Tra bonus e malus. Ecotassa, tanto rumore per nulla

Tanto rumore per nulla? L’impressione è esattamente questa. Basta scorrere i dati tecnici delle autovetture in commercio in Italia per accorgersi alla fine che il 95% delle vetture attualmente a listino non è coinvolto nell’emendamento faticosamente varato dal governo. La “scoperta” assume però contorni grotteschi, sia perchè ridimensiona in maniera sostanziale l’interno provvedimento del bonus/malus (e di conseguenza anche l’impatto sull’auspicato rinnovo del parco circolante italiano per una mobilità più “pulita”), sia perchè sono state le stesse associazioni di categoria del mondo dell’auto a segnalare dati inesatti e fuorvianti per comprendere quale impatto avrà la manovra bonus/malus sul mercato, sulle tasche degli italiani e sulle casse del governo.

Riassumendo, la versione definitiva dell’ecotassa prevede dal 1 marzo prossimo un contributo pieno (6.000 euro) per chi rottama la sua vecchia auto e ne acquista una nuova elettrica nella fascia di emissioni 0-20 grammi/km di Co2. Per la fascia di 21-70 grammi/km (auto ibride) il contributo scende a 2.500 euro. Senza rottamazione, si avranno fino a 4.000 euro nella prima fascia e 1.500 nella seconda. La copertura economica dell’ecotassa è però solo di 60 milioni per il 2019 e di 70 milioni per 2020 e 2021. Ciò significa che il numero dei veicoli incentivati non saranno comunque più di 40 mila (ma saranno molti meno) su un mercato potenziale di più di 1,9 milioni di vetture.

 

Ma il ridimensionamento più forte in termini di conseguenze si può ipotizzare sul fronte più contestato dalle associazioni di categoria e dall’opposizione politica che hanno pesantemente criticato il provvedimento del governo. L’emendamento infatti prevede una tassa variabile da 1.100 a 2.500 euro per chi (sempre dal 1 marzo prossimo) acquista veicoli che emettono più di 161 g/km di CO2, con quattro fasce che rendono il conto sempre più salato a seconda della consistenza delle emissioni. 
Ma anche qui la fotografia del mercato dell’auto in Italia di quest’anno aiuta a fare proiezioni abbastanza attendibili, e induce a pensare chel’impatto della tassa non sarà drammatico come invece sostengono gran parte degli addetti ai lavori. Anfia, Federauto e Unrae in un comunicato congiunto hanno sottolineato con toni molto duri come a essere colpite dal malus «non saranno solo le autovetture di lusso o di grossa cilindrata, peraltro già assoggettate ad una gravosa imposta quale il superbollo, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato, molti con una fascia media di costo sul quale l’aggravio di una tassa di 1.100 euro appare veramente irragionevole…». E hanno definito la misura «socialmente iniqua», poiché richiede a un’ampia fascia di cittadini «un importante sforzo economico» per finanziare l’acquisto di pochi veicoli elettrificati.

 

In realtà i modelli di fascia media che sforano i 160 g/km e pagheranno dunque l’ecotassa sono pochi, e di certo meno di quelli indicati dal comunicato delle associazioni. Alcuni in maniera errata (Alfa Romeo Giulietta, Volkswagen Golf, Toyota Yaris, Ford C-Max e Ford Focus, Mini Countryman, Nissan Juke e Nissan X-Trail non superano affatto la soglia del “malus” come invece denunciato) e altri vi rientrano quasi sempre solo con alcune versioni più care e potenti.

Leggi quali modelli esenti…

 

 

 

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