L'INVIATO SUL DIVANO Finalmente è finito il digiuno

 

L’attesa è finalmente finita, dopo 120 giorni di silenzio finalmente il circus della formula 1 torna ad accendere i motori nello storico circuito semipermanente di Melbourne. Ossigeno puro per tutti gli appassionati costretti alla lunga assenza forzata della pausa invernale. Le incognite sono tante, le speranze e le aspettative ancora di più. Saremo di nuovo di fronte al dominio Mercedes o finalmente assisteremo alla riscossa di Maranello? Si tratterà ancora di un duello tra Hamilton e Vettel o assisteremo ad una battaglia più allargata?

 

La lunga notte del venerdì come da tradizione, si passa di fronte alla TV tra la gioia dei motori di nuovo accesi e la curiosità di capire se mangeremo crauti o tortellini. Essere appassionato in fondo significa anche questo, passare il primo weekend del mondiale in compagnia di caffè, tanto caffè, senza mai mollare un attimo. La banda di Sky, a parte una nuova leggera e pressante spinta all’acquisto del 4k stile Mastrotta e i sui materassi Eminflex, ci ripropone più o meno il solito format, squadra che vince in fondo non si cambia! Menomale o purtroppo aspettiamo qualche gara a dirlo! Di novità ne abbiamo comunque già abbastanza in questi anni, logo nuovo, grafica televisiva nuova, 3 motori per tutti il mondiale e soprattutto il tanto famoso Halo. Odiato e criticato allo sfinimento da chiunque manco fossimo ad una sfilata di moda. 

 

3,2,1…via, dopo due notti insonni e 20 litri di caffè arriva finalmente il momento della prima qualifica. Emozioni, speranze, aspettative, agitazione, cuore a mille, attesa, entusiasmo…e niente, anno nuovo vita vecchia! Mr Hamilton piazza un giro da extraterrestre e si porta a casa una pole straordinaria. Dietro le due Ferrari e le due RedBull. Inutile nascondere la delusione dei tifosi Rossi (anche perché con Gene in cabina sarebbe impossibile nasconderla dal momento che si parla solo di quella); in un istante sembra un film già visto lo scorso anno e poco piaciuto. Ma la F1 ci insegna che tutto può cambiare in una curva e per magia si passa dalle lacrime tristi del sabato alle feste con tavole ricoperte di tigelle della Domenica.

 

Ciò che conta sono i fatti, dicono, e i fatti sono che Vettel vince il Gp di Australia, Kimi arriva terzo e la Ferrari porta casa un bel po’di punti. Bravissimi tutti e ben vengano le mille bottiglie di spumante sbucate fuori dai divani di tutti i tifosi, ma da qui a gridare al mondiale vinto direi che ce ne vuole. La Ferrari ha vinto ed è vero, ma è vero anche che ha avuto la fortuna di sfruttare la finestra della virtual safety car.

 

LA GARA DEI TANTI SE…

 

Sul muretto Rosso, e non solo sul muretto, sono stati dei geni oggi, niente da dire,  Seb ha guidato attaccando e senza commettere errori come da quattro volte campione del mondo quale è, Kimi, stranamente attivo ed agguerrito, ha guidato per tutto il weekend in modo impeccabile, ma se Bottas non avesse distrutto la macchina partendo in quindicesima posizione, se Kimi non fosse partito dietro Hamilton consentendo alla Ferrari di attaccare con due punte e differenziare la strategia, se la Haas non avesse comprato un partita di pistole difettose permettendo l’ingresso di quella ridicola, perché vogliamo essere educati, stupidata della VSC, se Verstappen non si fosse addormentato e Ricciardo non avesse avuto penalità in partenza… la Ferrari oggi sarebbe finita dietro la Mercedes. Quindi ben venga la gioia, anche perché a Maranello hanno tutto il diritto di godersi una vittoria assolutamente meritata, ma guardiamo anche la realtà perché la sensazione è che la Mercedes sia ancora avanti di un bel po’, che la Ferrari sia di sicuro competitiva, ma soffra ancora in prestazioni e in qualifica e soprattutto che abbiamo a che fare con una Red Bull decisamente migliorata e pericolosa.

 

Comprensibile la felicità della cabina, ma oltre ai soliti proclami di “Vettel santo subito” stiano ancora aspettando che ci spieghino perché Hamilton gli ultimi giri abbia subito quel crollo; problemi alle gomme,problemi al software, scelta di risparmio del motore, Hamilton annoiato al telefono con la fidanzata? Bah, speriamo di capirlo prima o poi! Come sarebbe bello capire come mai la Red Bull si sia eclissata correndo una gara totalmente anonima dal momento che il giorno  precedente aveva gli stessi tempi delle rosse.

 

Melbourne è archiviata, si lascia l’Australia con il rosso che sventola e l’arancio Papaya di Alonso che finalmente  piazza la sua McLaren al quinto posto, con buona pace di tutti i tifosi di quel samurai spagnolo che appena ha modo di lottare, ci dimostra e ci ricorda il valore di un campione completo come lui. Bravo Fernando,ci sei mancato!

I presupposti per una stagione agguerrita ci sono tutti e per capire il reale valore e potenziale di queste macchine dovremo aspettare come sempre circuiti diversi da Albert Park, ma la sensazione è che sarà un mondiale davvero combattuto e in fondo quello che si spera dal divano di casa, indipendente dal colore della bandiera esposta, è proprio questo.

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