CONTROMANO: STRATEGIE E ORDINI DI SQUADRA GIOIE E DOLORI

RODOLFO INTELISANO

 

Non starò troppo a parlare della fantastica vittoria di Leclerc, posso solo aggiungere di non farsi troppe illusioni sul proseguo del campionato. Le caratteristiche particolari del circuito monzese suggeriscono che questa è una vittoria occasionale dovuta alla determinazione e alla bravura del pilota e ad una strategia (finalmente!) azzeccata.

Piuttosto fa riflettere che la Ferrari abbia vinto sui due circuiti del mondiale all’estremo opposto l’uno dell’altro: sul più lento di tutto il campionato (Monaco) e sul più veloce del campionato (Monza) qual è quindi il problema della mancanza di una competitività costante ai massimi livelli? Per anni, nel periodo Vettel, abbiamo avuto una macchina ultra competitiva nel lento ma lenta nei circuiti veloci o viceversa, senza che si trovasse mai il giusto compromesso, adesso il problema sembra un altro: set up? Curvoni veloci? Perché l’altra vittoria è venuta su un cittadino come l’Australia, grandi difficoltà invece su tracciati come Mont Melò.

Comunque lascio aperta la questione per una analisi da parte di chi è più addentro agli aspetti tecnici e torno a parlare di strategie e parlando di strategie ultimamente chi non ne azzecca una è la McLaren che da parecchie gare ha la macchina migliore ma troppo spesso non concretizza, fra ritardi nel decidere i pit stop o nel farne uno di troppo. E poi c’è la questione della gestione dei piloti dove la vittima principale è Norris ma anche la stessa possibilità di riaprire il campionato e di vedere un finale combattuto e quindi in ultima analisi la stessa Formula Uno e gli appassionati come noi. E qui sorge spontanea una domanda: ma alla McLaren il mondiale piloti interessa?

No, perché insistere via radio con Norris perché restituisse la prima posizione a Piastri in Ungheria ricordandogli più volte che poi avrebbe potuto avere l’aiuto del team mate e poi lasciarlo libero di tirare al compagno di squadra una staccatona alla Roggia, di portarsi in testa e di prendere il largo con la conseguente perdita anche del secondo posto a favore di Leclerc e quindi con un evidente danno in termini di punti per il campionato anche per la squadra, non mi sembra una scelta né corretta, né tantomeno furba. Se Piastri lo ha fatto è perché probabilmente si sentiva libero di farlo. E’ questo l’aiuto che Norris deve aspettarsi adesso dal compagno di squadra? Niente da dire in seno al team? Sui social da anni massacrano Pironi per i fatti di Imola, ma non mi sembra che il comportamento di Piastri domenica sia stato tanto migliore, a maggior ragione considerando che allora si era solo alla quarta gara e non verso la fine con un pilota in lotta, possibilmente, per il titolo. Il fatto è che, a mio parere, Norris non avrebbe dovuto restituire la prima posizione in Ungheria.

Eravamo già ad un punto del campionato in cui si dovevano fare delle scelte sul pilota su cui puntare e questo pilota che poteva avere, e ancora ha, un minimo di chance è Norris. Continuare a lasciare corsa libera a Piastri è un errore che gioca tutto a vantaggio di Verstappen. Intanto con queste decisioni o mancanza di decisioni il vantaggio di Max su Lando è di 62 punti mentre potevano essere dieci di meno per i punti sottratti a Norris da Piastri, tralasciando le scelte strategiche. 52 punti sembrano tanti ma in realtà sono due vittorie, sono i venti punti di un tempo e con otto gare ancora da disputare bisogna decidere, anche perché Norris non appare un pilota dal carattere granitico e se non avrà l’appoggio del team potrebbe facilmente andare in confusione.

Qualcuno azzarda che il team spinga Piastri dopo tutto il “lavoro” fatto per sottrarlo alla Alpine, non lo credo e comunque ribadisco che si tratterebbe di un comportamento davvero autolesionistico e la fiducia che Norris ha dato al team anche nei momenti difficili dove la mettiamo? Un po’ di riconoscenza, please. Di esempi di mondiali persi per mancanza di decisioni sulle gerarchie ce ne sono diversi ma basterà citare l’ultimo con la lotta fratricida tra Alonso e Hamilton che fece il gioco di Raikonnen. Comunque, al di là delle lotte fratricide, non ricordo un sorpasso così cattivo sul compagno di squadra in lotta per il titolo come quello di Piastri domenica.

Sempre sui social tanti attaccano ancora Lauda, dopo cinquant’anni, per il mondiale perso da Regazzoni nel 74 ma mai Lauda azzardò un sorpasso su Regazzoni, semplicemente era quasi sempre più avanti, il campionato 74 rientra nel novero delle lotte fratricide che fra due litiganti della stessa squadra, entrambi in lotta per il titolo, finiscono per favorire il terzo incomodo, ma qui la situazione è diversa, Piastri non è in lotta per il titolo, per questo il suo comportamento, specie dopo i fatti dell’Ungheria, mi è piaciuto davvero poco, pur con tutte le attenuanti dell’istinto del pilota che però va gestito da un team che, se sul piano tecnico è ora il punto di riferimento, sul piano gestione sportiva deve fare ancora molta strada.

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