ACI Racing weekend

 

Al via la novantasettesima stagione dell’Eni Circuit di Monza.
La sua storia gloriosa racconta epiche gare purtroppo anche tragiche, ma soprattutto racconta storie di uomini che hanno inventato e fatto dell’automobilismo la loro linfa vitale.
E anche questo fine settimana la storia continua…

Due le sorprese che hanno caratterizzato questo inizio di stagione: la pioggia e il freddo da novembre inoltrato e la grandissima partecipazione di pubblico che ha riempito il paddock e le tribune dell’autodromo monzese.

Parlavamo di storie dell’autodromo.. come in ogni anno, da quasi un secolo sono gli uomini che la scrivono giorno dopo giorno e secondo dopo secondo (giusto per rimanere in tema automobilistico); piloti di ogni età hanno affrontato l’asfalto monzese con tutta la sana grinta e lealtà affrontandosi in svariate categorie, con tutti i loro mezzi a disposizione per essere i più competitivi.

 

 

Ci sono state epiche battaglie, come nella gara 2 di domenica nel campionato italiano prototipi dove Davide Uboldi ha scritto una preziosissima pagina nel suo libro, dopo un infelice gara 1 che lo ha visto ritirarsi dopo un contatto in prima variante con Gagliardini, partito ultimo e dopo una meravigliosa partenza a “tuono” ha iniziato letteralmente a volare superando tutti i piloti e portando a casa una grandissima vittoria a 46 anni appena compiuti (è la seconda volta che Davide ci riesce partendo ultimo) e come direbbe il “Drake” “Piloti che gente”
Le storie continuano; ognuno di noi ha un colore o un numero che lo rappresenta e che sente suo, ma da queste parti, in questa lingua di asfalto nero del parco di Monza, c’è un colore, un numero e una macchina e un nome che più di ogni altra cosa rappresenta la passione del popolo monzese; il numero 27 su una Ferrari rossa con un nome come Villeneuve.

Una congiunzione astrale che ha scosso l’anima di tutti noi, chi ha visto il padre correre qui e chi ha sognato da bambino di essere lui, perché pochi piloti hanno rappresentato la velocità in tutto e per tutto, se Gilles fosse nato nei primi del ‘900 Marinetti lo avrebbe eletto icona del suo movimento. Ma torniamo a noi, Jacques che come tutti i figli è l’evoluzione del padre è tornato a correre nella “sua Monza” che lo ha visto muovere i primi passi del motorsport nel nostro vecchio
e compianto CiVT per poi portarlo sul tetto dei due mondi, nel 1995 vinse la 500 Miglia di Indianapolis e il titolo della Formula CART in USA e nel 1997 a vincere il titolo mondiale in F1, senza dimenticarti un secondo posto nella 24h di Le Mans. La sua passione per le gare lo ha portato ancora una volta a indossare tuta e casco per correre la prima gara del nuovo Campionato Gran Turismo Endurance grazie al team Baldini 27 che ha deciso di fare le cose in grande mettendo
come compagni di squadra del campione del mondo un altro pezzo da 90 del motorsport mondiale, ovvero Giancarlo Fisichella e il velocissimo Stefano Gai.

 

 
La gara è stata caratterizzata dalla pioggia che nel vero senso della parola ha scombussolato tutti i
maghi dei muretti, gara dichiarata bagnata e tutti i piloti sono partiti con le rain, ma dopo il primo
giro Gai con sa sua Ferrari rientra ai box per fare il colpaccio e ci riesce pure perché la sua Rossa 27
inizia a volare, dopo un ora cede il suo sedile a Villeneuve che continua la sua galoppata
mantenendo la prima posizione e consegnando la macchina a Fisichella per l’ultimo stint di una
corsa che sembra già essere ai titoli di coda, ma come sempre accade nelle storie il colpo di scena
è in agguato e per colpa di un problema all’impianto elettrico per il team Baldini27 sfuma la
vittoria. La fortuna come sempre aiuta gli audaci e ai saggi e consegna a vittoria alla BMW n. 15 del
BMW team Italia capitanati dal trio Comandini, Johanson, Krohn vincono una grandissima tre ore
con una guida velocissima ma attenta a non prendersi dei rischi a interpretare al meglio le
condizioni meteo.

 

Chissà cosa avrà pensato il giovanissimo Moritz SAGER quando nello schieramento di gara 2 del
Porsche Carrera Cup Italia, ha parcheggiato la sua 911 GT3 davanti a tutti.. e non è stato il solo!
Anche un altro esordiente come l’americano Conwright che ha stappato per ben due volte la
bottiglia dello champagne del secondo posto sul meraviglioso podio Monzese, proprio un gran bel
esordio per questi rookie della categoria, senza dimenticare il povero Iaquinta che dopo aver
dominato gara 2 e tagliato il traguardo è stato costretto a fermare la sua macchina a bordo pista a
secco di benzina e quindi squalificato per la mancanza dei tre litri a bordo come da regolamento.
I piloti non sono gli unici attori di questo grande circo che ogni domenica anima gli autodromi, ad
affrontare questo terribile weekend nel senso meteorologico ci sono sempre quei uomini che
nessuno nota durante la gara ma nel momento del bisogno saltano fuori come delle molle, parlo di
uomini che il mondo ci invidia: i commissari di percorso dell’ ACI Milano e dei Leoni della CEA
sempre pronti a vegliare su tutto e tutti; su ogni libro del motorsport dovrebbe esserci un capitolo
dedicato a loro.

 

 
A continuare a raccontare la storia di questo weekend ci hanno pensato anche i funamboli della
F2000 Trophy che con le loro monoposto hanno movimentato la giornata con i loro sorpassi e
controsorpassi in tutte le staccate più violente dell’autodromo di Monza.

Zeller è stato l’alfiere delle due manche con due meritatissime vittorie imponendosi prima su
Perego e Benalli in gara 1 e in gara 2 su Battiroli e il solito Perego.

Prima si parlava di passione, chi più dei piloti del Mini Challenge che hanno portato colore e gran
divertimento nel primo grigio fine settimana del loro campionato, tra sportellate e testacoda
controllati e non, le due manche hanno visto primeggiare Tramontozzi in gara 1 e in gara 2
Sandrucci.

 

 

Prima facevo riferimento al CiVT adesso denominato TCR nelle sue due varianti: il TCR DSG
Endurance che con la sua gara di due ore ha visto dominare la Scuderia del girasole con i fratelli
Altoè che si sono imposti davanti a una vecchia volpe come Dindo Capello e Guida e al terzo posto
Fedeli Barberini.

Come sempre la storia la fanno gli uomini con la loro volontà e i propri gesti, ma c’è un posto nel
mondo che la storia viene scritta anche da un luogo ben definito; L’autodromo di Monza che come
un cantastorie ce le fa vivere e ce le racconta.

 

Condividi su: