HISTORIC FORMULA 1 A MONTECARLO, IL TRIBUTO A COLIN CHAPMAN

Testo e foto MARCO FERRERO

 

La tredicesima edizione dell’Historic Formula 1 Grand Prix di Montecarlo ha visto, nella giornata di sabato, la celebrazione del ricordo di Colin Chapman, il genio creatore della Lotus ed ideatore di progetti ardimentosi e coraggiosi quanto controversi, a mezzo di una parata lungo le strade del circuito di tutte le vetture della marca inglese, ed erano veramente tante, iscritte alla kermesse monegasca.

Un grande innovatore, nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico per il suo contributo all’automobilismo, le cui invenzioni geniali sono note a quella parte di appassionati che ha vissuto l’epoca d’oro delle sue monoposto, nate nel 1958; dall’impiego l’impiego di sospensioni posteriori di tipo Chapman strut, alla realizzazione di telai con elementi in alluminio piegati, formati e rivettati gli uni sugli altri, invece del consueto traliccio di tubi, al fine di competere alla pari o quasi con le più potenti Ferrari.

Questi telai, la monoscocca, avrebbero configurato una tecnologia di telaio a funzione portante, che avrebbe rivoluzionato la Formula 1 trovando la sua applicazione sulla Lotus 49; non solo, ma è grazie a lui che si ebbe, prendendo spunto dalla Chaparral, l’introduzione degli alettoni sulle monoposto di Formula 1 che, in aggiunta alle successive “minigonne”, che generarono le “wing cars”, furono le innovazioni che negli anni ‘70-’80 il genio inglese portò in Formula 1.

Ricordiamoci altresì come Chapman fu un precursore per quanto riguarda le sponsorizzazioni in ambito di Formula 1, una “rivoluzione” che andava ad abbattere l’assioma che le vetture dovessero avere il colore che, convenzionalmente, era stato attribuito alla nazione di appartenenza, per presentarsi con quello di chi contribuiva economicamente alla partecipazione ai campionati, un fenomeno ingranditosi a tal punto che le vetture, e la Ferrari rimane in questo una “mosca bianca”, talora finiscono con l’essere identificate con il solo nome dello sponsor.

Un genio tanto indiscusso quanto criticato, in quanto alcune delle sue invenzioni furono considerate troppo “ardite” e tali da non garantire un adeguato livello di sicurezza, e che fanno discutere tuttora, ma a cui non si può negare di avere portato delle novità nelle massime competizioni di vetture a ruote scoperte.

Un genio a cui Montecarlo, gli appassionati, i piloti, tutti gli addetti ai lavori hanno tributato un sincero, commosso e commovente tributo, un lungo applauso che salutava le vetture nel loro passaggio lungo le strade del Principato che a breve le avrebbero viste grandi protagoniste in gara (Marco Werner ha vinto nella sua classe con una di quelle).

Giusto salutare Colin Chapman, giusto ricordare quanto ha fatto (e quanto ha vinto), giusto tributargli quegli onori che solo i grandi meritano, giusto averlo fatto a Montecarlo, nell’evento dell’Historic Formula 1 Grand Prix, l’unico realmente in grado di raccogliere le vetture inglesi protagoniste per un trentennio, nella cornice più adatta, il circuito più anacronisticamente affascinante del “circus” della Formula 1, l’unico baluardo rimasto dei tracciati di una volta.

Giusto altresì ricordare questo tributo, questo momento di nostalgia, con una carrellata fotografica delle vetture viste in azione qua e là sul tracciato monegasco, un modo per contribuire al tributo verso quello che, a seconda dei punti di vista, amato od odiato, rimane pur sempre uno dei massimi “geni” della Formula 1.

Condividi su: