vettura.

EMISSIONI RIDOTTE NON SOLO DAI CONSUMI AUTO, ESISTE IL RESTO

Noi se dobbiamo fare qualcosa per ridurre le emissioni, grazie anche ai biocarburanti, lo faremo ma non è la soluzione del problema. E’ un passo nella direzione giusta per rendere lo show sostenibile. Noi nel 2048 abbiamo come obiettivo emissioni zero per tutto il gruppo Stellantis e comprende non solo le auto e i loro consumi ma anche il ciclo di produzione ad esempio. Ma fino a quel momento molte auto saranno elettriche, ma non sarà sufficiente. Lo stesso per la F.1. Se vogliono le monoposto tutte elettriche, non avranno risolto il problema delle emissioni perché oltre le auto c’è altro. F.1 a impatto zero? Oltre le auto con biocarburanti, bisogna vedere la logistica, i motorhome e anche le gare in notturna che hanno un grosso dispendio energetico”.

RALLY: ARRIVERANNO ALTRI MARCHI STELLANTIS?

Rally? In Germania abbiamo un campionato dedicato alle Opel Corsa E, tutto elettrico. Mai dire mai ma al momento non abbiamo indicazioni per un mondiale rally con altri marchi. Per ora il campionato Opel Corsa Elettrico nei rally ha un grosso successo. Portarlo in altre parti d’Europa? Se prendi certe zone d’Italia non ci sarebbe modo di correre perché non ci sono punti di ricarica. Per fare le corse servono le infrastrutture per farle, ma prima che accada a livello globale, servono le infrastrutture per supportare l’energia necessaria”

COSA LE PIACE DI QUESTA F.1 E COSA CAMBIEREBBE?

Mi piace la F.1 perché è il massimo delle categorie, migliori team, migliori tecnologie, vetrina mondiale e noi siamo qui perché la competizione è ad altissimo livello. Siamo qui per questo. Noi siamo qui perché deve avere un senso, abbiamo la passione e capiamo lo sport, ma deve avere un senso per il business. Siamo appassionati e vogliamo rendere il business sostenibile, se non lo è e si spinge senza limiti sulle spese, noi non siamo d’accordo. Vogliamo che venga protetto e controllato il limite di spese, sia dal punto di vista etico che pratico. Perché dovremmo spendere soldi in F.1 potrebbero chiederci? Perché ha senso dal punto di vista comunicazione, commerciale e investimenti pubblicitari.

DARE UN SENSO ALLA PRESENZA IN F.1

Essere presenti nel campionato al vertice a livello mondiale deve avere un senso, dobbiamo proteggere questo concetto. Limitare i costi in F.1 è l’unico modo per vedere i migliori piloti, i migliori team le migliori tecnologie. Non voglio che ci sia un BOP (una sorta di zavorra alle prestazioni dei migliori, ndr) voglio però essere sicuro che il controllo delle spese funzioni e che venga rispettato. C’è chi ha criticato la nostra scelta – ha chiarito il CEO di Stellantis – e rispondo che non c’è un solo modo per essere in Formula 1. Possedere un team è una strada, ma ce ne sono molte altre, e tra queste c’è quella che abbiamo scelto noi. Se siamo qui in pista, se c’è una squadra che si chiama Alfa Romeo e che è pronta a partire per un Gran Premio, posso dire che sta funzionando molto bene”.

COSA SI IMPARA IN F.1 PER LE AUTO DI TUTTI I GIORNI?

“Come perfetta illustrazione dello spirito competitivo che guida Stellantis ogni giorno, la Formula 1 è uno straordinario laboratorio di innovazione in cui vengono testate le soluzioni più innovative con l’obiettivo finale di aumentare le prestazioni e l’affidabilità – le parole di Tavares – Per noi, rappresenta un’incredibile opportunità per trasferire questo know-how unico sulle auto di produzione. L’esperienza di Alfa Romeo in F1 giocherà un ruolo chiave nell’evoluzione del marchio verso una nuova era di elettrificazione e connettività”. 

Come ricordato dalla stessa casa automobilistica del Biscione, la  F.1 infatti è il laboratorio del cambiamento per eccellenza, pionieristica nella strategia dell’ibrido, all’avanguardia nella gestione dei big data, dell’intelligenza artificiale e nello sviluppo di software di ultima generazione. Alfa Romeo li definisce territori strategici“, grazie ai quali il marchio di Arese riesce a fare dell’eccellenza tecnologica una priorità.

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