F.1 GP TOSCANA FERRARI 1000 Quando vale la pena pagare il biglietto in tribuna

TESTO E FOTO IMBUCATO SPECIALE

Siamo tutti d’accordo: c’è chi gioca al golf indoor e chi scia sull’erba. Ma non è certo uguale che intagliare il cielo con sapienti colpi sul green del National Golf Club in Georgia o gettarsi in pasto al brivido dalla Streif di Kitzbühel. È stata proprio questa la generale sensazione di tutti, attori protagonisti, osservatori e appassionati spettatori, ammirando sfrecciare i bolidi di Formula 1 sul Circuito del Mugello. Sulle colline toscane la massima espressione dello sport automobilistico ha ritrovato una palestra vera, un teatro naturale su cui potersi esprimere compiutamente e liberamente, sciorinando tutte le eccelse doti dei mezzi meccanici attuali e dei loro abilissimi conduttori.

Una boccata d’aria fresca, una ripresa di una consapevolezza perduta, un recupero di certi valori sani e sacri, iniziati con la defenestrazione del track limit, tanto qua c’è la sabbia, culminati con la firma sulla pole position del migliore pilota di questa epoca, quel Lewis Hamilton che, dopo aver predicato rispetto e prudente circospezione per questo magnifico tracciato, ha piazzato la pennellata d’autore, deliziando e appagando totalmente lo sparuto gruppo di spettatori che ha deciso di venire a vedere la tenzone dal vivo. A dire la verità, fino al momento finale e decisivo, abbiamo avuto a che fare con una supremazia pressoché assoluta del suo compagno di squadra, quel Valtteri Bottas che solo un carattere troppo bonario sta frenando la sua ascesa nell’olimpo dei più grandi.

Infatti il campione di Nastola è stato davanti a tutti in tutte le sessioni di prova e stava confermandosi anche durante l’ultimissimo tentativo, quando una bandiera gialla ne ha tarpato le ali, quasi che il Mugello esigesse imperativamente la firma del più grande di tutti, Lewis Hamilton, sulla prima pole position di Formula 1 mai firmata su questo circuito. Va bene così. Accettiamo il verdetto, in attesa della giornata di oggi, che si annuncia ricchissima di emozioni. Si inizia con la Formula 3, dove un ragazzo della Florida, Logan Sargeant, potrebbe issare la Stars&Stripes sul podio più alto di un campionato europeo, per passare alla commozione della Formula 2, dove un ragazzo, figlio di un altro grande della sua epoca, si gioca il titolo di campione.

Non voglio citare nomi, perché troppo grande l’affetto e l’amore che tutti hanno per lui e per il suo papà. Inevitabili saranno le lacrime, poco più tardi, quando lo stesso ragazzo girerà con la Ferrari F2004 del papà. Al solo pensiero, già ora, di prima mattina, gli occhi si inumidiscono copiosamente e il cuore davvero scoppia di emozione.

È davvero bello che, a questo incredibile spettacolo, possano assistere gli spettatori, anche se in numero molto limitato. Sorvolando sulla stucchevole querelle dei prezzi dei biglietti, devo dire però che, per un evento così unico e spettacolare, mi sarei aspettato che i pochissimi ingressi disponibili, andassero a ruba. Niente di tutto questo: ieri alla tribuna 58, quella sulla curva Arrabbiata, uno dei più bei posti del mondo per vedere le corse, era presente forse una metà scarsa degli spettatori che avrebbero potuto entrare. D’accordo, anche ridotti del 50%, i prezzi erano sempre alti. D’accordo anche che il coronavirus fa paura a molti, anche se, da questo punto di vista, il servizio sicurezza è impeccabile. Mascherine obbligatorie e controlli capillari, ingressi e uscire separate, distanziamenti controllati, gel lavamani in ogni dove. Ma la gente non è venuta.

E a me è venuto un dubbio: possiamo ancora considerarci dei veri appassionati di questo sport meraviglioso? Come si fa a non avere voglia di venire quassù, sotto questo cielo terso e caldo, ad ammirare un evento unico, uno spettacolo senza pari in un teatro finalmente come si deve? Sono davvero spiacente, signori, ma stavolta chi è rimasto a casa ha avuto davvero torto! Ci vediamo a Imola, dove speriamo di essere qualcuno in più ad applaudire i nostri campioni. Se lo meritano!

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