F1, Gp Brasile 2016: la pioggia premia il talento

Sotto la pioggia battente di Interlagos si è svolto uno dei Gp più complicati degli ultimi anni. Ad emergere in condizioni proibitive sono stati i piloti più talentuosi
SAN PAOLO – Nella storia della F.1 questo Gran Premio resterà negli annali come uno dei più complicati, strani e polemici. Far partire la gara con la safety car quando piove è diventata una norma, interromperla per incidenti un po’ meno. Farlo con due bandiere rosse e tre safety car diventa quasi un record. Poi, alla fine, ci sono le certezze e cioè che contro le Mercedes bagnato o asciutto c’è poco da fare. Hamilton che vince davanti a Rosberg e con 12 punti di svantaggio si presenta all’ultima gara di Abu Dhabi con la speranza di vincere il mondiale.
E poi Verstappen, che ne combina di tutti i colori, sorpassando qua e là, inventandosi traiettorie nuove e agguantando un posto sul podio di una gara incredibile partita alle 17 ora italiana e conclusasi dopo le 20,10 per le varie interruzioni. Nel giorno degli incidenti e delle paure, emergono coloro che oltre a saper rischiare hanno anche il talento per restare a galla. Infatti, che la corsa fosse difficile si era capito già nel giro di formazione, quando Grosjean con la Haas ha stampato la macchina contro il muro senza nemmeno tirare. Segno che c’erano condizioni difficili in quel tratto in salita.

E si è capito subito dopo i primi 7 giri con la safety car e la pioggia battente quando Ericsson ha stampato la sua Sauber più o meno nello stesso punto. Prima interruzione, bandiera rossa e recupero rottami e poi si ricomincia. Inutile dire che davanti Hamilton aveva già preso il largo con Rosberg che cedeva subito a Verstappen. In questa fase il tedesco della Mercedes ricorda il Prost dei tempi andati, quando sul bagnato Senna lo chiamava “o cauteloso”, ovvero il prudente. Certo, buttare tutto a un passo dal mondiale sarebbe sciocco e la tattica di Rosberg è comprensibile, se non fosse che si trova a fronteggiare un Hamilton che se ne sbatte e ci dà dentro per cui la politica del braccino può essere utile fino a un certo punto.

Ripartenza con safety car, manco il tempo di completare il giro che in pieno rettilineo si schianta Raikkonen. E qui c’è da dire che qualcuno ci ha messo una grossa mano visto che la rossa impazzita è stata schivata dal gruppo compatto, accecato dalla pioggia, che viaggiava a 300 orari. Un impatto così sarebbe stato devastante. Altra sospensione, altri minuti di attesa e poi altra safety car per altri giri lunghi e impassibili. Nel frattempo la Red Bull si è giocata la gara scegliendo un pit stop con gomme intermedie quando non era il caso. La controprova? Con le intermedie si è schiantato anche Massa, alla gara di addio in Brasile e altra bandiera rossa con sospensione della gara. Segno che le coperture non erano adatte alle condizioni meteo, ci volevano le full wet da bagnato estremo, come poi imposto dalla direzione gara.

In questo frangente le due Red Bull hanno perso il treno di testa e quanto potesse essere la loro giornata si è visto sul finire con Verstappen che da 14. è risalito fino al terzo posto infilando tutti con una progressione da paura. Ok, aveva le gomme fresche e ci sta, ma aveva anche le idee chiare di dove mettere le ruote, dove staccare e non perdere la macchina. Ecco, insieme ad Hamilton è stato l’eroe della giornata e ci mettiamo anche Ricciardo che, senza 5 secondi di penalizzazione per essere entrato ai box quando era chiusa la corsia (Ericsson in mezzo alla strada e bandiera rossa) sarebbe stato più avanti. Il resto del gruppo si è distinto con numeri di Alonso e Vettel (solo quinto il ferrarista ed è andata bene così) con Sainz che ha sognato un podio fino a due giri dalla fine. Il resto ha galleggiato alla meno peggio. Fra due settimane si chiude, inutile dire vinca il migliore…

 

 

 

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