F.1 ROCCO E I SUOI MODELLI. Oltre 200 ore di lavoro per riprodurre le McLaren e le Ferrari di ieri

DI ROCCO GIBILRAS

Mi chiamo Rocco ho 35 anni e di mestiere faccio il macchinista. 

Da sempre ho avuto un attitudine alla creazione in campo modellistico, giocando prima con i trenini da bambino e poi in fase adolescenziale  costruendo diorami ferroviari. Di fatto da questa grande passione ne ho fatto la mia professione.  Con il tempo comunque ho abbandonato il Modellismo ferroviario per tanti motivi.

Uno fra tutti lo spazio.  E poi col tempo si cresce…. 2 figli una casa da mantenere…. Le priorità cambiano.

Ma circa 3 anni fa mi sono imbattuto in un vecchio kit di montaggio di una F.1 che per caso ho ritrovato in soffitta fra mille scatole.  Così con mio figlio di 8 anni decisi di costruirlo.

Comprai tutto il necessario per costruire il modello.  Aerografo compressorino pinzette colla ecc..

 

E cominciato così per gioco e per passatempo. 

Ho realizzato, da 3 anni a questa parte, diversi modelli di monoposto da corsa. In tutte le scale dalla 1:43 alla 1:8 e devo dire che mi appassiona tantissimo.

La F.1 è sempre stato uno sport di casa.  Mio padre tifava Ferrari. Mia mamma tifava Senna.

Sarà stata Lei…. o il timbro della voce pacata di quel ragazzo che sentivo ai microfoni di Ezio Zermiani e di Claudia Peron,i ma Ayrton diventó un eroe per me in fondo tutti noi abbiamo avuto un idolo da giovani..

 

Per me fu lui fino a quel 1°maggio 1994.

 

Il giorno dove morì una F1 e ne nacque un’altra. 

Per cui la maggior parte delle monoposto che ho costruito risalgono all’epoca del turbo e alle sospensione attive del 1993. Grazie a questa passione riscoperta in età adulta mi sono anche imbattuto nei social dove i miei lavori sono visibili a tutti e sui social ho contattato il direttore, Paolo Ciccarone. La prina intervista che sentii di Paolo fu sempre per mano di Ayrton.

Infatti senti questo audio dove lo stesso Ayrton si lamentava della pista della fragilità dell’auto… Mi toccò molto.

Faccio una piccola premessa….. Non è facile scrivere e spiegare tutto ciò che c’è dietro la creazione di un modello. 

Questo è un post indicativo dove si riassume il tutto in modo generale e descrivendo le fasi piu salienti ed importanti durante la realizzazione.

Per fare ciò occorre un misto di passione pazienza dedizione e spirito di inventiva. 

I miei modello sono frutto di questi elementi. In questo post vi voglio illustrare come ho realizzato la monoposto di Formula 1 McLaren Mp4/2c motorizzata TAG PORSCHE del 1985 con la quale Alain Prost vinse suoi primi 2  titoli mondiali.

La vettura nata dalla mano di John Barnard era estremamente competitiva dalle linee sinuose e affusolate.

Il suo propulsore Tag Porsche V6 da 1.5cc sovralimentato da due turbine con sistema ad iniezione elettronica della Tag ne fecero un arma micidiale nelle mani di Niki Lauda  e Alain Prost.

Ma passiamo al modello costruito in scala 1:12.

La base di partenza è un vecchio kit della casa bolognese Protar.  Il modello è interamente in plastica con alcune parti in metallo bianco.  Era composto da oltre 360 pezzi posti in 6 fogli chiamati spure e nomenclate in A B C D E F.

Il primo step consiste nel lavare tutti i pezzi sotto acqua corrente e detergente per stoviglie in modo da eliminare ogni traccia di sporco, polvere e grasso per stampi, tipico dele macchine industriali da pressofusione.

Questa operazione molto importante previene l’insorgere di problematiche durante la fase di verniciatura. 

Asciugate le parti, si comincia con la costruzione del telaio e della cella protettiva dell’abitacolo.

Dopo aver Assemblato ed incollato i pezzi si passa alla fase di stuccaggio e carteggiatura con fogli abrasivi di grana 800.

Dopo di ché si passa alla verniciatura.

Faccio una piccola premessa. La plastica non può essere verniciata direttamente. Occorre dunque passare un fissativo chiamato primer che ne rende la superficie adatta ad essere verniciata con colori acrilici applicata ad aerografo.

Per il telaio sono state utilizzate  due tonalità nero opaco e grigio scuro per la parte anteriore,e con un pennellino riprodotti i rivetti uno ad uno.

Per far ciò ho utilizzato una vernice in bomboletta spruzzata in un tappo e fatta asciugare per almeno mezz’ora…. La vernice così risulta densa in modi da lasciare una goccia in rilievo che si presta perfettamente alla creazione delle tipiche teste delle borchie dei rivetti.

Una volta asciutta la vernice occorre applicare uno strato di vernice trasparente opaca che ne previene scrostature e graffi durante l’assemblaggio.  Tutti i vari pezzi sono stati trattati come quanto scritto adesso.

Bracvi della sospensione, motore, cambio, sedile insomma ogni parte è stata trattata nel modo sopra scritto utilizzando ovviamente tonalità di colore differenti a seconda della sezione interessata.

Le parti che hanno richiesto un’ approfondita cura sono stati i dischi freno e i mozzi ruota. 

Il kit originale infatti prevedeva 4 viti per fissare i cerchioni al mozzo, completamente fuori scala e brutti da vedere.  Per cercare di rendere fedele il modello ho utilizzato 4 sezioni di barre filettate da 6mm lunghe 1,5 cm e 4 dadi flangiati M6.  Si è provveduto quindi alla foratura dei 4 attacchi per a mozzo e dei 4 dischi frenanti.

I fori fatti sulla plastica sono da 5, 5mm di diametro cosi da permette la filettatura dei pezzi stessi durante il serraggio delle barre filettate aiutandosi con una pinza.

La plastica è morbida e si deforma facilmente al passaggio del barra filettata. In questo modo finita l’operazione il mozzo è avvitato a tutto il gruppo sospensione.  Una volta fatta questa operazione si passa alla verniciatura.

Per ottenere l’effetto acciaio su alcune parti dell’auto come le turbine o sui condotti di scarico e stato utilizzato il metodo a SPETTRO che consiste nel dare una mano di nero lucido  ai pezzi interessati e poi sfumati con aerografo utilizzando con colore silver.

L’effetto che ne viene fuori e molto realistico e toglie l’aspetto GIOCATTOLOSO tipico dei modelli industriali in commercio.

Dopo aver assemblato ogni parte verniciata e curata sono stati sistemati i vari cablaggi dell’elettronica utilizzando cavetti di un doppino telefonico dipinti in nero opaco e poi fissati con gocce di colla cianoacrilica.

Per imitare il tipico nastro isolante, con il quale si rattopava di tutto ai box, ho utilizzato del nastro carta da mascheratura tagliato a strisce di 3mm e poi fissato sui cavetti e sul telaio. Le cinture sono state ricavate utilizzando del nastro medico adesivo. Una volta tagliato un pezzo di circa 10 cm l’ho dipinto ad aerografo con il nero opaco.

Una volta asciutto ( il nastro è poroso ed assorbe la pittura) ho stesso il nastro su un piano e tagliato delle strisce da 5mm in 4 segmenti di 4 cm che sono state fatte passare dentro le tipiche cinture e fibbie dipinte precedentemente in azzurro metallizzato.

Concluso l’assemblaggio ho applicato le decals sulle spalliere e poi incollate al sedile. L’effetto è molto realistico.

Per la verniciatura della scocca è stato fatto un lavoro minuzioso e delicato. E una delle fasi più importanti durante la realizzazione di un modello che necessita tempi tecnici assolutamente da rispettare per la buona riuscita della verniciatura.  Dopo averla praimerizzata ho provveduto alla carteggiatura con grana 800 e poi 1200 per rendere la superficie liscia.

 

Finita l’operazione si vernicia tutto di bianco. 

Asciutta la prima fase ( circa 48h dopo) si passa alla mascheratura della scocca per creare le fasce rosso Marlboro.

Prendendo le misure con un metro da sarta si è applicato del nastro da 5 mm in modo speculare facendo molta cura. Una volta coperte le parti in bianco si è passato alla verniciatura del rosso fluorescente.

Per un lavoro ottimale sono state eseguite 3 mani leggere di pittura di rosso (questo va fatto per evitare che il rosso penetri sotto al nastro poiché la vernice è molto diluita e il nastro essendo carta assorbirebbe le grosse quantità macchiano il bianco sottostante compromettendone  risultato) , e dopo 48h di asciugatura si può rimuovere la mascheratura.

Passo successivo è spruzzare su tutta la superficie della scocca verniciata una mano di vernice trasparente lucida.

Anche essa a più mani e aspettando una mezz’ora fra una mano e l’altra. La vernice lucida necessita almeno 48h di asciugatura in un luogo possibilmente asettico e asciutto (io uso un vecchio forno elettrico). Se quest’ultima non è asciutta bene c’é il rischio di lasciare le proprie impronte digitali sulla vernice lucida che si vedrebbero contro luce rendendo il modello inguardabile. Una volta asciugato il trasparente si passa all’applicazione delle decalcomanie ad acqua degli sponsor.

Asciutte le decals si deve ridare un altro strato di vernice trasparente lucida che protegge le decals e ne previene l’ingiallimento nel tempo.

Dopo 48 ore si può lucidare la scocca con della carta finissima prima a grana 3000 poi 5000 e infine 6000 bagnate ad acqua.

La scocca viene lucida quasi a specchio. 

Volendo si può dare anche il polish…. Ma essendo tenuta sotto teca non serve moltissimo di fatto la cera che lascia il polish serve a far scivolare lo sporco delle intemperie nelle autovetture vere.  In tutto per verniciare la scocca e le parti a vista ( musetto alettoni e specchietti) occorrono circa 7 giorni. 

Per ultimo sono state carteggiate gli pneumatici in gomma e aerografati con le scritte Good Year e con un pennello a punta finissima eseguo le scritte in giallo opaco tipiche degli pneumatici da F.1.

Asciutte le ruote si montano sui cerchi anche loro verniciati in nero opaco e forati con una punta da 0.2mm sui bordi per innestare le valvole di gonfiaggio.

Oltre 200 ore di lavoro per un modello McLaren

Non ho quantificato le ore di lavoro ma sicuramente ci sono volute più di 200h per la sua realizzazione.

Quello che so e che ne è venuta fuori una splendida miniatura che incuriosisce tutti quelli che la vedono anche i più profani al motorsport. Spero anche che questa mia presentazione abbia incuriosito e appassionato i lettori.

DEDICATA AD AYRTON SENNA

GUARDA IL VIDEO DEL MODELLO DEDICATO A SENNA

LA FERRARI TURBO DI MICHELE ALBORETO

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