F.1 GP USA Dall’eroe Villeneuve ad Alonso una gara rovinata dai notai della FIA

DI GIUSEPPE MAGNI FOTO IMMAGINI TV ARCHIVIO

Gilles Villeneuve a podio nell’81 in Canada, Alonso penalizzato per uno specchietto, come uccidere i campioni con i notai

C’era una volta Gilles Villeneuve. Lui era un pilota canadese che, alla partenza del Gran Premio del Canada 1981, sotto la pioggia, toccò la Renault di René Arnoux e poi, più avanti nella gara, nel tentativo di doppiare la Lotus di Elio De Angelis, urtò pure la vettura del pilota romano, rovinando del tutto l’ala anteriore della sua Ferrari. L’ala si impennò di traverso sul muso della Rossa, impedendo quasi al campione canadese la visuale della pista. Andò avanti in queste condizioni per qualche giro, con la Ferrari che andava dappertutto tranne che dritta, con il muso, compreso di alettone, alzato di traverso sull’anteriore e Gilles a capo piegato, che tentava di vedere qualche scorcio della pista davanti a sé.

Continuò così fino a che il muso si staccò, permettendo a Gilles di continuare e finire terzo classificato. Fu una delle imprese memorabili del piccolo, grandissimo canadese, ancora oggi celebratissima. Basta andare a digitare su qualsiasi motore di ricerca internet: “GP Canada 1981” e, subito, vi appariranno proprio le immagini della Ferrari 126 CK dell’”Aviatore” canadese con l’alettone davanti alzato di traverso davanti al muso della Rossa.

Ieri si è disputato il Gran Premio degli Stati Uniti 2022 ad Austin, nel Texas. Al 22 giro di gara, sul rettilineo che dalla curva 11 porta alla curva 12 del bellissimo tracciato americano, Fernando Alonso con la sua Alpine tenta il sorpasso su Lance Stroll, su Aston Martin. Il giovane canadese, avvedutosi della manovra dell’asturiano, scarta improvvisamente alla sua sinistra, per impedirne il sorpasso. L’Alpine aggancia l’Aston Martin e decolla! Fortunatamente la monoposto francese atterra sulle 4 ruote e Fernando Alonso può raggiungere i box, dove cambia gomme e ala anteriore.

Esce dai box in 16esima posizione. Rientrata la safety car conseguente all’incidente, il vecchio Leone delle Asturie dà il “là” ad una rimonta eccezionale, passando dal 16esimo al 7mo posto finale, sciorinando una grinta e uno spettacolo che hanno esaltato gli entusiasti 150mila americani accorsi a godersi il loro Gran Premio di casa e anche chi, sul divano di casa, si è commosso nell’ammirare l’entusiasmo e l’immarcescibile classe di questo inossidabile campione.

L’immagine di Fernando a fine gara, seduto, piegato in avanti, quasi accasciato sulla ruota anteriore destra della sua monoposto, è un’altra di quelle immagini iconiche che ricorderemo di questa gara e che, probabilmente, apparirà ai posteri quando, tra qualche tempo, andranno a digitare su internet: “Gran Premio USA 2022”. Standing ovation e tanti complimenti al “ragazzino” dell’Alpine, che, insieme ai superlativi Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, hanno davvero fatto spellare le mani dagli applausi al numerosissimo pubblico presente.

Il tramonto della passione in F.1 con le decisioni dei commissari

Tutto è bene quel che finisce bene? Eh, no! sarebbe stato troppo bello! Nella notte europea arriva la sconcertante decisione della direzione di gara di appioppare 30” di penalità a Fernando Alonso, colpevole, durante la sua furibonda, esaltante rimonta, di aver perso uno specchietto, quello di destra, il cui fissaggio, evidentemente, non aveva retto al ruvido atterraggio seguito all’incidente con Lance Stroll, a differenza della schiena del campione spagnolo.

Una decisione presa in maniera goffa e tardiva che cancella una impresa memorabile, una di quelle che rimangono negli occhi e del cuore degli appassionati e di chi ha pagato il biglietto che, sicuramente, non si sarà neppure accorto della perdita dello specchietto subita dall’Alpine. E, quando andrà a raccontare dell’impresa dell’asso asturiano, verrà sicuramente preso per il solito esagerato, visto che della entusiasmante rimonta non ci sarà traccia nella classifica ufficiale del Gran Premio corso a casa dello Zio Sam.

A Verstappen i fischi dei presenti invece degli applausi per l’impresa in pista

C’era una volta Gilles Villeneuve… C’era una volta in cui le imprese memorabili venivano esaltate e acclamate dal pubblico e da tutti gli organi di informazione, fino quasi ad andare ad offuscare la gloria di chi aveva effettivamente vinto la gara.

Ora basta un reclamo di un team concorrente per prendere una decisione inconsulta, decisamente fuori tempo massimo per la conferma della classifica ufficiale del Gran Premio. Tutto questo dopo aver assoldato un ufficio di tecnici amministrativi per riuscire a definire la griglia di partenza del Gran Premio degli USA e dopo aver assistito ad una raffica di interventi durante la gara da mandare in confusione anche il più preciso e paziente dei notai. Non sto ad elencarle, perché, sinceramente, mi ci sono perso.

Mi chiedo come sia possibile e come, nel tempo, si sia addivenuti ad una ingerenza così pesante, così disarticolata e di così dubbia omogeneità da parte della direzione di gara, che dovrebbe essere un ente arbitro di un evento che era, è e deve rimanere una competizione, una corsa dove vince chi arriva per primo sul traguardo, nella quale deve essere assolutamente contemplata l’ansia di superamento, la foga e il coraggio dei piloti che possono anche superare il track limit, presi, come sono, dal tentare di raggiungere e superare l’avversario. Che poi si arrivi a cancellare una impresa storica scritta da un incolpevole, incommensurabile campione solo perché la sua monoposto ha perso uno specchietto dopo un clamoroso decollo/atterraggio e una clamorosa rimonta, questo è davvero fuori dalla storia e dallo stesso spirito dello sport.

Immaginate cosa sarebbe successo se Jean Alesi su Ferrari avesse vinto il Gran Premio d’Italia 1995 e, dopo la gara, fosse stato penalizzato per aver perso la telecamera che causò il ritiro di Gerhard Berger. E’ molto probabile che nessuno della direzione gara sarebbe uscito incolume dal Parco di Monza!

Un reclamo Haas ha tolto ad Alonso punti e piazzamento

La spettacolarizzazione della Formula 1 non deve passare dalla mortificazione dei suoi Campioni. La crescita della sua popolarità non deve essere ottenuta con la negazione dello sport. L’interesse verso la categoria non va alimentato con decisioni dubbie, parziali o incomprensibili, come troppo spesso sta accadendo in questo periodo storico. Lo spirito non deve assolutamente virare nel senso che, nel bene o nel male, basta che se ne parli, ma sempre e solo nel senso che, a vincere, deve sempre essere chi, in pista e solo in pista, si sia dimostrato il Migliore!

Digitando tra vent’anni su internet Gran Premio di… 2022, vorrei vedere le immagini dei Campioni protagonisti di imprese rimaste nella memoria e nel cuore degli appassionati, non la lista delle decisioni delle direzioni di gara!

Grazie.

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