ARRIVEDERCI AL MINARDI DAY 2023

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Con ancora gli occhi pieni delle meravigliose vetture che hanno sfilato per due giorni sul circuito internazionale “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, e con non poca nostalgia, si chiude anche questa sesta edizione del Minardi Day, un successo, e non avrebbe potuto essere diversamente, di pubblico, di quegli appassionati, cornice necessaria ed immancabile, che ad ogni edizione si raccolgono sul tracciato imolese raccogliendo l’invito del patron faentino.

Un successo altresì lato vetture, con la punta di diamante Tyrrell P34, la celeberrima “Tyrrell a sei ruote”, progetto avveniristico (per i suoi tempi, ma lo sarebbe anche oggi) ma prematuramente giubilato dai regolamenti dell’epoca prima che lo stesso potesse esprimere tutto il suo potenziale, senza dimenticare anche come Michele Alboreto, che da queste parti (e non solo) ha lasciato più di un ricordo, abbia corso con questa casa ai suoi albori in Formula 1 dal 1981 al 1983 mostrando tutto il proprio valore e talento.

Ancora una volta, quello che, senza timore di essere smentiti, può tranquillamente essere definito l’evento dinamico per vetture storiche da competizione più importante e prestigioso d’Italia, non ha tradito attese ed aspettative, impreziosito da una cornice, quel circuito di Imola che, grazie ad una gestione intelligente e professionale, da un paio di anni a questa parte sempre più si sta imponendo come il circuito nazionale di riferimento di tutti i più grandi eventi motoristici sportivi internazionali.

Un circuito, quello del Santerno, magari non l’ideale sotto l’aspetto “logistico” per gli spostamenti al suo interno, ma tecnicamente impegnativo e bellissimo, e capace da un lato di esaltare la bravura dei piloti, dall’altro regalare emozioni e scorci fotografici ad elevato contenuto di spettacolarità, incastonato all’interno di una città che vive di passione sportiva.

Un evento, al pari di quelli che la francese Peter Auto porta con successo in tutta Europa, dove sono le vetture, prima dei piloti, ad essere protagoniste assolute, e dove i loro drivers, tra cui spicca sempre, ed in fondo è doveroso sia così, qualche nome “importante” del passato, ne risultano complemento ideale e celebrativo.

Una data, quella di fine agosto, forse non casuale, incastonata non solo tra le molteplici attività che vedono il circuito protagonista ma anche tra la fine della sosta per le vacanze estive e la ripresa delle competizioni agonistiche, quasi come un cerimoniere cui spetti introdurre un personaggio d’eccellenza o dare un annuncio solenne.

Più che di un evento, il  clima che si respira è quello di una festa, di una rimpatriata tra amici, con Giancarlo Minardi nelle vesti di anfitrione ad accogliere tutti con quella semplicità e quella cordialità che lo hanno sempre caratterizzato e per i quali si fa voler bene da tutti; ed anche il meteo sembra essersi assogettato a questo clima, con due giornate di fine estate gradevoli che hanno ingolosito tutti coloro i quali avrebbero voluto presenziare.

Uno di quegli eventi dove citare alcune macchine equivale a tralasciarne almeno altrettante meritevoli di menzione, dove ciascuna è parte di un pezzo di quella storia sportiva automobilistica, impresa quasi impossibile fare un elenco di quali siano state le più ammirate, quelle che gli sguardi hanno cercato con maggiore insistenza o che hanno suscitato più commenti, dove due giorni sembrano pochi e dove si ha la sensazione di non essere riusciti a vedere tutto.

Un evento impreziosito dalla presenza di tanti campioni che hanno suscitato ricordi in tutti; piloti come Riccardo Patrese, Fabrizio Barbazza, Bruno Giacomelli, Alessandro Nannini, Gianni Morbidelli, Pierluigi Martini, che solo a guardarli si veniva presi dall’emozione.

Anche questa edizione passa in archivio; in ciascuno rimangono i ricordi, rimangono le emozioni, rimane, come sempre, un po’ di nostalgia, l’unica certezza è che non sarà l’ultima volta; grazie Giancarlo, ci rivediamo il prossimo anno per un altro weekend di festa con te.

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