MAGGIORA OFFROAD WEEKEND, SI RIPETE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Dopo il primo appuntamento, un successo, occorso a fine giugno i vulcanici organizzatori della “Maggiora Offroad Arena” hanno nuovamente dato modo ai fuoristradisti ed ai loro mezzi di potersi ritrovare per un weekend di festa, di amicizia e di divertimento, tre giorni da dedicare interamente al fuoristrada, non una manifestazione agonistica ma una sfida di uomini e mezzi con gli ostacoli naturali ed approntati per mettere alla frusta capacità personali e tecniche.

Il tutto attraverso un percorso, come ribadito dagli organizzatori “completamente naturale”, per un totale di circa cinque chilometri, che si è snodato sia su stradine immerse nella boscaglia e tra la natura all’interno del comprensorio, e come tali non aperte al transito, con passaggi sulla costa di colline, all’interno di guadi e in stretti ed insidiosi passaggi nel bosco; il punto clou dell’evento era però rappresentato da un’area, appositamente creta, nella quale i passaggi assumevano un livello di difficoltà tale da non essere alla portata di tutti.

Tre i livelli di difficoltà dei percorsi, ciascuno dei quali appositamente definito prima dello start del percorso da un colore, in conformità, per semplificazione, alla classificazione delle piste da sci, con un crescente livello di difficoltà, anche un implicito “messaggio” relativo a quali mezzi avrebbero potuto afffrontare le relative difficoltà.

Il tracciato definito come BLU, quello più “facile”, risultava percorribile senza grossi patemi d’animo da vetture a 4 ruote motrici e dotate di un assetto stradale, quello contrassegnato dal colore ROSSO imponeva, per sicurezza, alcuni elementi di preparazione, quali roll-bar, sedile e cinture da competizione ed era sconsigliato ai neofiti, laddove era già necessaria una tecnica di guida adeguata, per finire con quello “etichettato” dal colore NERO, destinato esclusivamente a prototipi ad alto tasso di elaborazione e dove tecnica di guida di ottimo livello ed esperienza erano elementi essenziali; ad ogni bivio veniva chiaramente segnalato quale percorso affrontare in base al mezzo di cui si disponeva.

Grande lavoro in tutto il weekend da parte degli addetti e dal personale sul circuito sparso per tutta l’area dell’evento, sempre pronto ad intervenire per aiutare chi si trovasse in qualche impaccio ed a consigliare, soprattutto ai partecipanti più inesperti, le modalità più opportune per affrontare le difficoltà, un prezioso lavoro determinante al buon esito di una manifestazione di questo genere.

Come si diceva, non si è trattato di un evento avente carattere di competizione; all’interno degli orari che erano stati definiti per ciascuna giornata del weekend a ciascun partecipante, nel rispetto degli altri presenti nel medesimo settore, era consentito affrontare liberamente e senza vincolo alcuno, sia nel numero di passaggi sia di tempi “minimi”, i tratti e gli ostacoli che preferiva, fermo restando il limite che per certe difficoltà il mezzo, per ovvie ragioni di sicurezza, non poteva essere certamente sprovvisto di quei dispositivi utili a garantirla.

Anche per chi vi abbia assistito, come il sottoscritto, in veste di visitatore interessato e curioso, si è trattato di un bel weekend, nel quale impossibile non provare compiaciuta ammirazione nel vedere eseguiti con successo passaggi che a prima vista non si presentavano proprio agevoli, apprezzando la bravura dei piloti che, incuranti delle difficoltà, entusiasmavano tutti i presenti con evoluzioni al limite della legge di gravità o dell’equilibrio.

Una manifestazione che è possibile apprezzare appieno solo presenziandovi personalmente, ed alla cui spettacolarità è difficile rendere merito con una carrellata fotografica quale quella in allegato, certamente un’esperienza interessante, un mondo semplice ed un ambiente semplice e coinvolgente che sanno accogliere con simpatia chiunque vi si avvicini.

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