FORMULA E, COME PUO’ CAMBIARE IL CALENDARIO

testo e foto MARCO FERRERO

 

Grande fermento tra i vertici della Formula E dopo che, notizia di ieri, il E-Prix di Jakarta è stato annullato; necessario, dopo che dai quattordici gran premi iniziali si è scesi, dopo l’annullamento di quello di Roma, di Sanya in Cina e quello appunto indonesiano, ad undici, e con fortissimi dubbi in merito ad altri due, quelli di Parigi e Seoul, ripianificare il calendario della serie.

Partiamo dai dubbi: al momento sulla tappa di Parigi si sono più dubbi che certezze, possibile che l’epidemia di coronavirus possa trovare in Francia il suo picco proprio a metà aprile, e che la gara francese possa pertanto essere annullata. Stesso destino potrebbe toccare alla coreana Seoul, nazione sulla quale permangono notevoli perplessità anche per la mancanza di informazioni se non certe quanto meno attendibili.

Dopo l’annullamento della gara indonesiana di Jakarta gli organizzatori della serie hanno chiaramente espresso l’intenzione di valutare la possibilità di recuperare le gare perse o con soluzioni alternative o raddoppiando alcuni degli appuntamenti rimasti (Berlino, New York, Londra); se già in terra britannica sono previste due gare, le due di chiusura del campionato 2019 – 2020, Berlino potrebbe ospitare una gara aggiuntiva, mentre qualche dubbio in più lo solleva New York, laddove stamani Trump ha dichiarato voler bloccare tutti i voli in arrivo dall’Europa.

Sembra che sempre più consensi stia trovando l’ipotesi di svolgere, e potrebbe essere nella data del 4 aprile che era stata schedulata per la gara di Roma, un doppio appuntamento presso il circuito spagnolo Ricardo Tormo di Valencia, dove peraltro si sono svolti ad ottobre i test pre campionato e dove tutto il circus, i termini di mezzi ed organizzazione, è rientrato dopo la gara marocchina di Marrakech.

Un doppio round che, stante la situazione sanitaria presente attualmente in Spagna, che presenta uno sviluppo del contagio in termini “importanti”, potrebbe essere corso a porte chiuse, ipotesi magari non ideale a fini di partecipazione del pubblico ma che salverebbe almeno il campionato in termini di numero di gare; almeno a logica e buon senso anche l’idea di raddoppiare il round di New York ha un suo fondamento (restrizioni di ingresso a parte), sia perché si correrebbe lontano dalla città, sia perché in tal modo il circus giustificherebbe i costi legati alla trasferta.

Quanto sopra configura, ovviamente, quella che ad oggi appare l’ipotesi più plausibile nel caso che la situazione avesse a normalizzarsi o ridimensionarsi in tempi ragionevolmente brevi; altrettanto ovvio che, ad oggi, non si possa che attendere che questo flagello si plachi e permetta, alle persone prima che allo sport, di ritornare ad un’esistenza “normale”.

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