F.1 GP Francia Vettel sbaglia e chiede scusa a Bottas

 

Sebastian Vettel è un ragazzo onesto. Almeno stavolta lo è stato. Perché ha ammesso senza dubbio di aver sbagliato la frenata che è costata l’incidente alla prima curva. Un peccato per come è andata, come la racconta lui stesso: “Ero partito molto bene ma alla prima curva non avevo spazio dove andare. Davanti Hamilton era in traiettoria, dietro Verstappen che poteva approfittarne, Bottas era all’esterno e nella traiettoria giusta per la curva seguente, quando ho frenato sono finito sullo sporco e ho centrato in pieno la Mercedes. Mi spiace davvero ma non avevo davvero spazio per evitare il contatto. Mi spiace di aver rovinato la gara di Bottas e credo che la mia penalità sia stata giusta, non ci sono scusanti”.

 

Le scuse poi Vettel le ha fatte direttamente a Bottas che non è sembrato molto convinto, ma tanto ormai è andata così e a poco serve recriminare sul latte versato. Di sicuro la Ferrari aveva un buon passo gara. Forse non sarebbe servito per battere Hamilton che ha controllato la corsa fin dai primi metri, ma stando vicino all’inglese e con la strategia giusta si poteva giocare fino in fondo la vittoria o almeno un posto sul podio davanti alle Red Bull. Perché in prova il potenziale della rossa era superiore a quello di Verstappen e Ricciardo, in gara invece il primo ha preceduto Raikkonen il secondo ha ceduto al finlandese solo sul finire, ma è rimasto davanti a Vettel di un bel po’, complice anche il secondo pit del tedesco. Una Ferrari battuta, quindi, ma non sconfitta sul piano prestazioni. Perché il supermotore Mercedes c’era solo sulla carta visto che l’evoluzione prevista non è arrivata, ma era solo una unità fresca in sostituzione di quella che aveva fatto 7 gare prima. A livello aerodinamico le due rivali sembrano equivalersi e solo piccole regolazioni fanno la differenza. E il pilota.

 

Perché mentre Hamilton non sbaglia nulla, anche nei momenti più bassi, Vettel spreca ancora troppo. Se guardiamo la sua storia degli ultimi tre anni in Ferrari, alla prima curva ha commesso più incidenti di chiunque altro lo abbia preceduto. E’ un fatto psicologico, nel senso che se parte davanti ha la forza di dettare il ritmo come vuole, quando poi deve recuperare, gli scatta qualcosa per cui incappa nell’errore o si mette nella posizione di pagarla cara anche quando non ha colpe. E il fatto che Raikkonen sia ancora così veloce, e sia anche il primo che trova le soluzioni giuste, non è che faccia fare sonni tranquilli a chi vuole puntare tutto e solo su Vettel.

Ecco, servirebbe una Ferrari a due punte, ma qua ci vuole il coraggio di mettersi in casa qualcuno altrettanto veloce, se non di più, del tedesco. E questo non è sinonimo di vita tranquilla all’interno di una squadra. Ma così i mondiali costruttori (che portano tanti soldi) restano sempre e solo un miraggio…

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