UNA SERIE CHE VA DI TRAVERSO

 

Come ovvio il titolo non ha alcun intendimento di antipatia o di fastidio, ma appare la definizione più appropriata, considerato che si tratta di “drift”, una disciplina automobilistica che prevede che le vetture percorrano curve in controsterzo e di traverso con le ruote fumanti, nella fattispecie quella serie od oggi chiamata “King of Nations Pro Series”.

 

Un evento, che come tanti altri in Italia non riscuote di un grosso seguito, forse per un retaggio “culturale” più legato ai grandi brand Ferrari, Alfa Romeo, Maserati ed ai loro successi in pista, se non in un contenuto gruppo di appassionati, e che forse in generale viene più visto come uno spettacolare “contorno” che non come oggetto di una competizione vera e propria.

 

Una kermesse che invece risulta molto apprezzata all’estero, e che da anni è oggetto di un campionato, dove I concorrenti non devono essere più veloci degli avversari, bensì più abili nel controllare il veicolo in condizioni di scarsa aderenza, il tutto rispettando regole ben precise, a partire dalle vetture, esclusivamente a trazione posteriore, sino alle modalità con le quali eseguire le proprie prestazioni.

 

 

I parametri di riferimento impongono che le ruote posteriori non riprendano aderenza, che la vettura non si raddrizzi o vada in sottosterzo, che la derapata sia la più lunga possibile, che l’angolo di derapata sia il maggiore possibile, che la traiettoria sia la più vicina a quella ideale da pista, che si passi il più vicino possibile a punti di riferimento identificati, con minori correzioni possibili del mezzo e, nelle gare uno contro uno, che si stia il più possibile vicino all’avversario senza toccarlo.

 

Le gare si svolgono prima con turni singoli, in cui ogni pilota viene valutato. I migliori 16 (o 32 a seconda del numero totale dei partecipanti) passano il turno. Seguono turni non più singoli ma doppi: un concorrente sfida un altro ed il vincitore passa il turno e così avanti fino alla finale. Nelle sfide si corre in due, dove nel primo turno un’auto sta davanti e l’altra dietro e nel secondo si invertono le posizioni.

 

Se già solo a dirlo appare di tutta evidenza come non sia proprio uno scherzo rispettare queste regole di guida, a maggior ragione si apprezza come l’aspetto spettacolare e le evoluzioni cui si assiste si riscontrino in una tecnica ed in una sensibilità di conduzione e di controllo del mezzo non indifferenti.

 

Dagli anni ’70, cui risalgono le origini in Giappone come tecnica di guida, ad oggi anche il drifting ha avuto un’evoluzione significativa, e la serie nel 2019 compirà il suo 15^ compleanno; un traguardo per il quale l’organizzazione andrà ad evolvere la serie in “Drift Kings”, non solo un remake del nome ma anche con alcune novità nel format del campionato.

 

La serie 2019, di cui già noti i calendari, si svolgerà suddivisa sia su pista che in montagna; rilevante il lotto delle nazioni coinvolte, Emirati Arabi, Ungheria, Austria, Francia, Germania, Grecia, Malesia, Thailandia, Brasile e Filippine, oltre che ovviamente Italia, che vedrà svolgersi ben cinque appuntamenti nel corso dell’anno, incentrati tra aprile ed ottobre.

 

 

(foto archivio della gara di Castelletto di Branduzzo 2018)

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