F.1 AL VIA IL MONDIALE: in Bahrain scatta il secondo tempo del mondiale 2020…

DI PAOLO CICCARONE

Premessa: le previsioni sono note per essere poi smentite dai fatti e quindi anche le righe che seguono, non hanno la pretesa di verità assoluta. In fondo, non ci ha preso Paolo Fox che nelle stelle ci sguazza, figurarsi chi deve destreggiarsi fra carichi di benzina, temperature gomme, mappature motore e varie amenità del genere. Domenica riparte il mondiale F.1, vero. Ma alzi la mano chi si è accorto di tanto clamore. Infatti, più che un nuovo campionato, sembra il secondo tempo di quello appena concluso, quindi scontato per i valori in campo, scontato col suo repertorio.

ASTON MARTIN E ALPINE, LE BELLE DI GIORNO. FERRARI BRUTTA CHE PIACE

Uniche novità, alcune colorazioni diverse. Qualcuna bella, vedi Aston Martin e Alpine, qualcuna orrenda (ci spiace, ma ci mettiamo di diritto la Ferrari SF21), altre polemiche, vedi Haas e aggiramento dei divieti del CIO sulla bandiera russa. Ma qui non è questione di colori o di lana caprina. Anzi, parlando di colori, per dirla alla Bernie Ecclestone “coloured”, si sguazza ancora nelle battaglie sociali di Hamilton con Black Live Matters e la necessità di beccare soldi da organizzatori (leggi Arabia Saudita, tanto per dirne uno…) che di certe cose ne fanno a meno. Anzi, viene l’itterizia se non fosse che dal nero si passa al giallo e anche qui qualcuno avrebbe da ridire.

UN MONDIALE INCERTO. IN TEORIA…

Che mondiale sarà? Boh. Per essere la risposta di un esperto del settore lascia basiti, vero? Il problema è che fra social, comunicati stampa, interviste TV preconfezionate, in giro è circolato di tutto ma nessuno, nel vero senso della parola, sa davvero cosa succederà, come andranno le cose e se finalmente vedremo qualcosa di nuovo. Perché la fantomatica crisi Mercedes, coi problemi di Hamilton e Bottas nella minisessione di test, sembra tanto un voler tenere desta l’attenzione, non far partire il mondiale col piede sbagliato. Ovvero il solito copione visto nel primo tempo conclusosi nel 2020.

RED BULL BANZAI CON HONDA ULTIMO ANNO

E allora, via coi proclami Red Bull, con una Honda che deve giocarsi il jolly altrimenti a Tokyo e dintorni qualcuno può sfoderare la Katana e darle una oliata perché i suicidi a catena sarebbero tanti. E di voglia di usarla, da quelle parti, non ce ne è manco mezza. Tanto che su un giornale nipponico, tradotto per gentile concessione di un amico, adesso salta fuori che è tutta colpa di…Alonso. Del suo odio per la terra dei Samurai (e pensare che Nando ne ha fatto la sua filosofia di vita), del suo approccio che ha vanificato e mortificato i tecnici Honda (il famoso “GP2 engine” tanto per capirci) e quindi far venire meno lo slancio, la voglia e la rinascita della società di Soichiro Honda e di conseguenza della Mugen del figlio Hirotoshi.

IL RITORNO DI ALONSO, IL SAMURAI MANCATO

Per cui, senza Alonso fra i pistoni ma con lo spagnolo in pista, qualcuno da quelle parti vuole dargli lo schiaffo morale di una vittoria con l’asturiano in pista annaspante con l’Alpine che altro non è che una Renault rivernciata (bene) nei nuovi colori. Ecco, una Honda che deve completare il percorso in maniera trionfale e una Alpine che rinasce dalle ceneri Renault ma con la stessa macchina, stesso staff tecnico, ma con un pilota conosciuto, un manager come Davide Brivio che dalle 2 è passato alle 4 ruote e che dovrà fare esperienza. Un bel mix, una bella scommessa.

VETTEL, SCOMMESSA AL VERDE

E che dire della scommessa di Vettel? Distrutto psicologicamente, bollato come paracarro incline all’errore, accompagnato alla porta dalla Ferrari, a un tratto ritrova entusiasmo (e soldi) con la fotocopia Mercedes dominante. Sarà una scommessa per lui, dimostrare di saperci fare ancora col volante. Ma metti che i “crucchi” siano davvero in difficoltà col bilanciamento, che Red Bull e il suo motorone faccia boom, e sta a vedere che a Sebastian riesce l’impresa, riuscita a pochi, di tornare a vincere anche fuori dalla Ferrari. Ne ricordiamo pochi: Lauda, col mondiale. Prost, pure lui mondiale. Mansell, idem come Prost. E in quanto a vincere un GP, Berger e Barrichello. Poi la lista si ferma qui.

DATEGLI UN GP…E VETTEL ENTRA NELLA STORIA POST FERRARI

Già tornare a vincere per Vettel sarebbe un bel sigillo, una pernacchia stratosferica in mondovisione. E in tanti non aspettano altro. Ma la maggior parte aspetta la coppia del gol, Carlos and Charles, per il miracolo della rinascita. L’unica cosa bella che potevano fare a Maranello era la verniciatura. E non è riuscita del tutto (tecnicamente una cosa del genere deve avere una spiegazione, non c’è dubbio, altrimenti non si spiega). E dal punto di vista meccanico, beh: hanno migliorato quello che potevano con quello che avevano.

FERRARI, IL GIOCO DELLA… COPPIA

Che sia sufficiente a uscire dal limbo delle retroguardie non si sa. Intanto leggiamo pagine da libro cuore su certa stampa, dell’armonia, dell’affetto e della simpatia del duo baby. Dimenticandosi che essendo baby sono più inclini alla rissa di un maturo e attempato signore come era Vettel. Per cui prima di intingere la penna nelle lacrime di amore e affetto, aspettiamo qualche gara e poi capiremo se fu vero amore o solo interesse. Con la speranza che a Maranello abbiano azzeccato qualcosa, perché se il primo tempo della partita (leggi mondiale 2020) ha fatto piangere, almeno che il secondo tempo dia qualche sprazzo di bel gioco e speranza.

Altrimenti…Altrimenti lo lasciamo immaginare a voi perché il nervosismo, la tensione e tutto il resto, lo avverti non appena entri in paese e vedi il cartello stradale. Il resto della truppa? Mah, lasciamoli giocare. So ragazzi…Ci risentiamo a fine stagione per vedere quante di queste losche e fosche previsioni sono state smentite. In fondo, lo facciamo apposta…

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