UE riduzione emissioni Co2, VW a rischio 100 mila posti di lavoro

 

Herbert Diess (nella foto) ha lanciato un forte allarme economico-occupazionale legato alle prospettive che si aprirebbero se l’Unione europea adottasse definitivamente le norme in tema di emissioni di CO2 approvate martedì 9 ottobre 2018 dal Consiglio d’Europa (riduzione del 35% del tasso di emissioni di CO2 entro il 2030). Il top manager della Volkswagen ha sostenuto che tali limiti sono troppo ambiziosi e comporterebbero un inevitabile crollo dell’occupazione nell’industria automobilistica, fino a 100 mila posti di lavoro nel solo gruppo Volkswagen.La decisione del Consiglio segue la diffusione da parte dell’ONU degli ultimi dati sulle conseguenze delle eccessive emissioni di CO2. Dati secondo cui resta solo una decina di anni per salvare il pianeta. Ci sono però anche argomentazioni di segno opposto. Herbert Diess, infatti, che espone il rischio relativo alla perdita di decine e decine di migliaia di posti di lavoro. Ciò si basa sul fatto che per raggiungere l’obiettivo del 35% di riduzione sarà inevitabile ridurre le auto a benzina e diesel, che lasceranno posto alle auto elettriche.

Essendo assodato che la fabbricazione di queste ultime richiede meno manodopera, è inevitabile il risultato di un forte calo dell’occupazione nel settore. Diess non è il primo e dichiarazioni simili sono state rilasciate anche da Carlos Ghosn e soprattutto Carlos Tavares, ‘head’ del gruppo PSA. In pratica c’è la prospettiva di uno sconvolgimento del settore, con conseguenze difficili. Sul piatto poi viene anche messo l’aspetto politico. Un percorso così rapido verso l’elettrificazione significherebbe accettare un ruolo dominante dell’industria cinese. Visto che il mercato cinese delle “elettriche” è più grande di tutti gli altri e anche perché la Cina ha un forte peso nella produzione delle batterie.

automoto.it

 

 

 

 

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