LA NOTTE DEL TROFEO ANDROS

 

In generale tutti gli sport, ma in particolare per quello dei motori, a due o a quattro ruote, e di qualunque gara si tratti, si può dire senza timore d’essere smentiti che la notte conferisce all’evento un fascino particolare; senza voler entrare nel merito di quali potrebbero essere le, più o meno razionali, ragioni, è un dato di fatto che un evento in notturna lo si “legga” e lo si viva con un’ottica particolare.

 

Il Trofeo Andros non fa eccezione a questo assioma, ed uno dei momenti più attesi da parte del pubblico sono certamente le manches in notturna; con il sopraggiungere del buio centinaia (e forse anche oltre) di persone, doverosamente organizzate con coperte ed altro per sopportare il rigore della temperatura notturna, arrivano e si assiepano a bordo pista, in attesa di assistere al ricco programma, che va dalla Superpole alle gare, (si va dalle 17,30 alle 22,30) a copertura di tutte le categorie.

 

Un pubblico eterogeneo, dove si possono vedere fianco a fianco persone di tutte le tipologie, chi con qualche anno in più, giovani (sia ragazzi che ragazze), famiglie, a rappresentanza di una trasversalità anagrafica totale, che certifica il gradimento ed il consenso dei presenti verso questo tipo di gare e le modalità con le quali le stesse vengono declinate, tutti accomunati dalla stessa passione sportiva.

 

 

Per certi versi, e non ne abbiano a male i “puristi” dei rally, sembra quasi di ritrovarsi su qualche prova speciale di qualche gara famosa, quale ad esempio il Rally di Montecarlo in svolgimento in questa settimana, con lo stesso entusiasmo, lo stesso calore, lo stesso “tifo” verso l’uno o l’altro dei protagonisti, con la differenza di essere in un circuito invece che su qualche prova cronometrata, e con la comodità, in caso di bisogno, di essere vicini a casa.

 

Lo spettacolo delle gare, forse inutile dirlo, è coinvolgente e genera un clima tutto attorno a dir poco elettrizzante; sotto le luci dei riflettori, autovetture, veicoli ad energia alternativa e motociclette prima girano alla ricerca del tempo migliore, e dopo si sfidano in duelli ravvicinati entusiasmanti, talora con contatti e sorpassi.

 

A monte del fatto di poterne, stante il programma serrato, trovare il tempo, non previsti, e neppure a dir la verità se ne sente la mancanza, elementi di contorno di “spettacolo” o di “folclore” all’americana, che peraltro potrebbero risultare, anche solo per tradizione, fuori luogo; l’ambiente è lasciato al suo stato più naturale e lo stesso pubblico, a sua insaputa, diventa protagonista, col suo calore, il suo entusiasmo, la sua partecipazione attiva.

 

Da “addetti ai lavori”, giusto annotarlo, non si può non provare ammirazione, meritori del massimo rispetto, per i commissari di gara, che per due giorni, quali siano le condizioni meteo e la temperatura, mettono a disposizione il loro tempo, la loro professionalità ed il loro entusiasmo, sempre con un sorriso e con la voglia di scambiare quattro parole commentando quanto si è visto, sempre disponibili a facilitare il lavoro altrui, sempre puntuali e precisi nel loro lavoro.

Uno dei momenti più intensi della kermesse, forse quello più vicino all’entusiasmo degli appassionati, forse quello più legato a quella tradizione che vede il Rally di Montecarlo, con il suo Turini notturno, come uno dei suoi massimi punti di riferimento. Un momento, peraltro, che vale la pena vivere non solo a bordo pista, ma anche in mezzo alle persone con le quali condividere, oltre che il freddo, il loro entusiasmo.

 

 

 

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