Ricordando Gilles Villeneuve, pilota del mito che non muore mai nel cuore dei tifosi

 

Nell mese in cui ricorre la sua morte, tragica e al tempo stessa capace di trasformarlo istantaneamente in mito del motorsport, riportiamo sulle pagine di Automoto.it alcune frasi legate al personaggio di Gilles Villeneuve. Un mito che non muore mai, come titola la mostra in corso presso il museo dell’Autodromo di Monza, a ricordo di quel piccolo pilota di F1 che venuto dal Canada, senza grande curriculum, con la Ferrari rischiava sempre, troppo. Ha lasciato una scia di emozioni e applausi a bordo pista, ma anche un’eredità pesante al figlio Jacques, capace però poi di essere anche lui un campione, con tanto di titolo iridato in F1.

 

Gilles Villeneuve

“Aspettami, non ci metterò molto” (alla moglie Joann, prima di salire in macchina)
“Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l’attore protagonista e il regista del mio modo di vivere”.
“Mi chiamò Enzo Ferrari in persona e mi chiese: “Sei pronto a correre per noi?”. Io risposi: “Certo che lo sono!”.
“Non penso alla morte, ma accetto il fatto che sia parte del gioco”.
“Non puoi staccare il piede dall’acceleratore mentre stai correndo. L’unica speranza è che l’altro pilota ti stia guardando nello specchietto retrovisore”.

 

La famiglia

Seville Villeneuve, padre di Gilles “Gilles non aveva davvero paura. Qualunque cosa guidasse, la faceva sempre andare al massimo”.

Joann Villeneuve, moglie di Gilles “Arrivò e disse: Ho venduto la casa per comprare una macchina”. “Carlos Reutemann era molto alto e mi ricordo che quando veniva da Gilles gli dava un colpetto sulla testa e gli diceva: “Salve, tappetto, come va?”.

 

Jacques Villeneuve

“Ogni volta che ho debuttato in Formula Atlantic, poi Indy o Formula 1, tutti a chiedermi se lo facevo per continuare l’opera di Gilles. E lì ho cominciato a non parlare. Solo dopo aver conquistato il Mondiale sono diventato Villeneuve, cancellando il figlio di Gilles”.

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