F.1 GP Australia 2019, Ferrari sbaglia la finestra sul cortile?

C’è un giallo nel primo GP della stagione. Al di là della vittoria, meritata, di Bottas con la Mercedes, è il modo in cui il finlandese ha vinto sul compagno Lewis Hamilton e il distacco inflitto a uno che, a parità di macchina, difficilmente le prende. Questo giallo diventa un mistero se si analizza la corsa della Ferrari, che con Vettel e Leclerc non è andata oltre il quarto e quinto posto, cedendo il podio a Verstappen con la Red Bull Honda, primo podio per i giapponesi dopo 5 stagioni di delusioni. Questo giallo potrebbe essere riassunto in un titolo: la finestra sul cortile.

 

Quando nel 1954 Alfred Hitchcok presentò questo film di certo non pensava alla F.1, ma a distanza di anni si sposa perfettamente con quanto visto a Melbourne. Perché il segreto di Bottas, e la delusione degli altri, sta tutta in quella finestra di utilizzo delle gomme Pirelli. E’ bastato poco per far passare le speranze Ferrari in una delusione. In prova non riuscivano a farle girare come si deve, mentre in gara è accaduto qualcos’altro. La dimostrazione arriva proprio da Bottas. Partito bene, alla prima curva era davanti, ha impostato il suo ritmo mentre dietro Hamilton ha dovuto patire. Uno viaggiava forte, l’altro annaspava. Segno che l’aderenza non era la stessa per entrambi, pur a parità di macchina. Ergo, era il fattore esterno a fare la differenza.

 

Che i conti non siano tornati lo ha dimostrato la strategia Ferrari. Hanno richiamato ai box in anticipo Vettel, il giro seguente la Mercedes ha fatto lo stesso con Hamilton, marcando a uomo i rivali. Eppure con gomme nuove, i tempi sul giro erano peggiori rispetto a chi, in pista, ha continuato a girare con le stesse coperture. Vedi Verstappen che si è fermato ben oltre metà gara con mescola più morbida eppure più veloce di Hamilton e Vettel che avevano gomme fresche. E guarda caso entrambi i piloti sul finire di gara erano in difficoltà con la durata e l’aderenza, tanto che Vettel ha subito un sorpasso da Verstappen non in frenata ma in accelerazione uscendo di curva. Ovvero, la Red Bull aveva trazione, la Ferrari no e i 10 km orari in fondo al dritto lo dimostravano.

 

Per Hamilton pure l’aggravante del fondo danneggiato all’altezza della ruota posteriore sinistra, cosa che ha compromesso l’assetto e spiegato il distacco subito da Bottas. Il segreto, quindi, sta nel capire come sfruttare al meglio una copertura che per mescola e durata sembra migliore di quelle dell’anno scorso, ma in quanto a comprensione, se si esce da quella finestra sul cortile, si rischia di annaspare. Questo per dire che il trionfo Mercedes, con una Ferrari a quasi un minuto, deve allarmare ma non segnare la stagione della rossa, perché le qualità viste nelle prove invernali ci sono tutte. Su questa pista i valori cambiano rapidamente e con queste gomme basta poco per finire nei guai o sull’altare, a seconda di come la imbrocchi. Certo è che era la prima volta che si incontravano certe temperature, che la pista fosse scivolosa e che la mancanza di carico o di grip sulla Ferrari è stato evidente.

 

In quanto al debutto di Leclerc e al mancato sorpasso su Vettel, poco da dire. Per la squadra non sarebbe cambiato nulla in quanto a punti e sarebbe stato inutile in questa fase dare ordini. In quanto al resto, bravo Bottas. Aveva bisogno di ritrovarsi e lo ha fatto nella maniera migliore. Infine una nota su Giovinazzi. Ha finito la gara, ha avuto un ritmo non proprio irresistibile e ha patito pure lui l’adattamento alle gomme e al loro sfruttamento. In gara è stato ostico e difficile da superare. Villeneuve in TV lo ha criticato, invece Antonio ha fatto benissimo: ha mostrato che non è un tenero, che chi vuole superarlo deve fare fatica. Ecco, doveva mostrare un biglietto da visita e lo ha fatto: non sottovalutatelo, ha fatto benissimo così.

AUTOMOTO.IT

 

 

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