NIENTE ITALIA NEL DTM 2023

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Il DTM, dopo due annate nelle quali Gerhard Berger ed il suo team, ripartendo da zero ed affrontando sfide coraggiose (e quasi impossibili) e nelle quali il risultato appariva tutt’altro che scontato, facendo miracoli avevano riportato la serie ai fasti di un tempo, con il passaggio di gestione del DTM ad ADAC il primo risultato è stato che il campionato, con eccezione di Zandvoort, non uscirà dai confini austro-germanici.

Il calendario 2023 risulta infatti strutturato sui seguenti appuntamenti:

26-28 maggio — Oschersleben

23-25 giugno — Zandvoort

7-9 luglio — Norisring

4-6 agosto — Nürburgring

18-20 agosto — Lausitzring

8-10 settembre — Sachsenring

22-24 settembre — Red Bull Ring

20-22 ottobre — Hockenheim

Una scelta, francamente, che lascia non poche perplessità, sia per il successo che il DTM aveva riscosso in tutta Europa, sia in quanto la serie si trova a dover fronteggiare la “concorrenza” di altri campionati per vetture GT3, primo tra tutti il GT World Challenge Europe; se è pur vero che il patto di “non belligeranza” stipulato con SRO prevede che non vi saranno sovrapposizioni di date tra le due serie, è altrettanto vero che la sovrapposizione vi sarà con altri campionati, magari ancor più blasonati, e che il DTM si ritroverà, senza gare su altri circuiti europei, un po’ “limitato” nella copertura mediatica.

Spiace, come appassionati italiani, che nessun tracciato del “bel paese” ospiterà una tappa della serie, vista la risposta che Monza e, soprattutto, Imola, avevano dato nelle ultime due stagioni, con migliaia di tifosi assiepati sulle tribune ad assistere alle gare; prevedibile anche, ed era quanto successo anche in passato, un ridimensionamento nella partecipazione di talune case, magari poco interessate ed attratte a gareggiare solo in terra teutonica.

Ferrari e Lamborghini, nello specifico, potrebbero fare qualche riflessione sull’opportunità di continuare ad esserci, e la loro eventuale assenza potrebbe essere un punto a sfavore della nuova gestione; per carità, la serie rimane pur sempre di elevato livello, ed il parco piloti partecipanti è di qualità assoluta, ma proprio per questo non è chiaro il razionale di questa “strategia di chiusura” che aveva dato i suoi frutti sotto la gestione dell’ex pilota austriaco della Ferrari.

La speranza è che l’ADAC rivaluti, già a partire dall’edizione 2024, la sua posizione; la storia insegna che, in un mondo sportivo dove la competizione è sempre più esasperata, chi tende ad isolarsi è destinato a trovarsi in serie difficoltà.

Il DTM, peraltro, stante la sua storia, dovrebbe ben saperlo, e non dovrebbe dimenticare il celebre detto di Primo Levi “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”… speriamo non sia così ancora una volta, il DTM ha regalato emozioni nel corso di decenni e sarebbe un crimine sportivo perderlo ancora.

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