FEDERICO GIULIANI PER AUTOMOTO.IT
L’ultima proposta varata dall’amministrazione Biden potrebbe scatenare l’ennesimo terremoto sull’asse Washington-Pechino. Le auto cinesi intelligenti sono anche “spie”?
Il potentissimo Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti proporrà di vietare la vendita o l’importazione e la circolazione di tutti quei veicoli intelligenti che utilizzano o contengono tecnologie cinesi o russe. In nome della sicurezza nazionale, gli Usa hanno lanciato l’allarme sul rischio che i mezzi più moderni possano essere impiegati da Paesi terzi come strumento di spionaggio o, addirittura, come un’arma nel corso un ipotetico conflitto, viste anche i più recenti fatti accaduti in Libano attraverso cercapersone modificati. Non solo, dunque, dazi del 100% sugli EV cinesi e del 25% sulle batterie del Dragone – insieme ad altre stangate su prodotti d’oltre Muraglia quali pannelli solari, acciaio e semiconduttori – ma anche un probabile stop tassativo a qualsiasi software e hardware incorporato in veicoli provenienti da Cina e Russia.
La doppia decisione, frutto di sette mesi di riflessioni e analisi, dovrebbe concretizzarsi a partire dal 2027 (quella sui software) e dal 2030 (hardware), anche se al momento non sono stati diffusi ulteriori dettagli. Le normative proposte dal Bureau of Industry and Security del citato Dipartimento del Commercio, che l’amministrazione Biden spera di finalizzare entro gennaio, si applicheranno a tutti i veicoli a ruote che si sposteranno su strade pubbliche – come auto, camion e autobus – ma non riguarderanno i veicoli agricoli o minerari che circoleranno su strade private.