F.1 Red Bull FIA e Budget cap un danno di immagine per tutto il circus

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Oltre a un buon pilota, un progettista e una squadra competitiva adesso serve anche un buon commercialista come ha dimostrato la vicenda Red Bull e Aston Martin multate di 7 milioni e 450 mila euro rispettivamente

 

C’era una volta un tempo in cui per correre in F.1 serviva un buon pilota, un ottimo tecnico, una squadra competitiva. Adesso a questi elementi se ne è aggiunto un altro: serve un ottimo commercialista. Perché dalla vicenda Red Bull e Aston Martin, con lo sforamento del budget cap, ovvero il limite di spesa imposto, siamo alle comiche o quasi. Perché in data 28 ottobre 2022 la federazione ha emesse la sua sentenza sullo sforamento del bilancio del 2021.

INDAGINE UN ANNO DOPO I FATTI

Di questo passo per sapere chi ha vinto o rispettato le norme, dovremmo aspettare altri 12 mesi. La questione, come confermato dalla federazione e ammesso dalla Red Bull, ruota su un errore relativo alle detrazioni di imposta, ma anche catering, stipendi e altro ancora, per un totale di 13 voci. Il tutto per uno sforamento di 1,864 milioni di sterline, pari all’1,6 per cento, con un limite imposto dalla federazione del 5 per cento. Ovvero, a voler pensare male, alla Red Bull sono dei fessi perché potendo sforare fino a 5,8 milioni di sterline, si sono accontentati di 1,8…

RED BULL CHE FESSI, POTEVANO SFORARE DI 5 MILIONI E INVECE…

Evidente, al di là dei commenti dei tifosi inferociti, opportunamente addestrati da notizie stampa non sempre al di sopra delle parti se non addirittura pilotate, che alla Red Bull sono dei fessi e questo perché fra detrazioni di imposta, spese catering (e il responsabile garantisce che gli aumenti ci sono stati per tutti, vedi hotel e viaggi) il tutto non ha tenuto conto dello sviluppo della monoposto 2021.

 © Copyrightnachweis: xpb.cc Ecclestone avrebbe gestito meglio tutta la vicenda

ASTON MARTIN PROBLEMI BUROCRATICI

Per Aston Martin soltanto una multa di 450 mila euro a fronte dei 7 milioni inflitti a Red Bull con la limitazione del 10 per cento del tempo di sviluppo della vettura ai sistemi CAD CAM e gallerie del vento. In tutto ciò emerge lampante la vera lacuna: la federazione ha imposto una regola per livellare le prestazioni dei team ma di fatto non ha saputo controllare come si deve. Avere una norma e non poterla controllare è la prima fesseria di un regolamento, per cui il problema di base resta sempre lo stesso.

CHI HA SOLDI E IDEE VINCE

Chi ha idee e soldi può gestire le cose al meglio, chi non ha idee ma i soldi è destinato a stare dietro e chi non ha soldi ma idee deve trovare il modo di metterle in pratica. Cosa che per oltre la metà delle squadre non avviene, perché come diceva il buon Briatore: “Se a un tecnico date 100 lui sarà capace di spendere 120 per cui o lo controlli o le spese vanno fuori bilancio”. Anno di grazia 1995, ancora attuale 27 anni dopo.

7 MILIONI DI MULTA, LA FEDERAZIONE RINGRAZIA

Quindi, in conclusione, Red Bull sono dei fessi visto l’ammontare dello sforamento, gli altri ci hanno provato a ribaltare a tavolino un risultato ottenuto in pista, ma su tutto resterà sempre il sospetto e l’alone di una squadra truffaldina che ha barato. E questo non perché sia vero ma perché ha fatto comodo a chi, pur spendendo tanto, non ha saputo vincere lo stesso. Il danno di immagine è enorme, non solo per Red Bull ma anche per il circo F.1 che fa passare il messaggio che puoi pure fare i tarocchi, che tanto una soluzione si trova. Complimenti.

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