30 ANNI E NON LI DIMOSTRA

 

Il riferimento non è ad una bella donna (data l’età sarebbe irriguardoso) ma al Trofeo Andros, il più celebre campionato automobilistico invernale su ghiaccio, che viene svolto in Francia e che quest’anno giunge alla sua 30^ edizione, un traguardo di grande prestigio che attesta quanto nel tempo questa serie abbia saputo crescere e consolidarsi nel panorama sportivo.

 

Un campionato sempre di grande richiamo e di assoluto livello, grazie anche alla presenza, nel corso degli anni, di nomi altisonanti quali, solo per citare qualcuno dei più famosi, Gilles Villeneuve, Alain Prost, Olivier Panis, (e più nel passato Markku Alen e Ari Vatanen). A contendersi la palma di più forte di sempre sono però Yvan Muller (48 vittorie e 10 titoli, dal 1996 al 2006) e Jean-Philippe Dayraut (51 vittorie e 5 titoli nelle ultime 6 stagioni).

 

Da evidenziare che nel tempo il Trofeo Andros ha integrato nel suo programma di gare anche le moto e le vetture elettriche, così dimostrando di sapersi sportivamente adeguare anche alle nuove forme di mobilità.

 

Il calendario della serie risulta strutturato, dal 08/12/18 al 09/02/19, sulle sette prove di Val Thorens, Andorra, Isola 2000, Serre Chevalier, Lans en Vercors, Superbesse, per concludere con l’appuntamento di inizio febbraio all’interno dello Stade de France a Parigi per una gara, su un tracciato ovale “all’americana”, che promette un alto tasso di spettacolarità.

 

 

Interessante rilevare come in terra d’oltralpe a questo campionato venga data ampia copertura televisiva; la trasmissione delle gare, le interviste ai piloti, le analisi dei commentatori, tutto attesta come si tratti di un campionato “importante”, e come tale trattato, come confermato anche dalla sempre cospicua presenza di pubblico.

 

Gare serrate, che si svolgono sia durante il giorno che in notturna sotto la luce dei riflettori, in un’atmosfera coinvolgente, un grande equilibrio rilevabile sin dai tempi delle prove libere e di quelle ufficiali, vetture e piloti di altissimo livello, un’organizzazione meticolosa sin nei particolari; insomma, ogni elemento aiuta a comprendere la longevità e lo charme di questo campionato.

 

Una kermesse che i “cugini” transalpini mostrano con un orgoglio tutto francese, peraltro giustificato, che rimane un punto fermo nel panorama sportivo automobilistico d’oltralpe, e che ha raccolto l’eredità, dandone continuità nel tempo, di competizioni invernali degli anni ’70 quali la 24 ore di Chamonix che vedeva presenti le squadre ufficiali (e relativi piloti) del mondiale rally d’allora.

 

Tutto questo è il Trofeo Andros, al quale solo un commento appare appropriato… chapeau!

 

 

 

(foto archivio della gara di Serre Chevalier)

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