IL FUTURO DELLA RIVOLUZIONE ELETTRICA È GIÀ QUA

 

Un successo di pubblico e partecipazione per la Seconda Edizione di e_mob

 

Salute, ambiente, economia e occupazione tra i temi centrali

della Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica

 

Si è conclusa con successo la seconda edizione di e_mob, la Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica tenutasi a Palazzo Lombardia di Milano dal 27 al 29 settembre.

 

Una tre giorni partecipata che ha visto molti convegni in overbooking e il raduno finale “limitato” a 130 auto elettriche per riduzione degli spazi disponibili. Restrizioni che non hanno impedito a oltre 2.500 persone di seguire i dibattiti tenuti da più di 100 relatori e a 10.000 visitatori di scoprire le proposte già disponibili sul mercato per spostamenti a emissioni zero.

 

Una rassegna resa concreta dalla condivisione del Libro bianco della mobilità elettrica contenente i documenti unitari di azioni e indirizzi per la mobilità elettrica come la Carta Metropolitana della Mobilità Elettrica con i cinque punti programmatici per rendere concreta la proposta della mobilità a zero emissioni. Azioni che vanno dalla motivazione al cambiamento culturale dei cittadini allo sviluppo dello sharing con i mezzi a batterie, dallo sviluppo della rete di ricarica pubblica e privata fino all’elettrizzazione dei comparti della mobilità a maggiore percorrenza: taxi, veicoli del trasporto pubblico, della logistica o delle flotte aziendali.

 

Un indirizzo di intenti reso concreto dalla definizione di proposte programmatiche di attuazione dei provvedimenti necessari per la diffusione dei mezzi elettrici. Proposte utili per tutte le amministrazioni e indispensabili per i Comuni minori privi di uffici tecnici attrezzati per seguire una normativa complessa. Linee guida che diventano pure un orientamento per il Governo per emanare la legislazione necessaria a raggiungere gli obiettivi internazionali per la riduzione del 35,3% delle emissioni di gas serra generati dai trasporti.

 

IL BILANCIO DELL’EDIZIONE 2018 – A tracciare un bilancio di e_mob è Camillo Piazza, presidente di Class Onlus. “Centinaia di relatori di istituzioni, aziende, associazioni e della società civile uniti per ideare soluzioni per una mobilità più sostenibile. Migliaia di appassionati e di semplici cittadini a convegni e aree espositive. E_mob ha confermato di essere una comunità in crescita accomunata dal desiderio di un cambiamento necessario per la salute e l’ambiente. Dalla volontà di vivere in città libere dallo smog per evitare gli 80.000 decessi prematuri causati ogni anno dall’inquinamento. E per dare il proprio contributo nell’attenuare i cambiamenti climatici al fine di rendere meno intensi e frequenti gli eventi estremi. Una comunità che si muove dal basso per una rivoluzione silenziosa, quella dei Comuni firmatari della Carta Metropolitana della Mobilità Elettrica. Un documento con le buone pratiche per favorire la mobilità elettrica, promosso da cinque grandi città (Milano, Bologna, Firenze, Torino e Varese) e sottoscritto da più di 100 Comuni con oltre 20.000 abitanti in rappresentanza di 15 milioni di cittadini. Una comunità che trasmette i propri saperi per creare infrastrutture di ricarica innovative, promuovere il trasporto pubblico pulito e il recupero e riutilizzo delle batterie a fine vita. La stessa comunità che facilita l’installazione di sistemi di accumulo di energia e di pannelli fotovoltaici domestici o condominiali per rifornimenti a zero emissioni. Perché la diffusione della mobilità elettrica è un bene per l’ambiente e per l’economia, personale e nazionale. Chi si muove in elettrico, con e-bike, moto o auto, ha un risparmio considerevole e il sistema Paese ne guadagna creando una filiera virtuosa e abbattendo i costi sanitari. Una serie di benefici che ci ha convinto a trasformare e_mob in un contenitore permanente e itinerante, con incontri in diverse città durante tutto l’anno per promuovere una modalità di spostamento rispettosa dell’ambiente e vantaggiosa per tutti”.

 

 

I PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO – La visione di Piazza è sottoscritta da numerosi altri protagonisti di e_mob. Nei relatori c’è la consapevolezza che il percorso della transizione ha ancora molti ostacoli da superare, come la revisione del Codice della Strada e la definizione di regolamenti che semplificano la diffusione e gestione degli stalli di ricarica. Ma c’è pure la convinzione di avere creato una rete di conoscenza di indirizzi di riferimento per il Governo, le amministrazioni e le imprese, di avere preso la direzione giusta.

 

A fornire ragioni della scelta a zero emissioni è Raffaele Cattaneo assessore all’ambiente e clima di Regione Lombardia. “Abbiamo due ragioni per investire sulla mobilità elettrica: ridurre l’inquinamento nei centri urbani e azzerare le emissioni nocive per tutelare la salute dei cittadini. La Lombardia e le altre Regioni più avanzate d’Europa non possono perdere questa sfida sui cui si giocherà anche lo sviluppo ed è per questa ragione che stiamo investendo su fronti diversi dalla ricerca agli incentivi per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, dai progetti per diffondere le colonnine elettriche per la ricarica a progetti finanziati dall’Europa”.

 

Ai motivi ambientali se ne aggiungono altri che rendono la mobilità elettrica con ricarica con energia da fonti rinnovabili “irreversibile”, come l’ha definita Veronica Aneris di Transport & Environment. Fa bene all’ambiente, ma pure all’economia, all’industria e all’occupazione. Lo dimostra uno studio condotto dalla stessa rete di Ong in collaborazione con European Climate Foundation e con Fondazione Centro studi Enel. Un documento che stima in 2,4 miliardi di euro la crescita del PIL al 2030 rispetto allo scenario di riferimento grazie alla transizione elettrica con la temporanea riduzione dei costi sanitari e per l’import del greggio. Il tutto con una crescita occupazionale di oltre 19.000 posti di lavoro e una riduzione della spesa di gestione per il veicolo di circa 920 euro/anno per ogni automobilista.

 

Una tendenza positiva per l’economia confermata da una ricerca presentata da Raffaele Tiscar, esperto di mobilità sostenibile per la Road Map 2030. Nella visione più favorevole prevista nello studio l’opzione con la “scossa” porterebbe ad avere 160.000 aziende con oltre 800.000 addetti per un fatturato superiore ai 400 miliardi di euro al 2030.

 

 

LE POLITICHE DEL FUTURO – Per arrivare a tali risultati c’è condivisione sulla necessità che l’amministrazione pubblica pianifichi con anticipo i provvedimenti futuri, come la progressiva limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti. Un accorgimento che consente agli attori della mobilità di adeguarsi tecnologicamente e alla cittadinanza di prepararsi per tempo ai cambiamenti in corso. Un concetto ribadito da Irene Priolo, assessore alla mobilità del Comune di Bologna: “Vogliamo cambiare la mentalità delle persone sulla mobilità. Ma dobbiamo decidere le regole in anticipo per dare ai cittadini la possibilità di organizzarsi”.

 

Se si guarda al futuro con l’approvazione di regole che diverranno attive al 2025 o al 2030, non mancano i frutti dei provvedimenti del passato. A Milano la ricarica con carta di credito e priva di iscrizione e abbonamento sta diventando realtà e nella sola Lombardia entro il 2020 ci saranno 7.000 nuove colonnine grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, Comune di Milano e privati.

 

Da e_mob è emerso pure che a contribuire alla rivoluzione elettrica saranno le imprese private. I costruttori di veicoli elettrici promettono di introdurre centinaia di novità a due e quattro ruote nel prossimo decennio, modelli con maggiore autonomia e con sistemi di ricarica più rapidi grazie alle innovazioni apportate alle colonnine.

UNA NUOVA CULTURA CONDIVISA – Cambierà anche il modo di muoversi: il mezzo privato (in prevalenza l’auto) che oggi rappresenta l’80% dei viaggi diverrà meno centrale nelle scelte di spostamento. Oltre al previsto aumento degli utenti del trasporto pubblico, rigorosamente elettrico come nel piano di Milano per il 2025, la mobilità sarà sempre più condivisa grazie alle crescenti proposte di sharing di biciclette, scooter e auto. Una soluzione efficace per ridurre il traffico e le emissioni, come dimostra il servizio regionale E-Vai che, con 20.000 noleggi annui, consente un taglio della CO2 in atmosfera pari a 100 tonnellate.

 

A fare prevedere una crescita dello sharing elettrico sono anche le soluzioni sempre più innovative, come il recente debutto a Milano del bike sharing elettrico a flusso libero con incentivazione degli utenti virtuosi nel gestire l’energia dell’e-bike. O quelli pensati per portare la condivisione nell’hinterland delle città metropolitane, dove la carenza dei mezzi pubblici è più sentita. Si sperimentano così servizi che forniscono ai pendolari una vettura elettrica per raggiungere la stazione e completare il viaggio a emissioni zero con il treno, lasciando l’auto a disposizione dell’amministrazione pubblica durante il giorno per restituirla al rientro dal lavoro. Oppure i sharing aziendali con vetture utilizzabili dai dipendenti per le trasferte di lavoro o per il tempo libero, come uscite serali o gite nel fine settimana. E ancora quelli pensati per fornire alle aziende dei centri direzionali la condivisione tra più imprese che singolarmente non potrebbero permettersi l’onere. Anche gli alberghi possono proporre ai clienti che viaggiano per affari una soluzione per raggiungere il centro a emissioni zero. Altra soluzione è il ride sharing elettrico che aggiunge al servizio di condivisione quello per dare un passaggio a persone che effettuano lo stesso percorso con riduzione dei costi di spostamento per il guidatore e un viaggio a basso prezzo per il passeggero.

 

Con la mobilità elettrica cambierà pure la città. Sarà più silenziosa e con quartieri ideati sulla base dei nuovi parametri della mobilità. Come il progetto del Politecnico di Milano in fase di sperimentazione a Sud di Milano dove l’acquisto della casa sarà comprensivo dei servizi di mobilità condivisa, come lo sharing di cargo bike elettriche e quello di auto di condominio. Il tutto abbinato a soluzioni per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta per i tragitti verso scuola e lavoro e l’integrazione con il trasporto pubblico. Perché, come ha affermato Gianluca Bertazzoli di Class Onlus “il futuro è qui, adesso. Anche se non sembra, ancora”.

 

 

Condividi su: