A Suzuka ricordando Senna e la sua McLaren

ROCCO GIBILRAS

 

Carissimi appassionati di RMC questo weekend come sapete si correrà il Gp del Giappone dove Red Bull con il campione indiscusso Max Verstappen cercheranno di chiudere definitivamente il capitolo campionato 2022.

Al di là delle polemiche fra federazione e team Max e Red Bull hanno meritato la vittoria del 2022 so che non piacerà e che molti diranno e mi punteranno il dito che questi signori hanno barato etc etc ma la verità è che tutti barano e tutti frodano e che per vincere si farebbe di tutto.
Alla fine chi vince è colui che taglia il traguardo per primo ma non accadde così il 21 ottobre 1990 proprio a Suzuka.
Stesso fine ma attori diversi.
Ferrari contro Honda
Ferrari contro McLaren
Prost contro Senna.
Due mostri che gettano ombra su tutto il resto.
Ricordo perfettamente quel gran premio.
Avevo 5 anni.
Ricordo la speranza dei Ferraristi svanire in poco più di 350m.
Ricordo che il buon commentatore Rai dell’epoca Poltronieri si ammutolì come se sapesse esattamente cosa sarebbe successo.
Ayrton che sperona Alain a 230kmh dopo 350m dallo scatto.
Al di là della follia e della pazzia del gesto….quell’episodio rappresenta esattamente cosa un pilota o un team può fare quando intravede la possibilità di poter vincere o perdere lo scopo che alimenta la voglia di correre e annulla la razionalizzazione della mente umana a tal punto da farle ignorare come sia pericoloso spingersi così.
Ayrton che sperona Alain a 230kmh.
Giù il piede destro anche quando la fisica necessita il contrario.
Giù in pieno contro il posteriore di una Ferrari forse più forte di una McLaren Honda.
Colpirla per danneggiarla irreparabilmente e mettere il sigillo definitivo.
Semplicemente una scorrettezza.
Semplicemente la fine di ogni speranza per Ferrari e Ferraristi e molti secondo me sapevano che sarebbe accaduto. Chi ha vissuto quel weekend dal vivo racconta di questa atmosfera pesante che si percepiva fra Ayrton e Alain malgrado una pace finta e voluta dai giornalisti avvenuta settimane prima.
Quell’episodio rappresenta esattamente come nel tempo la FIA ha fatto errori nelle scelte regolamentari e ha lasciato che la vittoria vera fosse l’attrice principale, e credo che anche a breve rivedremo lo stesso copione.
In questo articolo vi posterò le immagini della realizzazione e costruzione delle monoposto che quel 21 ottobre 90 tennero tutti col fiato sospeso.
La Ferrari 643 di Alain Prost e la Mclaren Honda mp4/5b.
Due monoposto realizzate in scala 1/12.
Due kit estremamente complessi nella fase di realizzazione di case produttrici diverse… Sia chiaro entrambi giapponesi ma diverse per qualità e materiali.
La realizzazione è stata eseguita secondo i canoni di costruzione di questo generi di modelli, ossia una pulizia accurata di tutti i pezzi, stuccatura, carteggiatura, verniciatura assemblaggio di tutti i pezzi con la riproduzione dettagliata di tutte le componenti e infine lucidatura.
La Ferrari devo ammettere per la tipologia di colorazione apparentemente può sembrare più semplice come verniciatura ma non fatevi ingannare dall’unica tinte rigorosamente Rosso Ferrari.
Dovete sapere che i colori da applicare in unica tinta necessitano più accortezza, perché devono essere stesi in maniera uniforme altrimenti una volta asciugati se questa operazione non è avvenuta nel modo corretto la verniciatura risulterà opaca e a buccia d’arancia vanificandone il risultato. Per cui occorre veramente saper stendere il colore.
Il colore rosso Ferrari poi non è un rosso opaco ma brillante e i colori brillanti tendono a far risaltare i difetti dei pezzi, per cui la stuccatura è il carteggio sono fondamentali. Il consiglio che do è che prima di andare in verniciatura passate un leggero strato si colore bianco e aspettate che asciughi. Quando questo si asciugherà metterà in risalto eventuali difetti che ad occhio nudo non si noterebbero per cui tramite stucco è carta abrasiva rimediate ai difetti.
Ricordate che in questo hobby la verniciatura non è solo un procedimento ma è proprio un arte.
Non si finisce mai di imparare.
Un’attenzione particolare è stata dedicata al cambio e agli attuatori idraulici.
Il kit infatti era molto approssimato in questa sezione, io ho provveduto a costruire il tutto servendomi di diapositive e di materiale recuperato dal web.
Sedile è volante sono state valorizzati con dando l’effetto camosciato utilizzando il metodo della famosa cotoletta milanese.
Un po’ di colla vinavil diluita con acqua nelle misura di 2 a 1 spennellata sui pezzi, poi cosparsi di farina 00 permettono di dare l’effetto camosciato.
Una volta asciugata la colla con le aspirazione dell’acqua, e aver rimosso la farina in eccesso, i pezzi vanno aerografati con aerografo e il gioco è fatto.
La Mclaren di Ayrton invece è di fattura migliore. Il kit è quasi tutto in metallo bianco e viene fornito con tante fotoincisioni da applicare. Gli scarichi del 10 cilindri Honda sono veramente un capolavoro e danno l’effetto del tipico aspetto cotto dei condotti dei collettori che a vista non viene voglia di metterci le mani per paura di scottature.
Io ho solo poi provveduto ad arricchire i finali degli scarichi con le tipiche sonde di temperatura in uso in quegli anni.
Anche l’abitacolo é stato correttamente arricchito con le tipiche strutture in carbonio in prossimità del cambio ancora manuale sulla mp4/5b e quella del 91 mp4/6.
I piloti McLaren dovranno attendere solo il 1992 per avere il confort del cambio semiautomatico.
Ma della Mclaren 1992 dedicherò un articolo non appena terminerò la bellissima ed innovativa ma aimè non proprio performante Mp4/7.
Entrambe le auto vengono dettagliate anche di tutte le loro componenti elettriche e idrauliche.
Le monoposto sono bellissime e alla vista e le emozioni e i ricordi di quei momenti riemergono in tutti coloro che hanno vissuto quella gara.
Se posso dare un giudizio mio personale la f641 disegnata da Scalabroni aveva delle linee veramente belle. Il retrotreno con la tipica forma a COCACOLA le dava un equilibrio armonioso nonché funzionale bilanciando l’equilibrio della vettura durante la percorrenza nei tratti curvi.
Anche la disposizione delle masse radianti affusolate ne conferiva un ottimo equilibrio inoltre il suo cambio semi automatico sviluppato da Barnard nel 1989 adesso non manifestava più problemi di affidabilità.
Inoltre la presenza di Alain aveva portato il team ad essere estremamente competitivo grazie anche ad una riorganizzazione interna. Peccato che a rovinare il tutto siano stati un paio di errori grossolani del team e di Nigel Mansell ma sono più che sicuro che nel 1990 la vettura era più performante della concorrente anglo nipponica.
Purtroppo il mondiale non arrivò è la Ferrari dovette attendere 10 anni prima di riportare lo scettro a Maranello.
Sempre a Suzuka e sempre dopo una lotta serrata con la. Mclaren Mercedes.
Ma questa è un’altra storia.
Bene cari amici spero che questo piccolo sunto riguardante Suzuka sia stato di vostro gradimento e che le foto dei modelli abbiano come sempre rispolverato vecchi ricordi e anche vecchie ferite che hanno scandito la storia della gloriosa casa di Maranello.
Un saluto a tutti.
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