IL WTCR AD ADRIA PER LA PENULTIMA PROVA

MARCO FERRERO

 

Il WTCR, il FIA World Touring Car Cup, così denominato in riferimento all’uso dei regolamenti TCR, ed altrimenti noto come Campionato del Mondo per Vetture Turismo, sbarca sul circuito veneto di Adria per la sua settima, la penultima delle otto schedulate a calendario, prova, con due gare che già molto potrebbero dire ai fini dell’attribuzione del titolo 2021, anche se la sensazione è che tutti i giochi verranno chiusi solo nell’ultima gara della stagione, programmata in terra russa.

La tappa di Sochi, nel weekend del 27-28 novembre, potrebbe nascondere non poche insidie e non pochi dubbi legati alle condizioni meteo, che in quel periodo dell’anno potrebbero risultare non proprio “favorevoli”; posto che la stessa abbia regolarmente luogo, sarà necessario per chi punti al titolo 2021 uscire dal round italiano con situazioni di classifica tali da non dover correre rischi eccessivi.

Si arriva ad Adria, si potrebbe dire finalmente, dopo che lo scorso anno la gara, prima rinviata, era poi stata annullata, stante come i lavori di adeguamento del tracciato utili all’ottenimento dell’omologazione da parte della FIA non erano stati completati, il tutto probabilmente anche retaggio della situazione generale non certamente rosea nella quale l’autodromo si trova, in particolar modo sui dubbi sussistenti relativi alla sua posizione finanziaria, che ci si augura siano stati definitivamente risolti.

Si giunge a questa penultima prova con la seguente classifica assoluta provvisoria:

1^ Yann Ehracher – punti 180,

2^ Jean Karl vernay – punti 144,

3^ Esteban Guerrieri – punti 138,

4^ Frederic Vervisch – punti 131,

5^ Yvan Muller – punti 128.

Per l’alfiere della Cyan Racing Lynk & Co., squadra attualmente in testa alla classifica per team con 288 punti ed a +44 sulla diretta inseguitrice, ricordiamolo, già campione del mondo la scorsa stagione nonché noto per essere il nipote del pluri campione Yvan Muller, un vantaggio consistente certamente da amministrare con saggezza, e che apre alle gare venete con una ridda vastissima di soluzioni, che vanno dalla vittoria matematicamente acquisita sino alla più completa riapertura del campionato, laddove i quattro inseguitori diretti sono tra loro racchiusi in un lasso di poche lunghezze.

Un finale di stagione con cinque piloti in grado di giocarsi il titolo sarebbe, sotto l’aspetto emotivo, un evento agonisticamente “perfetto”, anche se si può essere certi che Ehracher cercherà di bissare il titolo ottenuto la scorsa stagione, quando stabilì il record di essere stato nella storia della serie il più giovane ad aver conseguito il titolo.

Una nuova vittoria assoluta consacrerebbe il giovanissimo pilota francese (classe 1996) nell’olimpo dei campioni della disciplina, in quanto da cinque anni non accade che un pilota riesca a conquistare consecutivamente due allori iridati, impresa riuscita l’ultima volta a José Maria Lopez, trionfatore per tre annate consecutive dal 2014 al 2016.

Per i colori italiani, da ricordare la presenza in pista dell’eterno Gabriele Tarquini, due volte campione del mondo (l’ultima nel 2018), quest’anno apparso meno consistente e continuo nelle prestazioni di quanto non abbia fatto vedere nelle stagioni precedenti ed ormai tagliato fuori dalla lotta per il titolo, anche se, conoscendolo, il prossimo anno inizierà il campionato con la determinazione di sempre per puntare ancora una volta alla vittoria finale.

Un campionato, se pur entusiasmante, che nelle due ultime annate ha mostrato non poche difficoltà nel fronteggiare le conseguenze legate all’emergenza sanitaria emersa, che ha fatto venir meno quelle prove extra europee, forse agonisticamente meno interessanti, che però potevano garantire all’organizzazione i fondi necessari per la gestione della serie.

La speranza è che il WTCR ritrovi la sua “tranquillità”, riportando al suo massimo splendore una serie in grado di raccogliere pubblico ed entusiasmo ovunque si presenti.

(foto Courtesy WTCR)

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