F.1, GP Austria il miracolo si scrive Haas si legge Dallara

 Grosjean finalmente a punti in Austria con la Haas Dallara Ferrari (Foto Flavio Mazzi)

 

In un mondo dove non ci si inventa nulla e i miracoli sono banditi, resta solo la tecnologia. E in un mondo dove contano i soldi, vedere che la fantasia e l’intelligenza contano ancora, beh sono cose che fanno stare bene. Il caso della Haas è emblematico sotto questo aspetto. Domenica in Austria era il 50 GP per la piccola scuderia americana e il doppio risultato finale, Grosjean 4 davanti a Magnussen 5, ha portato una iniezione di punti importanti, tanto che oggi il team ne ha 49, due in più rispetto all’anno scorso. E a guardare la classifica è in 5 posizione, a 13 lunghezze dalla Renault, ma davanti a pezzi storici della F.1 come McLaren, Williams e Sauber.

 

Un risultato importante che però nasce in Italia, in quel di Varano de Melegari nelle menti della Dallara Automobili. Lo staff parmense collabora con la Haas fin dall’inizio ed è qui che un centinaio di tecnici Haas collaborano con i tecnici emiliani. Il risultato si vede: una vettura intelligente, che ha mutuato dalla Ferrari dell’anno scorso molte soluzioni, a parte motore e cambio, ma sopratutto una vettura senza tanti fronzoli, essenziale pur nella sua complessità. Gunther Steiner, il team manager che fa da collante, su questo non ha dubbi: “La collaborazione fra il nostro staff e quello della Dallara prosegue a meraviglia, siamo davvero soddisfatti e contenti per come vanno le cose anche se l’aspetto negativo è che tutte le volte che veniamo a Varano, mettiamo su un paio di kg di peso perché si mangia talmente bene, si sta talmente sereni che ci diamo dentro con le forchette!”.

 

Aspetto negativo a parte, ce ne fossero, Steiner può recriminare sulla classifica attuale: “E’ stata la stagione delle occasioni perse, abbiamo buttato via punti importanti per vari motivi. Penso all’Australia con due macchine davanti e ferme per un problema al pit stop, sarebbe stata una gara simile a quella austriaca. E le volte che abbiamo perso punti noi li hanno guadagnati i nostri diretti inseguitori. Quindi la classifica, posso dirlo, è bugiarda perché mostra meno del vero potenziale. Sono contento per Grosjean, che fino ad ora aveva sempre avuto problemi, penso al Canada con la marmotta investita prima e problemi tecnici poi, penso ad altre gare. Ma con Magnussen abbiamo un pilota che si è dimostrato costante, coriaceo e sempre a punti”.

 

La Haas ha 2 punti in più rispetto all’anno scorso, e mancano ancora 11 gare alla fine, come dire che il bottino può solo migliorare e visto che ogni posizione in più nel mondiale si traduce in soldi in più come premi finali, il sorriso è più che doveroso. Ma l’oggetto misterioso di questa stagione era Romain Grosjean, un pilota veloce ma sensibile. Se qualcosa non va per il verso giusto, si abbatte. Tanto che ormai le sue comunicazioni radio erano diventate oggetto di battute. Finalmente, dopo aver mancato tante occasioni, eccolo a punti con un piazzamento eccezionale: quarto posto. Il migliore per la Haas: “Diciamo pure che il doppio ritiro delle Mercedes e della Red Bull di Ricciardo ci hanno aiutato, ma è anche vero che abbiamo sempre corso nelle posizioni di testa per tutto il week end, abbiamo sempre segnato buoni tempi. Poi guidare per 20 giri con le gomme consumate e col blister (bolle d’aria sul battistrada, ndr) non è stato per niente facile. Un risultato così ci voleva per me, per la squadra e per i ragazzi che si sono sacrificati durante la stagione. Spero proprio che sia un punto di svolta e che la sfortuna precedente possa essere dimenticata”.

 

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