ALFA ROMEO GIULIA E STELVIO MY2020 Evoluzione di una rivoluzione. Ecco come vanno

DI PAOLO CICCARONE
Per gli amanti di Alfa Romeo l’arrivo di Giulia ha rappresentato il ritorno a un segmento di sportive in cui il Biscione dominava in pista e su strada. Poi con Stelvio è arrivata la rivoluzione sotto forma di un SUV massiccio ma dalle incredibili doti di guidabilità. Oggi, a parità di motore (o quasi, mancano 20 cavalli) se metti in pista una Stelvio e una Porsche Macan, sul tracciato di Quattroruote la Stelvio rifila 2 secondi alla tedesca. Segno che telaio e dinamismo ci sono. Lo stesso dicasi di Giulia che nel confronto strada e pista con Audi o BMW per non dire Mercedes, è una berlina che mena le mani. Eppure il mercato non ha premiato il marchio Alfa Romeo perché il piacere di guida non basta in un segmento in cui i clienti vogliono altre cose. Non dinamismo ma connettività, non tenuta di strada ma infotainment avanzato. Non accelerazioni brutali ma interni rifiniti nei particolari.

E così, per il MY2020, Giulia e Stelvio hanno fatto un passo in quella direzione.

Esterni simili alla versione conosciuta, dinamismo intatto, ma tanti altri piccoli particolari che la rendono più appetibile e affascinante. Certo, per questioni di progetto mancano i fari full led e ci sono gli Xeno e i superficiali sono pronti a dire che non va bene. Come se da una lampadina dipendesse il valore e la sostanza di una vettura. Ma in un mondo di superficiali e di apparenze, per alcuni potrebbe essere un motivo di rifiuto. Salvo poi salire a bordo, guidarle e scoprire perché sono belle così. Il MY2020 è molto curato dal punto di vista insonorizzazione.
Gli specchietti, ad esempio, non hanno il fruscio tipico delle micro turbolenze e quel poco di motore che si sente (bello tosto e divertente l’ultimo da 280 CV per non dire del diesel 2.2 da 190!) non disturba affatto perché è migliorata l’insonorizzazione. Se ad esempio con una BMW senti il rumore dietro, dallo scarico, da Alfa lo senti davanti che ti avvolge. Non è un qualcosa di devastante, ma un soffice abbraccio che ti avvolge nell’abitacolo quel tanto che basta per sentire che succede. A livello di ammortizzatori sembra non sia cambiato niente. Eppure oltre alla silenziosità di marcia è migliorato il confort. La dimostrazione dalle strade sconnesse della Puglia, con buche e avvallamenti degni di mulattiere in certe tratte. Eppure Giulia e Stelvio galleggiano, passano sopra e vanno oltre.

Non ti curar di loro (le buche) ma guarda e passa.

Dante non avrebbe fatto di meglio. E qui stupisce un po’ la cosa perché la ricordavamo un po’ rigida, quasi spaccaschiena in certi frangenti, ma stavolta si sopravvive alla grande. E poi gli ADAS, i sistemi di sicurezza sviluppati con BOSCH. L’allineamento in autostrada, in guida semiautonoma di grado 2, la frenata automatica nel traffico cittadino funziona e anzi si prende dei margini superiori a quelli di un essere umano al volante. Come dire che la tecnologia è molto più cauta dell’uomo. Noi ci saremmo fermati a 10 centimetri dal paraurti di quello davanti, il sistema si ferma a quasi 2 metri. La differenza è notevole e tarato su una media di utenti. Non tutti sono Vettel o Leclerc (ops, paragone sbagliato visto come vanno le cose con questi due…).

Altra perla di Giulia e Stelvio i colori 2020.

Il verdone metallizzato è stupendo da vedere, il bianco perla riflette al sole e il contrasto con i finestrini anneriti la rende elegantissima. E poi un oro metallizzato, ottimo per i mercati arabi o asiatici dove impazziscono per questi colori. Un piccolo passo in avanti di Alfa Romeo, un grande passo per due modelli che meritano più di quanto i dati di vendita dicono. Sui prezzi aspettiamo la pubblicazione a breve. Di sicuro i ragazzi di Alfa Romeo ci hanno messo passione, impegno, dedizione e applicazione. Poi i piatti si fanno con gli ingredienti disponibili e non è detto che la cucina povera sia meno buona di quella di certi chef stellati. Sofisticata, pubblicizzata, ma che ti lascia quel senso di fame che Giulia e Stelvio soddisfano in pieno.
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