AL MAUTO LA MOSTRA “THE GOLDEN AGE OF RALLY” PONE A CONFRONTO I RALLYSTI DI IERI E DI OGGI

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Al Museo dell’Automobile di Torino, instancabile nella proposizione di eventi riguardanti il mondo delle “quattro ruote”, nell’ambito della mostra “The  Golden Age of Rally”, realizzata in partnership con la Fondazione Gino Macaluso, che ha messo a disposizione il parco di meravigliose vetture in esposizione, è andato in scena il secondo “rally talk”, avente a titolo “Piloti tra ieri e oggi. L’evoluzione di uno sport con la voce dei protagonisti”.

Sul palco, in un confronto tra generazioni, presenti Miki Biasion e tre dei nostri alfieri impegnati nel campionato europeo rally, Simone Campedelli, Andrea Crugnola e Rachele Somaschini, supportati via remoto da Federico Ormezzano e Jari Matti Latvala, che con i suoi diciotto successi è il pilota ad aver vinto più gare senza aver conquistato un alloro iridato, purtroppo per lui stretto nella morsa dei due campionissimi Loeb ed Ogier che hanno monopolizzato la disciplina negli ultimi due decenni.

Una disamina interessante, a 360° sul mondo dei rally (anche se forse applicabile ad altre discipline motoristiche), nella quale sono anche emersi I problemi di un mondo che, rispetto a trenta anni fa, “paga” tutta una serie di situazioni, politiche e di interessi economici, che lo hanno relegato ad un ruolo di secondo piano.

Interessante notare come, tra la “vecchia” generazione di piloti e gli attuali drivers impegnati nelle competizioni, moltissimi punti di vista e moltissime considerazioni e critiche risultino ampiamente condivise, sia sotto l’aspetto strettamente tecnico, dove in fondo una Gruppo B ed una WRC od una Rally1 hanno molte similitudini sotto l’aspetto della difficoltà di guida, sia sotto l’aspetto sportivo, laddove troppe sono le gare che si svolgono spesso in concomitanza, troppi i campionati presenti a calendario, troppo brevi le prove speciali perché un pilota possa godere del piacere della guida senza essere condizionati dall’esito del cronometro.

Anche l’informazione, per essere sinceri, ha negativamente contribuito in questo; d’accordo con Biasion che la maggior parte dei media ormai assistono alle gare dalle sale stampa, e d’accordo con Campedelli che afferma che i rally vanno vissuti a bordo strada, ormai il proliferare di blog “copia / incolla” gestiti da persone di nessuna cultura giornalistica (e spesso neppure sportiva) ha portato all’assistere a commenti di persone che la gara manco l’hanno vista, o più spesso alla scopiazzatura di comunicati stampa (foto incluse, spesso scadenti) asettici che non possono regalare alcuna emozione, con il risultato di avere un’informazione mediatica che è divenuta via via sempre più scadente ed incapace di coinvolgere gli appassionati, il tutto a discapito dei pochi professionisti volenterosi ancora esistenti e che vanno a seguire le gare a bordo strada (o pista).

Due ore di confronto tra due generazioni di piloti molto più vicine ed accumunate dagli stessi pensieri di quanto non si potrebbe immaginare; sicuramente, tra le derivate dalla produzione di serie degli anni ’70 ed I “mostri” delle Rally1 di oggi sembra passata un’eternità; ma la storia spesso si ripete; così come allora si giunse alle Gruppo B degli anni ’80, poi abbandonate per ragioni di sicurezza a favore delle più “miti” ma non meno performanti Gruppo A, così oggi le vetture da rally si sono evolute sino alle WRC ed alle Rally1, con il capo della FIA che sta proponendo di passare unicamente alle Rally2, se non addirittura alle Rally3.

Lo stesso Jari Matti Latvala, Team Principal della Toyota, ha neppure troppo velatamente indicato come sarebbe opportuno un momento di riflessione utile a mantenere da un canto la competitività delle gare e dall’altro l’entusiasmo degli appassionati, che la mancanza di un nutrito numero di case sta un po’ “raffreddando”.

Una bella serata, in attesa della prossima, tra un mese circa, nella quale, si può esserne certi, non mancheranno gli spunti di discussione e di riflessione.

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