FCA HERITAGE, LA STORIA DELL’AUTO IN ITALIA

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Da poche settimane è divenuto parte del Gruppo Stellantis, uno dei colossi dell’automobilismo mondiale, ma quello che un tempo era conosciuto come Gruppo FIAT, ivi inclusi i marchi che ne sono stati parte integrante, Abarth, Alfa Romeo, Autobianchi, Ferrari, FIAT, Lancia, Maserati, con le loro storie e le loro imprese sportive, non può, a pieno titolo e diritto, non essere considerato parte attiva ed integrante della storia automobilistica italiana.

Nell’ottica di tramandare questa tradizione nel corso del tempo è nata cinque anni fa FCA Heritage, un’esposizione permanente sita all’interno di uno dei padiglioni costruiti nel rione Mirafioni in Torino, ove un tempo erano site le linee produttive delle vetture del marchio torinese e che oggi è stato riconvertito in area espositiva; l’obbiettivo, attraverso l’esposizione di circa 300 vetture, quello di guidare i visitatori in un viaggio nel tempo nel quale ripercorrere la storia dell’automobile.

La ricorrenza è stata l’opportunità per una visita della mostra, gentilmente concessaci, nella quale abbiamo avuto modo di incontrare Roberto Giolito, già Direttore del Centro Stile della FIAT (e “papà” della Multipla e della nuova 500), Direttore di FCA Heritage, che ci ha raccontato come segue della nascita e degli obbiettivi di questo suggestivo progetto.

“Abbiamo celebrato un momento, come dire, “tondo”, cinque anni di vita, ma in realtà io non ho la pretesa di dire che il Dipartimento Heritage è nato con la mia presenza, io provengo sì dal mondo del design nel quale ho continuato ad operare anche dopo la nascita di Heritage, però l’azienda ha sempre “messo da parte” i suoi patrimoni, li ha sempre, possibilmente, mostrati al pubblico, tant’è vero che Lancia è stato il primo museo aziendale di automobili collegato al suo centro direzionale. La Lancia, addirittura, è stata l’azienda che ha anticipato tutte le tendenze sul mettere tutte le vetture storiche ad accogliere tutti gli avventori di un’azienda, dagli investitori al design agli ingegneri, quindi l’importante è usare la memoria per proiettarla, e quindi il mio sforzo è stato quello di dare una dimensione, se vogliamo, più “narrativa” a questi progetti in modo di farli entrare nel vivo delle progettazioni future e nelle attività strategiche, e quindi una squadra di una ventina di persone si è messa in moto per essere presente laddove si parla di storia, quindi fiere, corse, manifestazioni dinamiche e statiche, concorsi di eleganza, symposium su tutta una serie di aspetti legati ai marchi e ai modelli che abbiamo prodotto nel corso di 121 anni, e questo ha fatto sì che una piccola squadra fosse totalmente impegnata nel valorizzare questo, prima di tutto facendo capire a tutti i dipendenti dell’azienda che si stava, come dire mettendo insieme tutto il possibile affinché ognuno fosse contento, a livello proprio di dipendenti di una grande azienda, di sapere che in certi posti si può ammirare e valorizzare quello che si è fatto.

E’ una cosa che ha fatto stare tutti più sereni, e soprattutto ce n’era bisogno perché la nostra azienda non era quella che aveva, come dire, sfruttato questo abbastanza; Mercedes è stata, diciamo, su questo molto foriera di idee sul settore “classico”, con preparazione addirittura di vetture e di parti di ricambio da rivendere agli appassionati e poi hanno seguito gli altri gruppi mitteleuropei. Effettivamente il quoziente che ha FCA, oggi Stellantis, in termini di valorizzazione dei marchi italiani noi lo abbiamo estrapolato qua, tanto per iniziare, con Alfa Romeo, Lancia, FIAT e Abarth, che sono i più ambiti anche fuori dall’Europa, dove c’è tanta passione, non solo Alfa Romeo che è leader delle passioni Worldwide ma anche FIAT, Lancia, scopriamo Lancia come una vera fucina di idee, di soluzioni, di architetture, poi abbiamo i motori, le faccio vedere i motori di Vincenzo Lancia. Poi c’è stato anche lo sport, però, come dire, è sempre stato il connubio con l’innovazione, quindi lo sport veniva perché c’era l’innovazione, perché c’era la ricerca, e così dallo sport alle vetture di tutti i giorni non c’era quella frattura che può esserci oggi in un mondo che nelle competizioni guarda a una tecnologia, diciamo, superlativa rispetto a quella che si utilizza sulle auto quotidiane.

Certo, la ricerca sui “non sprechi”, o la riduzione dei consumi, è stata sempre una delle regole per fare avanzare il prodotto, e quindi le macchine da competizione; qui abbiamo sostanzialmente, anche come nostro quartier generale, sistemato una collezione un po’ inusuale, a differenza dei musei di marchio che abbiamo ad Arese, a Torino in centro, che dal 1999 è stato ristrutturato per celebrare il centenario di FIAT, e che ha un allestimento molto interessante che riguarda tutta l’azienda, non solo quella che produceva automobili, questi sono i siti dei marchi, nasceranno anche siti dedicato a modelli unici, come la 500, per cui questo Heritage Hub, Hub oggi è un termine un po’ “inflazionato”, però siamo stati tra i primi nel mondo automobilistico a considerare un posto così come un “connettore” , abbiamo fatto 200 e più workshop dal 2 aprile del 2019, 200 e più eventi anche con gli studenti, con le attività di sinergie con i gruppi che si occupano della “new mobility”, qui dentro, tutti gli staff meeting dei dipartimenti dell’azienda, le benemerenze ai dipendenti più anziani, le Town hall dell’Amministratore Delegato, tutte qui, anche in streaming con l’America.

Su questo cemento sgretolato, tra queste colonne di questi reparti produttivi degli ingranaggi, abbiamo creato otto aree tematiche, invece di dire “qui ci sono le FIAT là le Lancia o le Abarth”, abbiamo detto qui si parla di corse su pista, là si parla di rally, là si parla di viaggi epici, qui si parla di realizzazioni uniche, si parla di design, si parla di architetture strutturali, si parla di riduzione di ingombri e aumento di sicurezza, e si parla di ambiente. Quindi, sostanzialmente, otto aree in cui i temi sono le attitudini, cosa sappiamo fare e come l’abbiamo fatto nel corso degli anni; poi di qui si può immaginare il passo successivo, per questo è utile fare un giro all’Heritage hub quando si sta disegnando una nuova monovolume o un nuovo suv o la nuova vettura a “missione ecologica”, perché qui si possono anche “prendere le misure”, perché c’è anche il rischio di fare delle innovazioni che nessuno capisce o che non servono, come per certi versi può essere stata la Multipla nel ’98, una vettura che è nata sul tema della multi alimentazione, quindi il metano, e c’era anche la versione ibrida, che al tempo non ha interessato nessuno, l’avevamo presentata a un Salone di Torino sezionata per far vedere che non sottraeva spazio, c’è stata l’indifferenza più assoluta.

Però si poteva capire che la vettura era spaziosa, conveniente, che si stava “meglio che a casa”, che i bambini erano felici di fare i viaggi con i genitori, che per lavoro ci si poteva portare il campionario dei vestiti senza dover comprare una vettura inutilmente costosa com’erano i fuoristrada all’epoca, c’era una dimensione legata alla conquista, quindi ancora oggi si potrebbe dire che dobbiamo conquistarci i prossimi passi non solo parlando di motore elettrico, quello è un tema ricorrente che sta riguardando tutti ed è un cambio di mentalità, però dobbiamo pensare che i veicoli devono essere più leggeri, più aerodinamici, più spaziosi, entrare ed uscire non deve essere più un problema, e oggi lo è, soprattutto per chi è più anziano e per chi non ha l’abilità completa, quindi oggi il tema progettativo è legato a che forme avrà l’auto e come ce la immaginiamo.

Quindi un passaggio tra il passato, il presente ed il futuro, senza fare solo della filosofia ma anche andando sul pratico; se uno vede le auto da corsa del 1908 capisce che ce n’erano già di due tipi, quelle da 10.000 cc che mietevano vittime, nel senso si piloti, pur vincendo tutti i gran premi del mondo, come quella FIAT, e quella Lancia, sempre del 1908, che in realtà ha un telaio a vista, con il motore compattissimo, con i cilindri sfalsati, sostanzialmente lavorava sull’essenza delle cose, e se uno va a vedere il motore è un pezzo estetico da mostrare quanto la vettura, due filosofie diverse, entrambe dello stesso periodo, ma la Lancia D50 era una macchina mitica, con la quale Ferrari, al momento del fallimento finanziario della Formula 1 di Lancia, continuò con quella macchina e vinse tre mondiali senza apportare alcuna modifica.

In tema di progetti, questo hub è come se andasse al Teatro Regio e chiedesse che programmi hanno, se ospiteranno la Tosca., la Traviata o dei concerti; qui sono i programmi che sono importanti, questo è un luogo di 15.000 metri quadri, hub vuol dire spazio, vuole essere un punto di riferimento per i progetti futuri, si può fare un concerto, da aprire anche alla fruizione da parte della cittadinanza o anche di chi viene a Torino per vedere qualcosa della città legato al nostro mondo, c’è già, è vero, il Museo dell’Automobile, ma qui vogliamo offrire più una mostra temporanea, qui potremmo anche offrire qualcosa, come dire, che si “muove” attraverso i nostri musei di Arese, del Centro Storico, la Casa 500, che sarà sita sul tetto del Lingotto, ma soprattutto hub come spazio molto più fruibile, qui abbiamo un sistema di Wi-Fi potentissimo, quindi anche quello che si fa qui può essere trasmesso in streaming in tante altre locations, oggi con il problema (COVID) che stiamo attraversando allargare la fruizione è importantissimo, noi vogliamo che la gente entri culturalmente per chiedere, per vedere cose, e se c’è l’occasione di portare cose nuove, ecco, questo è lo spazio dove questo può essere fatto bene, è uno spazio che abbiamo voluto mantenere, a differenza del centro stile o del settore dei servizi, dove lavorano migliaia di persone, qui abbiamo voluto lasciare una memoria “sul calpestabile” di quello che è stato, quindi le macchine brillano di luce propria nel loro ambiente naturale, anzi il mio intervento di designer è stato quello di rendere ancor meno visibile possibile l’intervento di quel poco arredo che c’è, perché deve essere strutturale, anche i tavoli sembrano più quelli che c’erano per ospitare i torni. Lo stesso anche per il poco colore, perché le automobili devono essere le protagoniste.”.

 

Un racconto interessante, suggestivo, coinvolgente; pur se il sito ufficiale è molto “self explaining”, tuttavia una visita è certamente il modo migliore per addentrarsi nella storia che FCA Heritage vuole raccontare, una storia di oltre un secolo nella quale l’automobile ha via via rappresentato un sintomo di benessere, uno status sociale, una modalità per rappresentare la crescita di una nazione, un veicolo per rappresentare il DNA sportivo, che l’Italia ha sempre rappresentato al top in termini di competenza, di capacità, di tecnologia, e che ha portato a raccogliere trionfi sulle strade e sulle piste di tutto il mondo.

Non solo uno sguardo verso il passato, la storia si compone di passato, presente e futuro, ma anche una rassegna, organizzata con metodo e puntualità, che permette, in modo semplice ed intuitivo, di verificare l’evoluzione delle auto nel corso del tempo, e che fa scoprire come molte delle soluzioni di oggi erano state realizzate già decenni fa.

Da parte di FIAT Heritage l’attesa che la situazione sanitaria si normalizzi per concretizzare un programma, già definito con il Comune di Torino, nel quale condividere a mezzo di tutta una serie di iniziative e visite questo patrimonio motoristico, e magari avvicinare le nuove generazioni al mondo delle auto con un approccio anche di tipo culturale.

Condividi su: