F.1 del 2018, i dubbi dopo la gara di Abu Dhabi

 

Meno male che è finita, perché una processione così senza spunti degni di nota ha solo conciliato col sonno. Che poi abbia vinto Bottas con la Mercedes davanti a Hamilton completando la doppietta tedesca di questa stagione, è un segnale che per il futuro lascia poco spazio alla fantasia. Sono tornati ad essere i più forti, anche con una macchina critica che a inizio anno non era competitiva. E questo per la Ferrari non è un bel segnale, anche se Vettel e Raikkonen hanno chiuso al terzo e quarto posto, il distacco subito non è di quelli che lasciano sereni.

 

La macchina del 2018 è già definita al 90 per cento. Ci saranno novità tecniche dal punto di vista sicurezza, con l’adozione di Halo, l’anello di protezione dell’abitacolo, che col suo peso di 12 kg influirà sulla distribuzione dei pesi, l’aerodinamica e forse anche sulla sicurezza se i piloti, restando incastrati sotto, avranno difficoltà a uscire dall’abitacolo. Mettere 12 kg in alto su una macchina dove i 2 kg di zavorra messi nella parte bassa del fondo cambiano totalmente l’assetto sarà una sfida importante e se si parte da questi livelli di sviluppo, con la Mercedes ancora davanti alla Ferrari, il dubbio che ci sia da lavorare il doppio è molto forte. A Maranello hanno compiuto un miracolo quest’anno, recuperando oltre un secondo al giro ai rivali, sperare in un altro miracolo il prossimo anno fa bene al morale ma alla pratica diventa un compito difficile.

 

Ed ecco che questo dominio Mercedes, con tempi di mezzo secondo al giro più veloci della Ferrari e di 7 sulla Red Bull, rischiano di essere il biglietto da visita di un campionato 2018 che parte in salita, anche se c’è da dire che il trend della Ferrari negli ultimi anni, dal 2014 ad oggi, è stato sempre in crescita e quindi non si può disperare. Di sicuro c’è che a inizio anno la Ferrari era meglio della Mercedes e gli sviluppi durante la stagione sono stati insufficienti. La rossa ha avuto poco margine di miglioramento e mentre la rivale ha dominato la fine dell’annata (complice anche i guai della Ferrari a Singapore Malesia e Giappone) quando si è corso in condizioni normali non c’era più quella lotta serrata cui ci aveva abituato la Ferrari. Ovvero Messico, Austin sono state un primo segnale,  in Brasile si è vinto alla grande ma il ritmo di gara di Hamilton era da paura, ad Abu Dhabi, pista ostica, si è tornati allo stesso distacco precedente delle gare americane. E quindi? Presto per trarre conclusioni, di sicuro i tedeschi correranno ai ripari correggendo gli errori fatti, ma a Maranello hanno ancora margine di sviluppo sufficiente per stare davanti?

automoto.it

 

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