1000 Miglia 2021: la terza tappa

Comunicato STELLANTIS

 

  • Si è conclusa ieri sera la terza avvincente frazione che ha portato la carovana da Roma a Bologna.
  • Dal Lazio all’Emilia con prove cronometro lungo percorsi suggestivi e il valico degli iconici passi di Futa e Raticosa.
  • Una tappa di 582 km per un totale a oggi di 1415: manca poco al completamento delle “mille miglia imperiali”, ma le emozioni non sono finite.
  • Decisiva per la vittoria finale l’ultima tappa partita da Bologna alle 7.00 di stamane.

 

La dichiarazione del Chairman di Stellantis John Elkann e della consorte Lavinia Borromeo

“Abbiamo concluso la tappa più lunga di questa 1000 Miglia, e siamo stati accolti ovunque con un calore incredibile. Ma oggi desideriamo sottolineare il lavoro del team di supporto del dipartimento Heritage che in breve tempo ha ripristinato il leveraggio della frizione della nostra Alfa Romeo, messo alla prova dalle discese tra Umbria e Toscana. Così dopo gli storici passi di Futa e Raticosa siamo arrivati in Emilia, terra di motori dove si respira sempre un’aria speciale per la grande partecipazione del pubblico”.

 

Arrivederci Roma

La 1000 Miglia saluta la Capitale di buon mattino. Il calore non manca: l’estate si avvicina e l’affetto del pubblico si fa sentire. Tra i tanti, piccoli, miracoli popolari ascrivibili alla Freccia Rossa c’è l’esclusiva capacità di fendere il traffico mattutino sul Grande Raccordo Anulare. Ma la passione è tale e tanta che gli automobilisti si concedono una pausa dalle incombenze quotidiane per ammirare il passaggio del museo viaggiante e il convoglio delle Alfa Romeo di attuale produzione. Tra tutte, spicca la Giulia GTAm in livrea Verde Montreal a cui spesso si chiede, con un colpo di clacson, di scatenare i suoi 540 cavalli.

 

La massima aspirazione dell’uomo in fatto di automobili

La livrea Verde Montreal è un omaggio alla coupé presentata nel 1970, anticipata da un concept che, pochi anni prima, destò molto scalpore. L’Alfa Romeo Montreal ha una storia unica: deve nome e ideazione all’invito degli organizzatori dell’esposizione universale del 1967, l’Expo tenutasi proprio in a Montréal, in Canada. Alfa Romeo, unica casa costruttrice presente, fu invitata all’evento in rappresentanza del mondo dell’automobile in quanto sintesi di innovazione tecnologica e design. Alla kermesse canadese fu esposto il prototipo, che doveva rappresentare la “massima aspirazione dell’uomo di oggi in fatto di automobili”. Una responsabilità importante, un grande onore per il Biscione, un concetto che non ha mai smesso di guidare ingegneri e designer.

Il Verde della GTAm, il Bianco Trofeo della GTA e il rosso della 1000 Miglia: un abbraccio tricolore

Il saluto al Lazio è indimenticabile: dopo l’avvincente e scenografica cronometro di Baschi – le strade invogliano a imboccare ogni curva con il piglio adeguato – il passaggio al Duomo di Orvieto. All’ombra di questo capolavoro dell’arte gotica, un affettuoso abbraccio con il pubblico e tutta la spontaneità e i sorrisi irresistibili e un po’ sdentati dei bimbi: le scuole sono finite, e si può dedicare la mattina alla carovana, sventolando le bandierine della 1000 Miglia.

 

Dal Prato a Prato

Si pranza ad Arezzo, raggiunta alle 13.30 dalle prime vetture anteguerra, al Prato, smeraldo incastonato tra il Duomo e la Fortezza Medicea: è il parco più antico della città. Dopo la meritata pausa, in piazza Grande è previsto il controllo orario. Il gruppo si ricompatta ed è pronto ad affrontare il nono settore che si conclude a Prato, dove la prima vettura arriva poco prima delle 16, dopo il time trial di Radda in Chianti. Si guida dall’alba, e a Bologna mancano ancora ore dense di emozioni: occorre valicare gli storici passi della Futa e della Raticosa.

Cala il sole, sale la passione Alfa Romeo

È tardi, ma non manca una platea da Gran Premio lungo la strada, trepidante ed emozionata alla vista di così tante vetture. Spettatori partecipi, che in un cenno della mano riassumono il desiderio di incoraggiare le gesta dei piloti. Gesta che dopo quindici ore di guida sconfinano nell’eroismo: i volti degli equipaggi sono tirati e abbronzati, ché la maggior parte delle vetture sono scoperte e la vetratura delle altre non scherma i raggi. Ma il sole ormai sta calando e il percorso torna pianeggiante sino a piazza Maggiore: questa corsa senza tempo si chiude quasi a mezzanotte nel cuore della Bologna medievale.

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