F.1 GP MONTECARLO Una gara per spennare i tifosi oltre il limite

DI PAOLO CICCARONE

Nei nostri appunti di viaggio ecco le ultime dal tracciato monegasco, con prezzi, biglietti e menù adeguati a portafogli consistenti e un’unica certezza: non ne vale più la pena correre da queste parti

C’era una volta il GP di Montecarlo, quello glamour dove nobiltà e miseria si incontravano attorno a un tracciato dove i piloti si esibivano al meglio delle loro possibilità. Adesso di nobiltà in giro ce ne è molto poca, i reali sono quasi tutti spariti e di sicuro una gara di F.1 non ne raccoglie tanti. Resta il fascino del nome e della storia, per il resto nessuno dei due è più giustificato. Tanto che ormai il principato è diventata una immensa macchina per fatturare ogni occasione. Un esempio? Eccoli…

30 EURO PER ANDARE A MANGIARE

Una volta il marciapiede degli artisti, dove ci sono un paio di ristoranti a ridosso della recinzione del paddock, era l’unico posto per vedere da vicino i piloti e i personaggi ospiti del GP. Si entrava dal porto o dalla zona della Rascasse e mangiando e bevendo si poteva avere la fortuna di farsi firmare un autografo o fare delle foto. Quest’anno è stato imposto un biglietto supplementare anche a chi aveva già acquistato il tagliando per una tribuna (a caro prezzo, diciamo dai 250 ai 450 euro). Per accedere alla zona era obbligatorio pagare un supplemento di 30 euro a persona. Ovviamente infuriati i gestori dei locali per il calo drastico di presenze che hanno compensato con un aumento dei prezzi di cibo e bevande. Un filetto e una bottiglia d’acqua, totale 43 euro.

123 MILA EURO L’ORMEGGIO AL PORTO

Un’altra salassata l’hanno presa i possessori di barche ormeggiate nella zona del circuito, dalla chicane alla Rascasse era obbligatorio pagare 123 mila euro per tutto il periodo. Anche per barche piccole a quanto pare. Con Yacht da 40 a 60 milioni di euro con equipaggio a bordo, la cifra appare folle per i comuni mortali, sopportabile per i loro portafogli. Ma la mazzata finale l’ha data l’organizzazione che ha previsto un supplemento di 250 euro a persona per ogni giorno a bordo barca. In passato questa zona veniva occupata da barche a noleggio (parliamo sempre di almeno 30 metri minimo) sulle quali aziende organizzavano serate o eventi. Il costo del noleggio comprendeva anche il catering e diviso il numero di ospiti consentiva prezzi accessibili per fare ospitalità al GP.

63 MILA EURO SENZA VISTA PISTA

La seconda fila di yacht, ormeggiata all’altezza dello yacht club, ovvero zona uscita del tunnel, veniva invece ceduto a 63 mila euro, con l’aggravante della tassa da 250 euro a testa anche se non si vedeva assolutamente niente da quella postazione. La legge è legge, dicono, e tutti devono pagare. Compreso lo yacht di 53 metri di Piero Ferrari ormeggiato in zona.

BALCONATA CON SALASSATA

Un altro aspetto della tassa GP è relativa ai balconi dei palazzi adiacenti al circuito. In passato lo spazio veniva venduto dai proprietari ai facoltosi clienti, stavolta l’accesso è limitato a chi ha pagato la tassa (anche qui si parte da 250 euro a testa) con controllo rigido degli accessi. Tre anni fa, ultima edizione col pubblico, agenti locali controllavano quante persone c’erano sui balconi. Per una norma di sicurezza l’accesso era riservato a una persona per metro quadrato. E il catering era imposto da società esterne.

MENU’ FISSO A 200 EURO A TESTA

Un altro capitolo riguarda i ristoranti e i punti di ristoro lungo la zona delle piscine. Menù unico a 200 euro a testa. Il menù era composto da fettine di formaggio, salame, un flute di vino e acqua. Pane e grissini. Pagamento anticipato, tanto per non farsi scappare il cliente. Prezzo unico per tutti i locali. A Monaco non si pagano le tasse ma il modo per riempire le casse statali a quanto pare lo hanno trovato lo stesso. Dimenticavamo, cappuccino 3.50 euro e un bicchiere di succo d’arancia 5,50 euro. Con brioche a 2 euro il conto è presto fatto. Va bene spellare i ricchi e chi ha il portafoglio adeguato, ma prendersela coi tifosi in questo modo è piuttosto vergognoso.

QUALE FUTURO PER MONTECARLO

Liberty Media dal punto di vista contrattuale è irremovibile, perché i GP glamour in calendario sono Miami, Singapore e Abu Dhabi. Quindi Montecarlo come appetibilità di sponsor e con i prezzi imposti (non parliamo di Monaco ma anche di hotel scadenti a Mentone o Cap D’Ail…) e soprattutto con quanto paga di diritti per ospitare la gara è fuori mercato. I 15 milioni di euro dovrebbero diventare 25 come Monza o Silverstone, ovvero GP storici. Monaco non ci sente, ma il problema è che la dirigenza dell’AC locale è ormai invecchiata, con il gran capo Michel Boeri che viaggia per gli 80 anni. Il mondo è cambiato e così le esigenze organizzative. Mancano i ricambi e una visione diversa, per cui appellarsi al passato va bene, la storia va bene, ma il resto (con i prezzi imposti) deve essere all’altezza della situazione mondiale. Cosa che non è.

ORGANIZZAZIONE DISORGANIZZATA

Un ultimo aspetto riguarda la gestione del traffico. Montecarlo da sempre è stata un punto critico, ma con le F.1 moderne e le necessità dei team e ospitalità, quest’anno si è raggiunto il massimo. Sono circolati 412 TIR con bilici, distribuiti in varie aree attorno al principato. La viabilità non prevedeva nessuna strada a scorrimento veloce o riservata agli addetti ai lavori, semafori funzionanti con code chilometriche e lunghe file quando sarebbe bastato mettere degli agenti nei punti nevralgici e dove c’erano, l’arroganza e la maleducazione erano la regola principale. Ovvero, tutto è rimasto come 40 anni fa. Anche questa è storia ma anche questo è il sintomo che va cambiato qualcosa e Montecarlo deve adeguarsi se non vuole restare un pezzo di storia della F.1 del passato.

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