F1, il bello e il brutto del GP dell'Azerbaijan 2017

IL BELLO

Ricciardo. Ha patito Verstappen, toccate contro il muro e la crisi Red Bull ma ha mostrato di non aver perso lo smalto e di essere il pilota intelligente che esce alla distanza. Vincitore migliore non poteva esserci.

 

Stroll. Ha corso bene, non ha sbagliato nulla e forse in volata ha pagato l’inesperienza altrimenti il secondo posto ci stava tutto. Certo, fra Canada e Baku ha percorso centinaia di km in test privati ad Austin con una Williams del 2014 d’altronde ha i soldi per farlo, però è stato bravo e al livello di Massa.

 

Alonso. Per l’umorismo: peccato sta gara potevamo vincerla noi… ha detto via radio quando da ultimo era ottavo e lottava per il settimo. Certo ci fosse stato un motore più potente era possibile, ma sempre lucido e attento alla bisogna.

 

Sainz. Si riprende dopo lo svarione alla prima curva dove ha sbagliato lui, porta a punti la macchina e gli ridà morale, davvero bravo e attento a non far danni.

 

Magnussen. Era addirittura terzo, bravissimo con la macchina che ha che sta patendo molto il confronto ma rispetto a Grosjean che si lamenta sempre dei freni lui zitto zitto fa il suo lavoro.

 

IL BRUTTO

Hamilton. Non tanto per la frenata con la safety car quanto per la richiesta di far rallentare Bottas come se tutti fossero al suo servizio. Brutta cosa, non doveva farlo. Poi è un mito guidare con un braccio tenere il poggiatesta a 330 orari e fare pure il giro più veloce…

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