MIRRORS

 

“ ’Cause your shine is somethin’like a mirror – perché il tuo splendore è qualcosa che somiglia ad uno specchio” è parte della prima frase del testo della celebre canzone “Mirrors” di Justin Timberlake, un incipit che, complici le condizioni meteo, molto probabilmente e quasi istintivamente potrebbe essere venuto alla mente di molti di coloro piazzati a bordo pista o sulle tribune antistanti la prima variante durante le prove e la gara della Blancpain GT Series di domenica scorsa a Monza. 

Ciò in quanto la copiosa pioggia caduta sin dal mattino sul tracciato brianzolo ha ricoperto il manto stradale con qualcosa in più di un semplice velo d’acqua, generando sullo stesso consistenti pozzanghere decisamente scivolose ed infide, che hanno messo a dura prova la tecnica di guida dei piloti delle potenti Gran Turismo, in particola modo sui lunghi rettifili dove si raggiungevano velocità considerevoli e dove era necessario un certo “pelo” per rimanere in strada. 

Non solo, ma è così successo che la prima variante, il punto allo stesso tempo più lento e più spettacolare del circuito, sia in quanto può essere propizio per un sorpasso in staccata, sia in quanto i contatti sono tutt’altro che infrequenti, per effetto della pioggia battente si è trasformata, non drenandosi l’acqua, in una sorta di grande specchio sul quale le vetture, passando, generavano un effetto ottico di grande spettacolarità. 

 

 
Essere posti con la giusta angolatura permetteva infatti, al passaggio dei bolidi a bassa velocità sulla stretta “esse”, di vedere la sagoma degli stessi riflessa sull’acqua, sia fosse in modo nitido e definito piuttosto che più sfumato e distorto a seconda se la vettura a passare fosse la prima, trovando pertanto acqua più “ferma”, oppure se più arretrata, passando quindi su acqua “mossa” dagli pneumatici di chi precedeva, generando un’immagine, al pari del testo della canzone sopra citato, che appariva come riflessa sopra qualcosa che somigliava ad uno specchio. 

Uno specchio che talora poteva configurarsi come deformante, allungando o distorcendo l’immagine della vettura al suo passaggio, e dove le luci dei fanali anteriori o quelle posteriori producevano scie luminose, aloni o giochi di luce riverberandosi sul velo d’acqua sollevato dalle ruote, il tutto, non fosse stato per l’umidità e la temperatura al di sotto dei 10 gradi, assolutamente piacevole a vedersi. 

Una tentazione, quella di immortalare qualche istantanea affinché quei flash, quelle immagini, quei momenti non cadessero nel dimenticatoio, alla quale impossibile resistere, un’opportunità, quella di trovare una modalità diversa con la quale riprendere le vetture in corsa, non del tutto ricorrente e come tale imperdibile. 

 

 
Lo svolgersi della gara, con un miglioramento delle condizioni meteorologiche, e conseguente e comprensibile soddisfazione dei piloti, ha visto la pista andare a perdere il velo d’acqua necessario a generare “l’effetto specchio”, e con esso l’atmosfera particolare che si era creata, momento di rimpianto per chi a posteriori ha realizzato di non “aver colto l’attimo”, e di consolazione per chi ha potuto approfittare dell’occasione. 

Alla fine, anche la pioggia, con quanto possa nel bene e nel male contribuire, fa parte dello spettacolo e del mondo delle corse, e può, magari anche solo per poco tempo, regalare alle vetture uno splendore particolare, come se generato da qualcosa che somiglia ad uno specchio…

 

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