CONTROMANO: L’ETERNO RITORNO DEI “GENI/SCEMI”

RODOLFO INTELISANO

 

Dopo l’incredibile esito del GP di Monaco sono tante le domande da porsi. Le uniche domande da non porsi sono come si fa a perdere una corsa dove sin dalle libere, nelle qualifiche, insomma per tutto il week end, hai dimostrato una netta supremazia tecnica, come si fa a perdere un Gran Premio come quello di Monaco quando parti con due vetture in prima fila su un circuito come quello di Montecarlo, dove non si sorpassa nemmeno se sei 5 secondi più veloce al giro.

Non sono queste le domande, perché come si fa, purtroppo, lo hanno visto milioni di telespettatori nel mondo. Le domande vere da porsi, sono quelle che sono certo resteranno senza risposta, ma io provo a farle lo stesso: come si fa a richiamare un pilota dentro con tanto ritardo quando vedi che chi segue (Perez su Sainz) guadagna fino a nove secondi al giro?

Ma soprattutto come si fa a non vederlo quando hai mille computer, mille strumenti per fare mille simulazioni e non sei capace di vedere una cosa che per vederla basta un semplice cronometro a cipolla come avevano le ragazze dei box nei 60 e 70? Come si fa ad obbligare il leader incontrastato della gara a fare due soste per montare le intermedie per poi richiamarlo dopo pochi giri per montare le slick? Ma soprattutto chi è il genio (io immagino il suo ingegnere di pista) che ha richiamato dentro Leclerc per poi dirgli “stay out” quando aveva già imboccato la corsia dei box?

Questi geni (mi richiamo alla famosa frase via radio di Alonso, mamma mia quanto aveva ragione!) non hanno pur davanti un monitor con la posizione di tutte le vetture in pista in quel momento? E allora come si fa a dirgli di non entrare quando è già in pit lane? Cosa stava facendo il nostro? Era distratto perché impegnato a mandare un sms alla fidanzata? Domande ovvie ma che resteranno senza risposta se non l’oramai cabarettistico: “dobbiamo capire, analizzare i dati”… Altre domande: dove era e che fine ha fatto Ueda lo stratega? Si, quello pagato per fare le strategie ed immagino non certo con lo stipendio di un operaio…. Ueda, ingegneri di pista, box remoto chi più ne ha più ne metta ma il muretto Ferrari continua a commettere errori grossolani.

Senza tornare al 2010 ed Abu Dhabi, dove anche la ben nota casalinga di Voghera, per la prima volta davanti alla TV a guardare il Gran Premio, si sarebbe accorta che richiamare ai box Alonso in quel momento era uno sbaglio, voglio ricordare altre chicche più recenti, cioè da quando abbiamo pure lo stratega, già braccia evidentemente sottratte all’agricoltura (con tutto il rispetto per il lavoro nei campi) a fare la strategia: ancora Monaco 2019: nel corso della Q1 Leclerc viene lasciato ai box nella convinzione che il suo tempo sia sufficiente per passare in Q2, mentre è evidente a tutti che la pista sta diventando più veloce e tutti si stanno migliorando, risultato: Leclerc fuori in Q1 e partenza dalla 16esima posizione quando avrebbe potuto giocarsi la pole. Abu Dhabi 2020: siamo nella Q2 e anche qui la pista si sta velocizzando e allora si aspetta fino all’ultimo secondo per far uscire le due macchine con il risultato di fargli prendere bandiera e di non poter effettuare il secondo tentativo.

Leclerc entra in Q3 per un soffio, mentre Vettel rimane fuori…ci vuole un ingegnere per calcolare quanto ci si impiega ad effettuare un giro di lancio? Altra domanda senza risposta… Non è mai bello autocitarsi ma in un mio oramai datato pezzo avevo parlato proprio dei miei dubbi sulla lungimiranza (usiamo per carità di patria un termine soft) degli ingegneri nel capire l’andamento di una gara, sia pur supportati da mille aiuti, umani ed elettronici.

Penso che gli ingegneri dovrebbero fare appunto gli ingegneri e basta e parlare con i piloti in gara solo in presenza di un problema tecnico da risolvere, per il resto, sarò naif, ma penso che le decisioni sulla strategia dovrebbero essere prese da un vero direttore sportivo, genere Fiorio, unico autorizzato a parlare con i piloti (il ruolo dei DS in tutti i team, attualmente non mi è chiaro, cosa fanno? Boh! La logistica no, la strategia no, l’organizzazione no perché c’è un team principal), perché fra strateghi con ruoli in gara non meglio definiti, ingegneri di pista che invece di fare gli ingegneri fanno gli strateghi (magari dando indicazioni del tutto inutili ai piloti: ho sentito anche frasi del tipo “dovresti sorpassare quello davanti”!!!

Ma va?? Aveva ragione Raikonnen con il suo oramai mitico “leave me alone I know what I’m doing”), direttori sportivi e chissà chi altro, si fa solo una gran confusione e i risultati si vedono (anche Mercedes quando sotto pressione ha spesso pasticciato con le strategie).

Non scevri da errori anche i piloti, Leclerc in particolare, a mio parere: Sainz dimostra più carattere e più visione di gara nel voler insistere nello star fuori con le full wet, aspettando il momento di montare direttamente gli pneumatici da asciutto. Leclerc avrebbe dovuto rispondere picche anche lui alla prima chiamata, invece rientra da bravo soldatino e già lì inizia a perdere la corsa, perché comunque a fronte dell’unica sosta di Sainz, errore di chiamata o meno, sarebbe finito dietro a Carlos.

Intanto con tutti questi errori Ferrari non ha dilapidato solo il vantaggio in termini di punteggio delle prime gare ma non ha sfruttato un momento di supremazia tecnica. Una supremazia che non è detto che ci sia ancora nel prosieguo della stagione. Certe supremazie non nettissime, come invece era quella della Mercedes nelle scorse stagioni si possono ribaltare velocemente nel corso della stagione. L’incubo di un bis del 2018 aleggia più che mai su questo mondiale! Se ci fosse stato ancora il grande vecchio sono certo che questa volta, qualche testa sarebbe saltata.

Comunque adesso basta stupidi errori, altrimenti il finale sarà già scritto!

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