MODELLISMO Ferrari 156/85 la rossa che tradì Michele Alboreto

TESTO E FOTO DI ROCCO GIBILRAS

Carissimi lettori di RMC Motori, quanti di voi rimpiangono i famosi anni 80 dove tutto sembrava girare più lentamente rispetto ad oggi.

Dove gli smartphone e i cellulari erano un pensiero eretico di qualche luminare che prima si era fatto di eroina…

Dove la massima categoria del motorsport come la F1 sapeva regalarci spettacolo vero…  dove chi guidava assumeva più le sembianze di gladiatori lanciati sull’onta dei circuiti…. Fra curve rettifili e monoposto lasciate in panne a bordo pista…. (robe da pazzi conclamati)

La f1 dove si poteva vedere ( non raramente) spingere le monoposto dai piloti negli ultimi 400m perché si finiva la benzina.

Quella f1 che sicuramente era meno tecnologica e meno mediatica… Ma sicuramente più carismatica e genuina.

Gli anni 80 per me sono l’emblema di questo sport sfociato poi fino ai primi anni 90.

Ricordo monoposto 1500cc con turbine ( vere) senza batterie o motori elettrici in parallelo al termico dove il pilota doveva essere capace di domare una potenza pura e cruda al cerchione in ogni curva di ogni singolo circuito con la variabile del peso della benzina da mettere in conto giro dopo giro. 

Quanti di voi non ritornano indietro con questi ricordi.? Io sono nato nel giugno del 1985. A quei tempi la F1 era in piena era turbo.  Comprese le due Ferrari 156/85 di Michele Alboreto e di Stephan Johansson.

In questo mio ricordo oggi vi voglio portare a quel 1985 mostrandovi la mia realizzazione in scala 1:12 della monoposto di Michele Alboreto col n27. 

La monoposto non riproduce una vettura da Gp ma una telaio da test che presentava le bande gialle ( di norma utilizzate solo sulla vettura di Johansson).

Per cui non allarmatevi che nulla è stato lasciato al caso. 

La stagione 2022 di Ferrari per alcuni versi sembrava essere un remake di quella avvenuta in quel 1985 dove il team si contornó di vissicitudini, controversie, e affidabilità del mezzo che portarono il titolo mondiale alla scuderia avversaria.

Certo….nel 1985 c’era ancora il Drake che da quel che si narra fù attore protagonista del calo prestazionale delle 2 monoposto.

Di fatti si narra che Alboreto che nella prima parte della stagione grazie alle vittorie dei gp del Canada e Germania e a degli ottimi piazzamenti a podio di inizio stagione, risultava in testa alla classifica mondiale, ma di colpo durante l’estate la Ferrari ebbe un calo prestazionale che produsse 4 ritiri di fila e avviarono Prost e McLaren Porsche alla conquista del titolo.

Ma cosa accadde precisamente? 

La teoria ufficiale dice che nella seconda metà della stagione la Ferrari portó il nuovo 6 cilindri che essendo più prestante richiedeva una lubrificazione maggiore è che la pompa dell’olio non riuscisse a mantenere in pressione quest’ultimo che tendeva ad emulsionarsi e quindi a mandare in fumo i propulsori specie nei gp dove le temperature erano di rilievo.

Ma non tutti credettero a questa teoria rocambolesca direi… 

C’è un’altra teoria che avvolge questo mistero.

La leggenda narra che dopo il gp di Germania dove la Ferrari vinse nei successivi test stagionali ai v6 Ferrari si manifestarono degli strani danneggiamenti alle turbine KKK ( ditta tedesca come Porsche ai quali forniva le stesse turbine) e pare che lo stesso Enzo Ferrari apprese che la ditta tedesca KKK sotto ordine del Boss della McLaren Ron Dennis stesse fornendo turbine di qualità migliore ai motori Porsche.

Questo mandó su tutte le furie il Vecchio che come un bambino capriccioso a cui hanno svelato il segreto di pulcinella comincia a diventare irrequieto.

Sembrerebbe infatti che Enzo Ferrari ordinò subito di smontare le turbine KKK e di sostituirle con le americane Garret.

Piccinini che all’epoca era il direttore sportivo lo imploró di non fare questa scelta perché il motore fu progettato per lavorare con le turbine KKK e che riprogettare il motore a metà stagione non sarebbe servito a nulla.

Enzo Ferrari era sicuramente un uomo saggio di buona esperienza ma se si incaponiva in una strada difficilmente cambiava idea.  Ed è quello che successe. 

Le Ferrari ebbero un calo drastico prestazionale e non riuscìrono più a recuperare sulle concorrenti mandando in fumo la speranza di riportare il titolo di campione del mondo a Maranello privando inoltre con impassibile tristezza il titolo anche al povero Michele Alboreto che aveva dato tutto a Ferrari.

Si scrisse tanto su quel mondiale…  Probabilmente la verità non la sapremo mai

Quello che è certo è che Alboreto se si fosse laureato campione del mondo avrebbe avuto un destino scritto sicuramente in maniera diversa.

Lo stesso Drake  dirà più avanti che la  Ferrari deve un mondiale a Michele Alboreto che nel linguaggio cinico del vecchio voleva significare umili scuse nei riguardi di Michele.

Anche Prost comprese che in Ferrari era cambiato qualcosa e lo stesso affermò in un intervista a fine stagione che ebbe la certezza di vincere il mondiale 1985 nell’esatto instante in cui le Ferrari mandavano in fumo i motori.

Parlando della monoposto La 156/85 era un concentrato di innovazione per quell’epoca.. Fu la prima monoposto turbo della casa di Maranallo ad avere gli scarichi e le turbine poste in basso.

Con tale configurazione la Ferrari poté adottare le pance a coca cola che unito allo sviluppo di un nuovo telaio con l’adozione di un nuovo estrattore disegnato per la prima volta al CAD dalla Aermacchi le conferirono una aerodinamica pulita capace di sfruttare al meglio l’effetto Venturi.

Anche l’elettronica dell’epoca fornita da magneti Marelli fu migliorata e l’utilizzo del materiale composito le conferiva leggerezza e rigidità allo stesso tempo.  Era proprio una vettura da titolo.

Il kit da me realizzato è completamente in metallo bianco e resina. E prodotto in Giappone ed è stato verniciato e assemblato in ogni sua parte. Sono servite circa 600h di lavoro per assemblarlo.

Le operazioni che hanno richiesto più tempo da dedicare sono state le innumerevoli componenti che costituiscono il complesso motore

Ogni pezzo infatti è stato carteggiato, forato, smerigliato, assemblato ed infine aerografato.

Il risultato finale è straordinario quasi come fosse la monoposto vera.

Anche la complessa coppa dell’olio è stata oggetto di un accurato montaggio inserendo i manicotto e i tubi di congiunzione utilizzando le immagini vere come guida.

Effetto di gran realismo è stato conferito anche al sedile a cui è stata riprodotta la tipica camosciatura dell’epoca utilizzando della semplice colla vinavil e farina che una volta essiccati è aerografati danno un aspetto di grande realismo. Il tutto più completato dalle bellissime cinture a 6 punti.

Ottima la verniciatura della scocca realizzata ad aerografo e poi lucidata con polish che ne danno brillantezza e colpo d’occhio.

Complesso anche l’alettone posteriore con tutti i suoi elementi realizzato in resina e termoscaldato per concedergli la forma corretta e in asse con la trave centrale ancorata al cambio. Infine.

Completano l’opera  il rivettaggio dei cerchioni a cui sono poi stati applicati gli pneumatici Goodyear.

Ma adesso basta leggere e diamo sfogo al ricordo degli anni 80 e agli eroi che dominavano la f1 con l’era turbo nella fattispecie il 1985.

 

Ecco a voi la Ferrari 156/85 1/12 

 

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