PELO E CONTROPELO Un Gp del Kühl

DI HERIBERT STOHR

No, tranquilli, non sono diventato volgare : freddoloso in tedesco si scrive kühl.

 

E’ stato, finora, il GP più freddoloso del campionato suggellato da un freddoloso vincitore Hamilton che non ha gioito più di tanto nel giro di rientro via radio; anche nella prima intervista sembrava distratto e pensieroso oppure era veramente preso dall’aver affiancato, nell’albo d’oro, le 91 vittorie di Schumacher e inoltre commosso dal  casco di Michael in regalo consegnatogli dal figlio Mick.

Pronti via e capiamo subito, alla prima curva, che Bottas non è Rosberg ed Hamilton lascia quei pochi millimetri al finlandese per non soffiargli il comando della gara come invece sembrava , dal teleschermo, che Lewis avesse già trombato Bottas.  La manovra aiuta il pubblico a non sbadigliare perché, i primi tre (c’è anche Verstappen), tirano come degli ossessi non risparmiando nulla.

Leclerc è gran 4°, si prende due secondi al giro dai tre tenori ma non ha motivo di consumare gomme e benzina perché è il massimo risultato che potrebbe ottenere. Al 7° giro c’è il consueto pit stop del sacrificato Albon (tester gomme per Verstappen). Al 9° giro Ricciardo passa Charles che, il giro dopo, fa il pit anticipato pure lui insieme a Kimi.

Cambia l’immagine e vediamo Vettel in testacoda perché, nel tentativo di superare Giovinazzi in staccata, fa una correzione di sterzo per non tamponarlo e si intraversa provando asfalto-ghiaia-asfalto. Ora il tedesco ha le gomme ebden (spiattellate) per cui è costretto al pit e gli montano le gomme dure. Esperimento? Mai provate ieri? Le proviamo oggi poi ci dirai. Bottas, che guida con delle macchie nere negli specchietti, distrugge in frenata il pneumatico anteriore destro : “Apua, paljon tärinää, tasainen kumi ” (Aiuto,molte vibrazioni, gomma spiattellata).

Svaniscono i sogni di vittoria del finlandese costretto al cambio gomme anticipato rispetto al previsto. Hamilton ringrazia e guida la gara sapendo che mettere pressione a Bottas provoca a Vallteri un fastidioso sudore dei piedi in frenata. Altro colpo di scena. Russell è inquadrato con la posteriore destra forata e non riesce a tornare ai box. Virtual safety car. Il replay ci fa capire che, alla solita curva 1, un duello Vettel, Raikkonen, Russell finisce per far letteralmente volare l’inglese colpito dal finlandese anziano che si becca 10 secondi di penalità. Il regista tv, sempre poco attento, non ci farà vedere il momento in cui Kimi sconterà la penalità. Molti approfittano della gara in surplace per fare il cambio gomme al 16° giro ma è sempre troppo presto rispetto alla strategia consigliata da Pirelli.

Questo ci fa capire che vedremo almeno due soste cadauno per riuscire a finire la gara senza problemi.  Albon alita sul collo di Kvyat fino a farlo sbagliare ma poi diventa Alcattiv perché nel sorpasso stacca l’ala anteriore al russo che si deve sciroppare 1 giro intero prima di sistemare i danni al box. Improvvisamente si vedono Norris e Perez 3° e 4°; è vero non hanno ancora cambiato gli pneumatici ma Bottas dov’è???  Sta smoccolando (risparmio l’audio) perché il concetto è “No power!!”. Prova a spataccare sui tasti del volante come se stesse ruotando il cubo di Rubik ma…….il suo ritiro avviene al 19° giro. Un pugno al campionato e al morale del finlandese che dovrebbe averci fatto l’abitudine.  Una cosa alla quale noi non abbiamo fatto l’abitudine è al tappabuchi Hulkenberg, stavolta chiamato a sostituire il malaticcio Stroll. Ultimo tempo in prova ma 8° alla fine della gara con ben 12 posizioni guadagnate. Bravo.

Si ritira Ocon. Si ritira Albon che aveva sul groppone anche 5 secondi di penalità per lo sgarbo fatto a Kvyat, una pessima manovra che sarebbe stata sanzionata anche dal codice della strada. Sentiamo un altro pilota gridare “No power!!”.  E’ Norris.  Anche lui spatacca nei vari tasti del volante come un impiegato dell’Inps alle prese con le domande del pubblico ma il risultato è senza risoluzione del problema. Intanto Perez gli aveva fatto l’undercut (pit anche per Sainz al 29° giro) costringendo l’inglese ai box per rintuzzare il messicano che poi soffierà il posto a Norris il quale, pur restando in pista, perde tanto ritmo di velocità pregando Sant’Abelardo di portarlo al traguardo.

Giro di boa della gara che già ci pare più lunga del solito e Gasly è uno dei pochi a montare gomme dure e a fare un solo pit..  36° giro Leclerc rimonta un treno nuovo di medie; esce dalla zona punti ma poi ci rientrerà con caparbietà. Vettel, sempre un po’ in affanno, monta le gomme più morbide, facendo così ha provato tutti i colori disponibili. Passa un solo giro e le immagini ci fanno capire che “mai fidarsi dei santi se sei davanti, figurati se sei indietro non serve neanche San Pietro”.  Norris infila una stradina all’esterno di un tornantone e parcheggia la sua McLaren in un punto che non darebbe fastidio e non costituirebbe un  pericolo neanche ad una talpa senza occhiali da vista. Eppure Safety Car. Lavoro extra per i meccanici in quanto quasi tutti i piloti si fermano per montare le gomme più morbide disponibili; tutti tranne Leclerc e Vettel.

  I commissari tolgono la McLaren in fretta ma zzzzzzzzzzzzzzz ronz ronz, bisogna far passare i doppiati che si devono sdoppiare, aspettare che facciano un giro di pista senza andare troppo forte e riallinearsi in fila dietro ai primi. Risultato : 5 giri di sbadigli o di sonno rem (rom per chi è nomade). Ripartenza con Lewis che scatta bene mentre Max non è prontissimo e illude un Ricciardo arrembante che pregusta un secondo posto momentaneo come se fosse un lecca lecca ma poi desiste con una dose di consapevolezza in linea con la realtà della competizione. Hamilton è costretto a forzare per mantenere una distanza superiore ai due secondi dall’olandese e questa lotta, a breve distanza, metterà a dura prova gli pneumatici di entrambi anche se batteranno più volte il record della pista (ex Schumacher) risalente al lontano 2004 ma vicino nella memoria degli sportivi.

Da spettatori ci facciamo condizionare dalla scelta strategica Ferrari (nessun cambio gomme durante la safety car) ma poi Leclerc perde un solo posto a vantaggio di un Gasly mai domo prima di vedere la bandiera a scacchi che sventola come un panno in inverno dimenticato in terrazzo. Vince Hamilton (non hanno inventato una nuova penalità per lui) poi Verstappen (bravissimo e conscio della realtà) Ricciardo (a podio dopo due anni e mezzo e Renault dopo 9 anni !!!) Perez (un pilota maturo e necessario in un team) Sainz (idem e può solo migliorare) Gasly (bella conferma) Leclerc (finalmente bada al sodo per la squadra) Hulkenberg (ha fatto più del suo dovere eccome) Grosjean (uscito dalla penombra finalmente) Giovinazzi (concreto quasi come non mai) Vettel (lamentoso e falloso anche se relegato a scudiero) Raikkonen (sono meravigliato che voglia correre un altro anno, ma a casa come sta?) Magnussen (opaco ma meglio così……) Latifi ( fa esperienza in attesa di momenti migliori) ultimo Kvyat che ha avuto la gara disturbata da un contatto non per causa sua.

I ritiri di Norris, Albon, Ocon e Bottas io li ho attribuiti all’asfalto vecchio e ondulato pieno di bump. Le monoposto, a mio parere, subivano , ogni giro, delle vibrazioni anomale come quantità e frequenza che potrebbero aver causato anomalie nei complicati sistemi elettronici e idraulici delle macchine moderne. Tornando al Gran Premio Freddoloso vorrei attribuire ad ogni pilota salito sul podio un gelato dato che siamo al Nürburgring : Hamilton = Schokoladeneiscreme (gelato al cioccolato), Verstappen = Pistazieneis (gelato al pistacchio) e Ricciardo = Känguru-Eis glücklich (gelato al canguro felice).

Heribert Stohr

 

 

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