Gp Italia a Monza, cambia la gestione addio alla SIAS

Ad alcuni monzesi dispiacerà, visto che per lunghi decenni della sua storia, che poi è quasi secolare (1922) il Tempio della Velocità era saldamente in mano ai brianzoli, non ad altri. Ma i tempi cambiano e le condizioni non sempre sono ideali, per fare tutto in loco; quando fare significa anche trovare risorse e accordi politici, senza certi paletti derivanti dal passato. E allora, come ogni anno d’estate arriva una notizia importante inerente a Monza, ad accompagnare il GP di F1 che si corre con l’inizio di settembre. Quella del 2019 dice non solo che si farà ancora a Monza il GP d’Italia F1 (per quanto tempo è tutto da capire!) ma che presto le strutture del circuito non saranno più a gestione SIAS.

 

Finiscono direttamente in mano ad ACI, l’ACI di Roma. La Società per Incremento Automobilistico e Sport, che da decenni “aveva in mano” l’Autodromo Nazionale di Monza, non rinnoverà la sua classica concessione con il grande Consorzio pubblico che ha invece “in mano” tutta la Villa Reale e il Parco. Perché l’Autodromo, detto Nazionale, è pur sempre dentro al Parco, reale, ricordiamolo. L’attuale contratto con SIAS si potrebbe interrompere subito dopo il prossimo GP, per mettere davvero nero su bianco questi benedetti Gran Premi d’Italia degli anni Venti. Quelli dove si conta anche il centenario del circuito (2022) quelli dove gli americani si dicono favorevoli a tener vive le piste storiche della vecchia Europa. Ma intanto, montano solo dubbi e chiacchiere.

Le voci del numero uno ACI, Angelo Sticchi Damiani (che a Monza ci viene molto spesso da qualche anno) e del Comune di Monza, tramite il sindaco Allevi, sono coerenti: si cerca un buon accordo di lungo termine con la F1 (come sempre difficile, ndr) e Liberty Media negozia con ACI perché con ACI viene messo in piedi, subito, un nuovo contratto locale capace di dare l’orizzonte temporale più giusto e certo ai referenti italiani, che firmano con Liberty Media.

 

Questioni burocratiche, formali, ma soprattutto economiche. Per una società, la SIAS, che ne ha vissute “di cotte e di crude” negli anni addietro, che non può far coincidere i tempi imposti dalla F1 con Liberty ai propri. Assestamento del Bilancio (molti ricordano vicende giudiziarie e cifre da capogiro che misero in discussione un intero management) e sicurezza di essere quelli che il Tempio della Velocità lo gestiranno a oltranza. Le chiacchiere del bar dicono che ci vorrebbero oltre 50 milioni di euro (qualcuno dice 100) per ammodernare il circuito: viabilità, tribune e nuovi servizi. Si dice anche che la SIAS puntava, visti i tempi e le difficoltà, a ridurre il canone annuo a suo carico (che, a onore del vero, non gli concede solo il mitico nastro d’asfalto ma anche un’estesa superfice) e spalmare i debiti e dovuti finanziamenti.

 

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