WEC FERRARI Fuoco e Pierguidi una stagione da sogno con la 499P

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Conclusa in Giappone la corsa per il titolo, andato alla Toyota, resta una annata importante per la Ferrari che coi suoi tre moschettieri italiani ha tenuto alto il tricolore. Ecco cosa dicono Antonio e Alessandro dopo un anno vissuto trionfalmente

Allora, io ho domanda per tutti e due: una stagione da incorniciare considerando che era il debutto nella categoria delle Hypercar. Voi quand’é che avete capito che la macchina aveva questo potenziale?

Ale Pier Guidi: Bene guarda, quando abbiamo capito che avesse potenziale la macchina lo abbiamo capito forse già nei test, quando comunque giravamo da soli ma avevamo riferimento degli anni passati ed eravamo abbastanza veloci. Poi ovviamente da Sebring la macchina, facendo subito la pole position, essendo subito molto competitivi sapevamo che comunque la prestazione c’era. A Daytona ancora di più dal test day in poi è sempre stata abbastanza veloce. Ma c’è una cosa che che ci lasciava dei grandi punti di domanda ed era l’affidabilità su 24 ore, perché la macchina essendo così un progetto nuovo e con pochi chilometri alle spalle rispetto ai nostri competitor. Questa è un grande punto di domanda quindi abbiamo capito che a livello di prestazione già ce la potevamo giocare, ma non sapevamo realmente quante chance avessimo di vincere, di finire la gara problemi.

Antonio Fuoco: Sì, come ha detto Ale, il feeling con la macchina è stato buono dal primo test e dall’uscita siamo riusciti a fare un po di giri a capire il feeling con la macchina. Le sensazioni erano molto molto buone, però come come diceva Ale, è sempre difficile capire dov’è, dove sono gli altri, però per noi il feeling è stato sempre molto buono. Abbiamo sempre cercato di migliorarci ad ogni test, sia come set up che come tutto e dopo siamo arrivati alla prima gara che eravamo abbastanza pronti. Siamo usciti a fare la prima pole position.

Vi trovate un BOP che non potete commentare che, però, è di nuovo negativo per la Ferrari. In quale modo pensate che si possa provare a ribaltare lo scenario? Dateci delle chiavi per cui possiamo in qualche modo lanciare un messaggio ai tifosi che vi stanno seguendo e che vi hanno scoperto.

Ale Pier Guidi: Dal mio punto di vista credo che noi andiamo sempre in pista per fare il massimo. Dopo, il Fuji è una pista abbastanza difficile, soprattutto per l’ultimo settore con quello che avremo però cerchiamo sempre di fare il massimo. Sicuramente le condizioni climatiche magari possono essere una carta da scoprire anche perché quest’anno abbiamo avuto tanta pioggia, quindi quello è un punto interrogativo.

Ma ci credete nel prossimo mondiale?

Antonio Fuoco: Noi ci crediamo sempre! Anche dalla prima gara, dove sicuramente non eravamo i favoriti abbiamo cercato di dare sempre il massimo. Anche a Le Mans, dove non eravamo i favoriti, abbiamo fatto il massimo e continuiamo a dare sempre il massimo. Anche qui a Monza spingiamo fino alla fine e dopo vediamo cosa cosa viene fuori.

Quanto è cambiata la 499P come stile di guida? Come caratteristiche sono già buone o secondo voi invece bisogna ancora lavorare?

Ale Pier Guidi: Ma è cambiata… onestamente è nata con un buon DNA dall’inizio ed è rimasto un po’ quello, abbiamo migliorato, abbiamo cercato di migliorare . Ovviamente le prime gare abbiamo visto che soffrivamo abbastanza di degrado e quindi facevamo fatica in quello. Abbiamo cercato di ottimizzare il set up, è stato soltanto la maggior conoscenza della vettura di gara in gara a far sì che questo questo problema fosse mitigato e penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Ovviamente si può fare sempre meglio, cercheremo di fare tutto il possibile per cercare di andare in questa direzione. Adesso ovviamente, più che al Fuji, in Bahrain capiremo quanto abbiamo migliorato, perché, come sapete, sarà una pista molto probante a livello di degrado.

Il regolamento WEC non dà la libertà della Formula uno a livello di interventi sull’auto,  poiché è tutto blindato, c’è solo una macchina con cui si inizia e poi si va avanti. In chiave futura che tipo di miglioramenti potete apportare stando dentro le regole?

Antonio Fuoco: Noi in questa in questa ottica stiamo lavorando sul set up e sui tool che abbiamo di di elettronica: lì sicuramente c’è c’è tanto da fare e anche durante quest’anno abbiamo fatto degli step quindi sicuramente anche in futuro riusciremo a scoprire dove possiamo migliorarci.

Quindi soprattutto a livello soft si può lavorare?

Antonio Fuoco: Sì, sulla base del set up, poi bisognerà vedere anche come saranno le gomme nei prossimi anni se cambia la mescola delle gomme, quindi cercare una direzione di setup dove dove andare a cercare di migliorare la macchina più possibile.

Ale Pier Guidi: Non vorrei sbagliarmi, ma credo che tra una stagione e l’altra si possono fare delle evoluzioni, scegliendo jogger o cose di questo tipo, adesso io non sono molto esperto, non siamo le persone più adatte per parlare di questo, ma credo che si possa fare qualcosa, magari non una macchina nuova o un’altra macchina, ma forse non ci serve neanche, però comunque qualcosa si può fare di stagione in stagione e vedremo se sarà necessario, cosa potremo fare.

Quest’anno ve la siete giocata tra Ferrari e Toyota. Però abbiamo visto che anche Porsche, Cadillac e Peugeot hanno avuto sprazzi di competitività, volevo sapere che impressione vi abbiano fatto e se vi aspettate che l’anno prossimo per vincere sia una battaglia più a 5 invece che a 2.

Ale Pier Guidi: Beh, innanzitutto arriveranno altri costruttori anche l’anno prossimo, quindi la battaglia sarà sempre più dura e ovviamente forse a livello di macchine nuove siamo quelli che abbiamo fatto un lavoro migliore di sviluppo o comunque più rapido, ma di sicuro stanno lavorando un po’ tutti. Stiamo vedendo anche che Peugeot che erano poco competitivi, adesso lo è, le altre macchine che non sono state competitive durante la stagione, stanno migliorando, quindi immagino che l’anno prossimo la battaglia sarà ancora più dura se, se così si può dire, che poi alla fine per perdere ne basta 1.

C’è rischio che si possa inserire qualcuno nella battaglia a due nelle ultime due gare quindi scompaginare un po i piani a favore, quanto contro?

Ale Pier Guidi: Senza ombra di dubbio. Sì, abbiamo visto qua anche a Monza Peugeot come stava andando quindi senza dubbio.

Antonio Fuoco: Sì, come diceva Ale, secondo me Peugeot sarà una delle macchine, non dico tra le favorite in Giappone, ma sicuramente sarà molto competitiva.

Nel WEC c’è la possibilità di incrociare le gomme, cioè mettere una mescola diversa al lato sinistro o all’anteriore o dove la pista gira in un certo senso, una mescola più morbida dall’altra parte . Pensate che possa essere una strada anche da applicare in Formula uno, per modificare un po’ le cose? Sportivamente è un’ipotesi astrusa, ma sarebbe una soluzione che si adatta a rimescolare le carte in una categoria?

Antonio Fuoco: Ma onestamente, col tipo di gomma che abbiamo noi nel WEC funziona, alcune volte fai un po’ dei mix, li chiamiamo così. Onestamente in F.1 non ne ho idea perché non conosco bene come sono fatti compound e che differenza c’è tra di loro. Non abbiamo la possibilità di provarle e quindi non sappiamo la differenza e dove ti puoi aiutare uno e dove ti può aiutare l’altro. Onestamente in F.1 non saprei.

Alessandro, vorrei tornare per un attimo a Le Mans, quando sei rimasto fermo nella piazzola. C’è qualcuno che dice di aver visto addirittura Enzo Ferrari sulla terrazzìna sopra il box che pregava… Ci racconti quei momenti ? Cosa hai provato? Cosa hai poi fatto per risolvere la situazione? Come sei riuscito a tirarti fuori dall’empasse? Perché sul circuito è calato il silenzio…

Ale Pier Guidi: Realisticamente è la seconda volta che mi capitava, quindi a livello di quello che dovevo fare, lo conoscevo abbastanza bene.

E’ stato un po’ più difficile la prima volta perché dovevo capire che cosa stava succedendo, insieme a ingegneri e tecnici. Mi ci è voluto un attimo di più; la seconda volta me l’ aspettavo un po’, speravo che non si ripresentasse il problema, ma… E, alla fine, se per alcuni pit non è successo, dopo l’ultimo, a 20 minuti è quello che si è spento di nuovo tutto… Ma, alla fine, io ero abbastanza sereno e sapevo cosa dovevo fare, avevamo una procedura per rimettere tutto in moto ed è quello che stavo facendo.

Poi la vivo anche abbastanza bene. In generale penso che se il destino non è d alla tua parte, e non dovevo ri partire, non sarei ripartito, però è una cosa fuori dal mio controllo, quindi non valeva neanche la pena più di tanto di essere in ansia o agitati, ma cercavo di fare il mio meglio. E un po’ guidato da lì, da fuori, un po’ da solo, perché perdevo anche la radio quando si spegneva tutto. Quindi ho fatto un 50 50, però ero abbastanza tranquillo. Di sicuro non è stato piacevole. Però la procedura è servita.

C’è una piccola cosa, un piccolo aneddoto: che quando questa procedura è stata sviluppata mi era stata spiegata e, siccome era molto lunga e complessa, prima della gara, quando ci è stato detto che, nel caso, avremmo dovuto fare questo e questo, eccetera, eccetera, ho chiesto di di attaccarla nel cockpit, quindi ce l’avevo scritta. Quindi anche senza radio, bene o male, dovevo seguire i vari punti ma ce l’avevo attaccata sul cockpit e sinceramente l’avevo chiesto. Non so poi, col senno di poi, son quelle quelle cose che se devono andare in una certa direzione probabilmente vanno in quella. Quando me l’hanno spiegata, mi è venuto in mente di chiedergli di averla sulla vettura non pensando di doverla usare e poi mi è tornata utile. Quindi, insomma, tutte queste piccole cose che quando le cose devono andar bene devono andar bene, ecco .

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