MONACO F1 GP: HISTORIC O MODERNE, SPETTACOLO IMPERDIBILE!

 

A poche settimane dall’inizio del Campionato Mondiale di F1 il pensiero non può non andare a quello che è il tracciato cittadino per antonomasia, quello di Montecarlo, che quest’anno vedrà la sua 77^ edizione, ed a quella che è la storia di questo circuito, anacronistico sotto l’aspetto tecnico e degli standard di sicurezza, ma di indiscutibile fascino e tradizione in una cornice unica che nessun altro tracciato stradale ha nel tempo e nonostante i tentativi saputo emulare.

 

Vincere a Montecarlo è sempre stato per il palmares di un pilota una perla, quasi un sogno che solo i grandi campioni sono riusciti a realizzare e ripetere; il titolo simbolico di “maestro”, attribuito a chi ottiene 3 vittorie su un tracciato, quasi un titolo nobiliare, solo ad appannaggio, chapeau, di miti del volante quali Senna, G. Hill, Schumacher, Prost, Moss, Stewart, di fatto la leggenda della F1.

 

Un tracciato cittadino difficile, pieno di insidie, senza vie di fuga, che non consente e non perdona il benché minimo errore, e dove il sorpasso (quando compiuto) è impresa di coraggio estremo. Un percorso che, in quanto stradale, mette a dura prova non solo il fisico dei piloti e la loro concentrazione, che non deve mancare mai, neppure per un attimo, salvo doversi ritrovare fuori gara, ma anche la meccanica delle vetture di Formula 1 di oggi, poco a proprio agio sul fondo non regolare di una normale strada cittadina.

 

Un percorso che, con tutte le sue difficoltà ed insidie, è rimasto per evidenti ragioni immutato nel tempo, a differenza di tutti i tracciati permanenti che nel tempo sono stati, più o meno significativamente, modificati per essere, giustamente, adeguati ai crescenti requisiti di sicurezza; in questo contesto si pone all’evidenza l’operato dei marshall, veri e propri professionisti, che si attivano per riportare alla normalità eventuali situazioni di criticità.

 

 

E che dire dei piloti di allora, che guidavano senza requisiti di sicurezza, solo con una maglietta e una cuffia di pelle in testa, senza rollbar e cinture di sicurezza, dove le tute ignifughe erano fantascienza (ed i decessi per causa del fuoco e delle sue conseguenze erano una triste ricorrenza), e protezioni attive e passive concetti lontani anni luce dal mondo delle corse

 

Una storia che merita rispetto, ed a cui l’evento biennale del F1 Historic Monaco rende onore; per un weekend le auto dei “caval-ieri del rischio”, non solo i grandi brand anche attuali quali Ferrari, McLaren, Lotus, ma anche, ricordiamoli, marchi del passato quali March, Tyrrell, BRM, Surtees, Matra, Tecno, Eifelland, Hesketh, Ligier, Brabjam, Shadow sino ad arrivare a quelli pionieri del primo dopoguerra Maserati, Bugatti, Jaguar ed altri ancora ripropongono la loro presenza alla memoria di un pubblico sempre entusiasta ed appassionato generando nostalgia ed ammirazione.

 

Uno spettacolo imperdibile, sensazioni che non si possono descrivere, un salto nel passato, una kermesse cui almeno una volta nella vita non si può mancare. Se, nell’alternanza delle annate, quest’anno l’evento non avrà luogo, con uno sguardo rivolto al prossimo anno giusto comunque riportare alla memoria con qualche immagine l’edizione del 2018, dove oltre 100 vetture sono ritornate padrone delle strade che hanno visto le loro gesta.

 

Nel tempo sono cambiate le vetture, ma tutti gli elementi sportivi e di tradizione si sono traslati nel tempo rimanendo quasi inalterati; oggi come allora il Gran Premio di Monaco mantiene il suo fascino e rimane un appuntamento di fatto unico, e come tale imperdibile, nel panorama di una Formula 1 che nel corso dei decenni ha trasformato, e forse snaturato, quelle che erano le sue peculiarità originarie.

 

In attesa le che Formula 1 di oggi facciano rombare i loro motori, un piccolo doveroso atto di rispetto per loro, per la storia che rappresentano e per chi le ha guidate ed ha contribuito a rendere Montecarlo leggendaria.

 

 

 

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