Il GP Giappone Formula 1 2019 secondo Brembo

(comunicato stampa Brembo)
Ai raggi X l’impegno dei sistemi frenanti delle monoposto di Formula 1 a Suzuka
La Formula 1 si sposta nell’estremo oriente per il GP Giappone, 17° appuntamento del Mondiale 2019, in programma dall’11 al 13 ottobre al Suzuka International Racing Course. ​
La Formula 1 ha esordito su questa pista 32 anni fa (nel 2007 e 2008 non si è corso) ma il circuito di proprietà della Honda fu inaugurato nel 1962. ​
Nelle prime edizioni diverse monoposto furono costrette a fermarsi per guasti ai freni, un problema che sembra ormai superato. ​
Situato nell’omonima cittadina, nella prefettura di Mie, ha cambiato configurazione 4 volte, l’ultima nel 2003: in quell’occasione è cambiato il disegno della curva 130R, che i piloti affrontano con il gas spalancato, e della chicane che invece richiede l’uso dei freni. ​
Anche a Suzuka, come in tutti i tracciati molto “guidati”, i curvoni veloci richiedono un uso quasi insignificante dei freni: in 10 curve non sono minimamente usati (come alla Dunlop) e in altre 5 lo spazio di frenata non supera i 90 metri. ​
Le frenate brusche, cioè quelle in cui si perdono circa 200 km/h di velocità, sono invece appena un paio. ​
La vittoria potrebbe giocarsi proprio in questi punti e per inseguirla alcuni piloti potrebbero allungare oltre misura la frenata con il rischio di uscire fuori strada. ​
Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Suzuka International Racing Course rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 2.​

L’impegno dei freni durante il GP
Le 18 curve del tracciato richiedono l’impiego dei freni in 8 occasioni per giro, per poco più di 13 secondi complessivi: in 2 curve, infatti, la frenata si protrae per meno di un secondo. ​
Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota usa i freni per 11 minuti e mezzo complessivi. La quasi totale assenza di frenate da brivido si traduce in una decelerazione media sul giro di 2,8 g, record negativo del campionato. ​
Essendoci poche curve contraddistinte da forti decelerazioni l’energia dissipata in frenata nel corso dell’intero GP da una monoposto è contenuto: 120 kWh, meno della metà del GP Singapore. ​
Molto modesto è anche il carico esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi sul pedale del freno: meno di 29 tonnellate.​
Le frenate più impegnative
Delle 8 frenate del Suzuka International Racing Course solo 2 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, e le restanti 6 sono light. ​
La più impegnativa in assoluto è la curva 16, teatro di una perdita di velocità da 315 km/h a 103 km/h in soli 120 metri. Durante i 2,41 secondi di funzionamento dei freni i piloti esercitano un carico sul pedale di 164 kg e sono soggetti ad una decelerazione massima di 5,3 g.​ ​ All’Hairpin (curva 11) il delta di velocità supera i 200 km/h (da 284 km/h a 80 km/h) complice un ricorso ai freni per 2,82 secondi durante i quali le auto percorrono 121 metri. Minore è invece lo stress fisico per il pilota: 3,5 g di decelerazione e 128 kg di carico sul pedale del freno. ​
Prestazioni Brembo
Le monoposto con almeno un componente Brembo hanno vinto 21 delle 34 edizioni del GP del Giappone a cui hanno preso parte. Ben 7 di questi successi li ha conquistati la Ferrari, che però nella prima edizione, nel 1976 al Fuji, perse il Campionato del Mondo Piloti che Niki Lauda sembrava aver già vinto. ​
La Ferrari non vince a Suzuka dal 2004 ma Sebastian Vettel ha già trionfato su questa pista 4 volte con la Red Bull. Con un ulteriore successo eguaglierebbe Michael Schumacher, il solo a vantare 5 successi a Suzuka con i freni Brembo. ​​
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