FORMULA E, IL MERCATO PILOTI 2019

(testo e foto Marco Ferrero)
Squadra che vince… si cambia! Se si guarda alla DS Techeetah, che ha vinto il titolo piloti con Vergne e quello per squadre, sembra proprio che questo sia il nuovo mantra; sia Pedro de la Rosa, che ricordiamo in Formula 1,uno dei Direttori del team, che Andrè Lotterer hanno il primo lasciato, il secondo cambiato “volante”.
Ma andiamo con ordine.
Il breve lasso di tempo compreso tra metà luglio e metà settembre è stato oggetto di un “mercato piloti”, degno di Galliani e Moggi dei tempi d’oro, che ha interessato quasi metà delle squadre impegnate nella serie; si è andati da chi ha confermato la propria coppia di piloti a chi ha cambiato, per le più disparate ragioni, uno dei suoi driver, sino a chi ha rinnovato completamente la squadra magari, come BMW, non avendo ad oggi ancora completato l’organico piloti.
Partiamo da chi non ha cambiato: Audi (Abt e Di Grassi), Venturi (Massa e Mortara), Nissan (Buemi e Rowland), Mahindra (D’Ambrosio e Wehrlein), Nio (Dillmann e Turvey), Envision (Bird e Frijns) e Jaguar (Evans e Lynn) rimangono, per diverse motivazioni, immutate, diversamente soddisfatte e con diversi obbiettivi finali.
DS Techeetah, che ha perso Andrè Lotterer passato alla Porche, ha piazzato il “colpo” estivo ingaggiando Antonio Felix Da Costa, top driver lo scorso anno in forza alla BMW, il pilota più esperto della categoria, una garanzia per il team in termini di sviluppo e di rendimento, un grattacapo in più per Jean Eric Vergne, che al pari dello scorso anno si troverà in casa uno degli avversari più temibili, anche perché è difficile immaginare che il portoghese sia arrivato solo per fare da “scudiero” al due volte campione iridato.
Completamente stravolte le squadre BMW e Geox; per quanto riguarda la casa tedesca, se Alexander Sims non era una garanzia e si è rivelato troppo discontinuo, Da Costa era uno dei top driver del “circuì”, e l’averlo lasciato libero, peraltro a favore di uno dei principali team rivali, può far supporre che qualcosa di rilevante sia occorso nei loro rapporti. BMW si è comunque assicurata le prestazioni di Maximilian Gunther, uno dei giovani più in luce lo scorso anno, che nella sesta stagione dovrà dimostrare di non essere solo più una promessa, in attesa che venga ufficializzato il nome del secondo pilota del team.
La Geox, perso Gunther e “liberato” Josè Maria Lopez, ha ingaggiato Brendon Hartley, già pilota collaudatore in Formula 1, ed il promettente Nico Muller; di fatto due incognite, sia per la poca esperienza nella serie che per il palmares non ancora così eclatante, cui solo l’entusiasmo e la voglia di far bene potranno far ricredere gli scettici.
Un capitolo a parte per le due “new entries” Mercedes e Porsche, la prima che in questa “avventura” si fa forte della struttura già di HWA Racelab che correva lo scorso anno, una sfida totalmente nuova per l’altra casa tedesca; almeno sulla carta, a livello di coppia di piloti appare meglio attrezzata la Porche, con Neel Jani e, soprattutto, Andrè Lotterer, al cospetto dell’altra tedesca che schiera Stoffel Vandoorne e Nyck De Vries.
Volendo, sulla base di questo nuovo “scacchiere” dei piloti, tentare una proiezione del rendimento delle squadre, non difficile pensare a DS Techeetah e Audi sigli scudi, con Mercedes e Porsche pericolose incognite, Envision, Jaguar e Nissan come terzi incomodi, e le altre squadre a seguire; per Geox probabile un anno di “transizione”, mentre per la Nio, a meno di essere clamorosamente smentiti, si configura un altro anno di sofferenza, specie se Dillmann, come nell’ultima stagione, non otterrà neppure un punto.
Per quanto riguarda il titolo piloti, quanto occorso la scorsa stagione insegna che fare una previsione è agevole quanto trovare la pietra filosofale o il Santo Graal; non difficile comunque immaginare una lotta che veda ancora coinvolti, e da cui potrebbe uscire il campione, Vergne, Da Costa, Di Grassi e Frijns. La caccia ai titolo di Jean Eric Vergne è aperta!
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