F.1 GP MONACO La Ferrari gioca il jolly ma perde la scommessa ed esce sconfitta

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT FOTO MAGNI RMCMOTORI

MONACO – Si dice sempre che si vince e si perde tutti insieme e a Monaco la Ferrari lo ha dimostrato in pieno. La pole di Leclerc al sabato con la botta contro il rail ha aperto la discussione su cosa fare per la gara. La decisione è stata di non sostituire la trasmissione per non incorrere nella penalizzazione prevista per questi casi, ovvero retrocedere di 5 posizioni. Partire sesti invece che primi avrebbe di sicuro minato la possibilità di vittoria. E la Ferrari a Monaco voleva vincere. Poteva farlo perché meccanicamente la vettura era in ordine, bilanciata, messa bene con la trazione e l’inserimento in curva. Sprecare la pole arretrando al sesto posto avrebbe minato questo sogno.

QUANDO IL RISCHIO NON PAGA

Il rovescio della medaglia era evidente: non si sostituisce la trasmissione, si parte da dove si è in pole e si azzarda. Che tutto regga, che niente si rompa. E che la riparazione sia efficace. Col nuovo regolamento la F.1 da qualche anno ha tolto di mezzo il warm up prima della gara. Era l’occasione per capire se, specie dopo un incidente al sabato, era tutto in ordine. E quindi già questa norma crea dei problemi. Non poter cambiare la trasmissione (che deve durare almeno 6 gare, i motori 8…) pena la retrocessione di 5 posti, è in vigore da qualche anno e anche in questo caso abbiamo assistito a situazioni simili. Alcuni team hanno operato una scelta conservativa e di sicurezza, con un cambio nuovo si perdono posizioni che poi si recuperano in gara. Da altre parti, perché a Montecarlo se parti dietro ci resti e non passi se non prendi dei rischi incredibili, col risultato che spesso finisce male.

ERA MEGLIO PARTIRE SESTI PER FARE DA COMPARSA?

E allora, dopo aver ricevuto le assicurazioni dei tecnici che la trasmissione di Leclerc non aveva subito danni nel botto del sabato e che poteva partire per la gara, nel primo giro di ingresso in pista il pilota monegasco ha cominciato a disperarsi con una serie di “No no no noooo” che facevano capire subito che l’azzardo Ferrari era fallito. Nemmeno un giro di corsa, nemmeno la possibilità di difendersi o mostrare di poter vincere. Niente, solo l’amarezza di non partire nemmeno. A bocce ferme è facile criticare la scelta Ferrari. Ci mancherebbe. Fra l’uovo oggi e la gallina, hanno chiaramente scelto tutta la polleria scoprendo che era chiusa e che c’era solo un brodino, il secondo posto di Carlos Sainz, che dice molto e niente. Dice che la Ferrari poteva giocarsela con la Red Bull, ma non che potesse vincere.

SAINZ SECONDO AL PRIMO PODIO FERRARI

Dice che Sainz sale sul podio ma è una magra consolazione, anche perché si è ritirato Leclerc e pure Bottas, con una Mercedes inguardabile una volta tanto. E ci mancava poco che pure Norris si inventasse qualcosa. Nel gioco del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, è mancato proprio il bicchiere. E quindi, meglio partire sesto con la possibilità di andare a punti (e non avrebbe cambiato molto nella storia della Ferrari, specie nella stagione) oppure tentare di partire e stare davanti a rischio di rottura? Hanno scelto questa seconda strada. Che a Montecarlo è come puntare tutto il capitale su un numero e poi vedere che la roulette te lo porta via con un giro di ruota. Quel giro di ruota che Leclerc ha sentito a vuoto appena uscito dai box vedendo svanire il sogno di una vittoria. In fondo, la Ferrari ha sbagliato la decisione, il pilota ha sbagliato andando a sbattere il sabato. Si vince e si perde insieme. Come puntualmente successo.

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