F.1 GP MONACO Visto da lassù con Senna Ascari Bandini e Gilles ecco il loro racconto

DI GIUSEPPE MAGNI FOTO WEB E MAGNI

La curva del Portier come era negli anni 50 con una monoposto che si tuffa nella piega a 90 gradi a destra

Abbiamo immaginato un dialogo surreale attorno a un tavolo fra i grandi protagonisti di oggi e del passato sulle strade del Principato con Ayrton e Alberto che ricordano i loro tempi mentre Juan Manuel Fangio e Lorenzo parlano di una gara del tempo che fu…

 

“Ai miei tempi mi bastava girare a destra al Mirabeau e già vedevo il mare” esordisce Alberto. “Eh, sì, quando poi si arrivava al Portier, sembrava addirittura di tuffarvici dentro, già prima del ponte della ferrovia” prosegue Eugenio. “Ma dite davvero? Adesso al Portier non si vede più il mare, c’è un condominio nuovo lì” ammette tristemente Max. “No, no, allora nessuna barriera da nessuna parte” ribatte Juan Manuel “Infatti sono finito in mare alla curva del Porto è quasi non me ne sono accorto” riprende Alberto.

“Sempre meglio senza barriere e finire in mare che quelle maledette balle di paglia!” replica Lorenzo.

“Quando vinsi io, c’era Louis che credeva di aver già vinto, e invece lo passai e lui rimase quasi incredulo” riprende Guy. “Io invece ho vinto e non me ne sono neppure accorto!ride Riccardo.Quando vi vinsi io alle Piscine c’era un bel muretto bianco alto un metro e l’ingresso era davvero difficile” prosegue Ayrton.

“Io invece passai indenne attraverso un muro di macchine incidentate al Tabaccaio e andai a vincere! Che fortuna, eh?” ride Juan Manuel. “Non credo sia questione di fortuna, ci vuole abilità: come quando sotto la pioggia, finii lungo a Santa Devota.

Ripresi e vinsi, perché sono bravo!” fa Michael, e giù tutti a ridere. Una bella compagnia, non c’è che dire. “Io vincevo solo perché ci tenevo ad aprire le danze con la Principessa, la sera del GP” riprende Graham.

“Dai, è sempre stato bello sfidare le barriere, per me, passandoci più vicino e più veloce che potevo. Certo, quella volta al Portier..” si rabbuia Ayrton. “Non mi parlare di Portier!” replica Michael. “Che figuraccia, quella volta! Meno male che poi mi sono rifatto, e con gli interessi!”

“Ci siamo sempre divertiti molto, lì, dite la verità: ricordo che, quell’anno che stavo prendendo Alan, alla Rascasse passai talmente vicino alla barriera che strappai uno striscione di uno sponsor che stava appeso lì” sogghigna Gilles. “È un posto dove si può andare di traverso ad ogni curva! È una goduria!” Gilles ha i brividi al pensiero.

“Una goduria per te! Io non l’ho mai potuto soffrire!” replica Nelson. “È un posto dove ci siamo divertiti tutti, noi in pista e anche chi ci stava a guardare in tribuna o dalla Pelouse, ha ragione Gilles” afferma Ayrton. “Ti sarai divertito tu, che ci hai vinto sei volte! Io alla chicane sul porto ho preso uno spavento terribile!” replica Karl.

“Certo, perché tu no capace guidare e fare crande kasino” ci scherza Niki. E giù tutti di nuovo a ridere. Perfino Jack, finora sempre lì in disparte, un po’ ombroso. “Andiamo, che è quasi ora” invita Ayrton. Ed eccoli, sorridenti, scendere da Place d’Armes in fila orizzontale, abbracciati l’uno all’altro. Vanno ad accomodarsi, nessuno di loro si vuole perdere lo spettacolo. Signori, sta per andare in scena il Gran Premio di Monaco! E i suoi Campioni saranno tutti lì, perché chi ci ha vinto, o che ci ha solo corso, non è più andato via, dalle sue stradine strette che sanno di magìa…

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