F.1 Gp Ungheria dal lutto Ferrari a Felix Dj i segreti di Budapest

 

Ferrari a lutto e in silenzio stampa

Per onorare la memoria di Sergio Marchionne la Ferrari ha messo un segno di lutto sulla vettura e sulle divise della squadra, cosa imitata anche da Sauber e Haas. Per onorare al meglio il presidente ci sono esposte le bandiere a mezz’asta e si è deciso il silenzio stampa da parte del team. Di sicuro la scomparsa di Marchionne ha colpito il mondo della F.1, con equilibri da ritrovare e meccanismi da innovare. Di certo sarà difficile per la nuova gestione Ferrari entrare a pieno ritmo in una situazione che Marchionne non solo aveva determinato ma anche indirizzato, specie con Liberty Media e in collaborazione con la Mercedes, visto i rapporti di amicizia con Dieter Zetsche.

 

Nuova strada di accesso al circuito

Dopo oltre 28 anni dalla nascita di Bernie Avenue, la stradina di campagna che dall’autostrada portava al circuito, gli organizzatori magiari hanno modificato la viabilità. La Bernie Avenue è sparita, una parte è diventata una sorta di ingresso al circuito con uno svincolo autostradale, l’altro tratto taglia il bosco e arriva all’ingresso del parcheggio stampa, dove ci sono anche i parcheggi per i taxi. Non si sa ancora se la via avrà un nome, magari la chiameranno Liberty Avenue in onore dei nuovi proprietari della F1, di sicuro la stradina era diventata un classico perché tagliava boschi, fossi ed era davvero selvatica…

 

Sala stampa col…sorcio

A Budapest la struttura dei box è abbastanza vecchia, visto che l’edificio principale è sorto nel 1986, col passare degli anni sono stati aggiunti dei blocchi ma la sensazione di fatiscente e vecchio (la pista si usa poche volte all’anno) è presente in tutti. Quest’anno hanno fatto la loro comparsa delle trappole per topi, messe su pianerottoli (la sala stampa è su più piani), interstizi e nei passaggi vari. Ricorda un po’ Silverstone vecchia maniera, dove i topolini venivano a mangiare i biscotti del the delle 5 nel barettino dietro le postazioni. Qui per ora non si sono visti ospiti… vagare, di sicuro le tavolette di cioccolata che venivano distribuite (e di cui i topi sono ghiotti) non le danno più…

 

Felix Dj, dalle cucine FIA alla consolle

 

Ha destato stupore la seconda attività di Gianfelice Guerini, lo chef stellato di Jean Todt e degli uomini della FIA: la sua grande passione è infatti la musica e da qualche tempo Felice, in arte Dj Felix Vender, prepara delle compilation che suona nelle discoteche del bresciano. C’è anche un video su youtube dove Felix Dj è in azione. Adesso sta preparando il terzo mix che verrà presentato in autunno, appena finisce la stagione di F.1. Bravo, poliedrico e sorprendente…

 

Nicola Coscione, il made in Italy da esportazione

 

La storia di Nicola Coscione ricorda quella di tanti ragazzi che hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna all’estero. La sua, però, è una storia molto particolare perché da Aversa, dove è nato e viveva, era approdato a Maranello nei primi anni 2000. La passione per le corse c’era tutta, ma il primo posto era come aiuto cuoco. Pur di non perdere l’occasione Nicola si è sacrificato, ha lavorato duro e per tutta risposta ha ottenuto l’attenzione di Jean Todt, che dalle cucine (Todt  un estimatore della buona cucina e degli chef di alto livello) lo ha fatto diventare il suo uomo di fiducia. In pratica il logistico personale. Da quel momento in poi, lasciate le cucine, per Nicola si è aperto un mondo nuovo in cui da autista, factotum e assistente, ha seguito  Jean Todt che dopo la Ferrari, alla presidenza della FIA, ha voluto Nicola Coscione al suo fianco come uomo di fiducia. La scelta di lasciare l’Italia è stata sofferta, Nicola ha moglie e figli, ma il lavoro è di altissimo livello per ha sposato la causa di Todt ed è diventato il suo uomo di fiducia negli spostamenti. “E’ una vita in viaggio – dice Nicola – oggi Parigi, poi Ginevra, Londra, poi Roma non c’è mai un attimo di sosta. Una vita che ti insegna molto ma che ti mette a dura prova”.

E poi la F1, per cui nutre una passione enorme. “La F.1 mi ha insegnato che non è tanto il luogo dove si corre quanto il tempo che serve per tornare a casa. Da lì la decisione di prendere casa a Napoli e nei week end tornare in Italia. D’altronde, se viaggio spesso per lavoro, non sto mai due giorni nello stesso posto, perché non viaggiare per tornare a casa?”. Detto fatto ed ecco che il venerdì sera aereo per Napoli, poi lunedì aereo per Parigi o dove c’è un incontro o una riunione importante. La sua  la storia di un ragazzo italiano, 38 anni, con una enorme esperienza alle spalle: “Ero arrivato alla Ferrari a 24 anni, ho lasciato la casa e la famiglia per inseguire un sogno col cavallino rampante”. E oggi invece è l’assistente dell’uomo più potente della federazione mondiale dell’automobile.

Condividi su: