QUALE MOTORSPORT PER IL 2020?

testo e foto MARCO FERRERO

 

Appare di tutta evidenza, almeno a coloro dotati di buon senso, ed a giudicare dalle manifestazioni di idiozia evidenziate un po’ dappertutto non sembrano essere percentualmente la maggioranza, che la situazione non sia, almeno stante le decisioni prese, senza entrare in disquisizioni politiche, forse un po’ tardive e poco coerenti con quanto un mese fa affermato, delle più rosee, e questo, ovviamente, si ripercuoterà in tutti i campi.

Relativamente al motorsport, se vogliamo guardare unicamente in terra italica, tutto sarà ufficialmente fermo fino al 3 aprile (ma a Monza sono stati cancellati tutti gli eventi sino a fine aprile); fermo restando che la situazione non si gestisca con un interruttore e che la ripresa sarà lenta e graduale, e con il beneficio che ad inizio aprile si possa riprendere, di certo non si potrà pensare ad una normalizzazione della situazione sino a metà – fine maggio.

Uscendo dai nostri patri confini non si pensi che la situazione sia migliore, anzi; alcuni eventi sono già stati annullati (in MotoGP), altri dichiarati “a porte chiuse” (Bahrain in F1), ma il peggio probabilmente deve ancora venire; quando in altre nazioni si accorgeranno che l’entità del contagio sarà inversamente proporzionale al numero di controlli eseguiti ed agli interventi preventivi posti in essere, saranno inevitabilmente costretti a prendere le stesse decisioni prese in Italia.

Di certo anche in altre nazioni, dove ora ci guardano come degli untori o dove ridacchiano per come stiamo gestendo la situazione, si troveranno presto in difficoltà, avendo fatto anche loro errori, e si troveranno inevitabilmente ad annullare gli eventi schedulati in casa loro, con la differenza che tra due – tre mesi si sarebbe nel pieno della stagione motoristica, con minori possibilità di poter intervenire sui calendari dei vari campionati

In questo quadro, nella migliore delle ipotesi si andrà incontro ad una probabile “mutilazione” dei vari campionati, nei quali, non essendo sostenibile un numero di spostamenti eccessivo, il numero delle gare verrà ridotto, stante l’impossibilità di fronteggiare le inevitabili successive sovrapposizioni, e nelle quali, considerato come i piloti siano impegnati su più fronti, i campionati “minori” o quelli in cui il potere politico / economico sia inferiore, avranno inevitabilmente la peggio.

Qualora, e non si vuole essere catastrofici, non si trovino i giusti “equilibri” economici e/o le situazioni sanitarie all’interno di taluni paesi motoristicamente “importanti” degenerino in modo significativo non è utopico profetizzare, a meno di voler svilire una serie su due / tre / quattro gare, l’interruzione o la cancellazione di talune serie; tanto varrebbe in questo caso, e ciò vuol solo essere uno spunto di riflessione, avere un campionato spalmato su due anni, un po’ come viene fatto nel WEC, aggiungendo le gare di quest’anno a quelle del 2021.

Senza voler essere polemici, è dato di fatto, e questo non è un difetto che può essere imputato solo a noi italiani, che non si sia definita (e tuttora è così) una linea d’azione comune all’interno della FIA od all’interno dell’organizzazione dei vari campionati, con ciò che magari qualcuno abbia pensato, in ossequio alla politica degli “orticelli”, di essere più “furbo” degli altri e di approfittare delle difficoltà altrui per trarne giovamento; in ogni caso un errore, perché, presto o tardi, in questa situazione tutti saranno chiamati a pagare pegno.

Comunque sia, si va incontro ad un anno difficile, al momento un punto interrogativo ed il cui destino non è per nulla chiaro; come persone, prima che come appassionati, la speranza che tutta questa situazione possa risolversi e che, non essendoci ragioni per preoccuparsi e possono sussistere criticità sanitarie, ci si possa ritrovare tutti nuovamente insieme a seguire gli eventi a noi più a cuore.

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