F.1 GP TOSCANA FERRARI 1000 Un biglietto tre gare e un pieno di emozioni

TESTO E FOTO DI IMBUCATO SPECIALE

È già finita. Peccato. È stato uno spettacolo davvero superlativo! Gustato da un punto di vista davvero eccelso: la tribuna 58 offre realmente una visione celestiale su un teatro che sembra calato sulla terra dagli dei delle corse. È successo di tutto e di più. Si è avuto modo di capire pure i motivi dei prezzi esagerati dei biglietti: tre partenze tre hanno giustificato il sovrapprezzo. Certo, quelli che hanno pagato di più sono i team che hanno avuto le loro monoposto danneggiate nei botti che ci sono stati. Frutto forse più di errori nelle applicazioni di certe procedure di ripartenza che di troppa severità o inadeguatezza del circuito. Il quale invece, almeno agli occhi di chi c’era, sì è dimostrato sublime scenario d’altri tempi per disputarvi una gara automobilistica al massimo livello.

Le asfaltature di tutte le vie di fuga esistenti nei circuiti solitamente inclusi nel calendario mondiale e tutti gli autodromi di nuova concezione ci avevano consegnato un modo di correre asettico, quasi avulso dalla vera e fiera  competizione, attenti, come eravamo, al rispetto dei track limit (sic!) e ai cento replay per stabilire le presunte colpe in un contatto minimo dentro una chicane da ottanta all’ora. Qui, su queste apparentemente dolci colline, finte curvette da educande non ne esistono.

Il Mugello è un toscanaccio, duro e puro, come si confà alla gente di qui. O hai le palle o stai a casa. Niente mezze misure. Guardare lo spettacolo da sopra l’Arrabbiata, curva cieca in salita da oltre duecento ottanta all’ora, è stato uno spettacolo impareggiabile. D’accordo, la Mercedes l’ha fatta, per l’ennesima volta, da padrona e la Ferrari ha confermato le sue drammatiche difficoltà, ma vedere dal vivo queste belve velocissime, magicamente attaccate all’asfalto su questi vertiginosi saliscendi è stata davvero una delizia che su pochissimi altri circuiti, per non dire nessuno, ci è dato di vedere.

Torniamo a casa, appagati e soddisfatti, contenti per essere potuti ritornare finalmente in un circuito, e che circuito, dopo tutto quello che è accaduto e sta accadendo. Di domenica c’era più gente, per fortuna, anche se la tribuna non era certo piena. Il servizio di sicurezza si è dimostrato solerte e davvero attento, facendo rispettare rigidamente il senso di ingresso e di uscita dalle tribune, richiamando puntualmente chi aveva la mascherina non posizionata correttamente e facendo rispettare il corretto distanziamento. Si è potuto vivere uno spettacolo indimenticabile nel pieno rispetto delle regole. A dimostrazione che, se si vuole, si può. Non come a Monza sette giorni prima, in cui nessuno ha voluto prendersi responsabilità e ci hanno lasciato fuori, pur avendo pagato il biglietto. E speriamo che ce lo rimborsino!

Al Mugello tutta la giornata è stata davvero molto molto emozionante: dalle fantastiche gare di Formula 3 e Formula 2, dove i ragazzi ci hanno dato dentro davvero di brutto, alla esibizione dei paracadutisti, che, nonostante un vento davvero notevole, hanno portato dal cielo le bandiere italiana e della Ferrari, centrando il rettilineo di partenza con estrema precisione. I brividi sono poi proseguiti con i passaggi degli Starfighter, caccia supersonici che hanno solcato l’azzurro sopra il Mugello con evoluzioni pari alla loro bellezza. Poi l’inno italiano cantato insieme ad Andrea Bocelli, tutti in piedi e mano sul petto.

Il momento più bello è stato però un paio d’ore prima, quando abbiamo visto e sentito passare la Ferrari F2004 che fu di Michael Schumacher, pilotata dal figlio Mick. Il rampollo tedesco ha inanellato una serie di giri che ci hanno strappato copiose lacrime dal cuore. Piangevamo come bambini, senza vergogna alcuna. Il pianto è scoppiato ancora più a dirotto quando Mick si è fermato proprio sotto la tribuna ed è ripartito in tromba, facendo pattinare le gomme, sprigionando dal motore melodie che solo quel dieci cilindri sapeva cantare. Ci siamo detti che sarebbe stato bellissimo se Mick e la F2004 del papà avessero fatto cinquanta giri loro. Ce ne saremmo andati felici, anche senza assistere al successivo Gran Premio della Toscana Ferrari 1000.

Che bella emozione! Che momento ci si è stampato nel cuore! Ricordi indelebili sono riemersi dalla mente, gioie da troppo tempo sopite. Speriamo che sia servita anche agli uomini e alle donne della Ferrari attuale, questa esibizione. A risvegliare in tutti loro lo spirito di quella squadra che tutto il mondo ammirò. A far prevalere in loro l’orgoglio e la fierezza di quel Cavallino che deve al più presto tornare rampante. Non per noi poveri tifosi, bistrattati e ormai assuefatti ad ogni tipo di umiliazione, ma per il rispetto della volontà e degli intenti del padre fondatore, quell’Enzo Ferrari che sicuramente ora starà male, ma sarà sempre comunque pronto ad essere di nuovo al fianco dei suoi uomini e delle sue donne, per far sì che la F2004 non resti prigioniera delle lacrime di un mattino di tarda estate.

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