Automotoretrò quattro passi in mezzo alla storia

 

Eventi quali Automotoretrò ed Automotoracing, proprio perché hanno l’ambizione e lo scopo di guardare nel mondo dei motori a 360°, sia trasversalmente su tutto quanto possa essere collegato a mezzi a motore, sia coprendo un arco di tempo che va dagli albori della mobilità meccanizzata a tempi recenti, spesso nascondono, tra i meandri degli stands, qualche “pezzo” particolare, o regalano, ai più inattesa, l’emozione dell’incontro con qualche personaggio famoso del mondo sportivo, sia che possa essere attuale o del passato. 

Necessario quindi armarsi della lente d’ingrandimento di Sherlock Holmes, di un po’ di pazienza, di spirito d’osservazione e, ultima ma sempre quanto mai elemento essenziale, una buona dose di fortuna, per essere al posto giusto nel momento giusto; in ossequio a questo principio, raccolti questi elementi, la rassegna torinese ha evidenziato alcune “chicche” veramente interessanti. 

La prima è già all’ingresso: alzi la mano (senza barare!) chi sapeva che decine d’anni fa esisteva una casa automobilistica chiamata Puma che ha prodotto un modello sportivo, peraltro oggi oggetto di un club dedicato, le cui fattezze possono vagamente ricordare quelle dell’americana Corvette. Più facile invece identificare la Lancia Trevi “bimotore”, frutto della geniale mente del compianto Giorgio Pianta, peraltro grandissimo pilota, modello unico ma assolutamente funzionante, sul cui concetto venne poco tempo dopo sviluppata e perfezionata la struttura meccanica di quel gioiello che fu la Delta S4. 

 

 
Di grande interesse un’Alfa Romeo 750 competizione, dotata di una linea aerodinamica decisamente avanzata per i suoi tempi (e tale da non passare inosservata anche agli occhi dei visitatori più sonnacchiosi), e di un motore di 1600 cc capace di farle raggiungere i 220 km/h. 

Non era una sorpresa, ma la Tecno, partorita dal rinato marchio con l’apporto del grande Nanni Galli, motorizzata da un propulsore Alfa Romeo di 4,7 l, era uno dei pezzi più pregiati della rassegna, non solo perché il poderoso motore di 503 cavalli è alimentato, in ossequio al crescente interesse verso forme di mobilità sostenibile, a GPL, ma per quelle linee che riportano idealmente a quelle dei prototipi degli anni ’70, e per la modalità di “marketing”, sobria ma intelligente, con la quale il progetto è stato e viene proposto. 

Pochi stand più in là faceva bella mostra di se la rivisitazione di una Fiat 126 carrozzata da Michelotti, uno dei tanti allestimenti che negli anni ’60-’70 coraggiosi ed arditi carrozzieri, che la crisi degli anni ’70 fece purtroppo scomparire, proponevano per offrire al pubblico modelli caratterizzati da un’elevato tasso di personalizzazione. 
La Scuderia del Portello non è una novità assoluta, lo era il suo ritorno alla manifestazione, peccato solo che, da una struttura come quella che rappresenta il mondo sportivo dell’Alfa Romeo del passato, e che dispone di un parco vetture invidiato da tutto il pianeta, ci si sarebbe attesi una partecipazione un po’ più “corposa” sotto l’aspetto numerico delle vetture. 

Uno dei pezzi più “nascosti” ma più interessanti era una moto da 50 cc che, nell’agosto dello scorso anno, ha battuto un record di velocità sfiorando, chapeau, le 92 miglia orarie, una prestazione che ha quasi dell’incredibile e che veniva attestata dal certificato rilasciato nell’occasione e che faceva bella mostra di se sulla parete. 

 

 
Poiché spesso uno degli elementi che si valutano per un matrimonio è la vettura che porterà la sposa all’altare, per chi voglia cercare una soluzione particolare forse è da tenere in seria considerazione la possibilità di affidarsi ad una Fiat 500 “limousine” quale quella presente in uno degli stand; certamente non si correrà il rischio di non passare inosservati… 
A parte una parata di tuning estremo, coloratissimo ed appariscente, ed una Alfa Romeo Giulia in versione raid, quasi un passaggio di consegna tra l’Expo del 2010 e quello del 2015, la Sparco presentava le tute originali di piloti quali Toivonen, Bottega, Delecour, McRae e Gigi Galli, tutti piloti che hanno lasciato un segno nel cuore dei loro tifosi. 

Un salto nella Formula 1, se da un lato ha riservato la presenza di due vetture degli anni ’80, guidate da Fittipaldi e Rosberg, dall’altro ha regalato, e qui la fortuna era basilare per incontrarli, la possibilità di incrociare negli stand Giancarlo Minardi che si ricorderà come titolare di una scuderia, ed il mitico Arturo Merzario, un pezzo di storia dell’automobilismo mondiale degli anni ’70 e ’80.

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